Le segreterie sindacali regionali di UILPA PP, OSAPP, Sinappe, USPP E CNPP del Corpo di Polizia Penitenziaria in una nota congiunta annunciano che non parteciperanno alla cerimonia celebrativa per il 205° Anniversario di Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria in programma a Potnza nel pomeriggio di giovedì 14 luglio a partire dalle ore 18 al teatro Stabile di Potenza. Di seguito le motivazioni.
Le scriventi segreterie regionali sindacali di Basilicata, che rappresentano la maggioranza delle donne e uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, comunicano che non parteciperanno alla cerimonia celebrativa regionale del 205° Anniversario di Fondazione del Corpo, che avrà luogo oggi alle ore 18:00 a Potenza in Piazza Mario Pagano al Teatro Comunale F. Stabile, perché ritengono che non c’è nulla da festeggiare.
È un Corpo che ha perso i propri valori, ruoli e funzioni, destinato alla mercé dei detenuti in quanto subisce aggressioni quotidiane impunite da una amministrazione penitenziaria, assente e insensibile nei riguardi del proprio personale e rappresentanti dello Stato. Nel primo semestre del 2022 sono stati 493 gli episodi gravi di aggressione di detenuti nei confronti di appartenenti alla Polizia penitenziaria; il 24,2 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando le aggressioni erano state 397.
In Basilicata si registra una carenza di personale di una trentina di unità, con un invecchiamento dei tre penitenziari, con una media di 50a di età e 31anni di servizio.
Per garantire la sicurezza e le attività interne le unità di PP svolgono turni massacranti fino a 12 ore consecutive, privati dagli elementari diritti (ferie e riposi) senza mezzi e strumenti idonei e con divise rattoppate.
Un fallimento totale del sistema penitenziario, che necessita urgentemente di una riforma custodiale, ma ad oggi solo fumo negli occhi da parte del Governo; su una carenza di circa 18mila donne e uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, con un DL stanno prevedendo incrementi organici ed assunzioni straordinarie di personale con risorse economiche già stanziate nell’ultima legge di bilancio, pari a 270 unità fino al 2032, che dimostra l’inefficienza della politica.
Nessuno vuole prendersi le proprie responsabilità nel mettere mano nel mondo carcerario, una palla rovente che rischia di bruciare tutti. È necessario passare dalle parole ai fatti, il premier Draghi, la Ministra e il governo devono prendere una posizione.
Non vorremmo pensare ad una inversione di ruoli, tra chi ha infranto le leggi dello Stato e chi ha scelto di servire la Stato!
Per il divario e il “muro” innalzato tra la Dirigenza e il personale del Corpo, come se appartenessero a dure diverse amministrazioni, riteniamo di non partecipare restando al fianco delle donne e uomini del Corpo.