Comitato di Quartiere Rioni Sassi ha inviato una lettera aperta al sindaco di Matera Domenico Bennardi, agli assessori comunali e ai consiglieri comunali della città di Matera per denunciare le criticità irrisolte che riguardano i rioni Sassi. Di seguito la nota integrale.
“Gli abitanti dei Sassi una specie in estinzione?”
Da anni si assiste ad una lento e continuo esodo di abitanti degli antichi Rioni Sassi verso la città contemporanea, dopo appena 2-3 decenni dal loro “ripopolamento”. La legge 771, che doveva sostenere la vocazione alla residenzialità, non è bastata ad arginare il fenomeno. I Sassi hanno subito una trasformazione epocale con le leggi speciali degli anni ‘50 che hanno accompagnato il trasferimento degli abitanti nei nuovi borghi e quartieri e, dopo anni di studi, concorsi, dibattiti e la Legge 771, si è tornati ad occuparli a scopi abitativi, e non. Matera ha conquistato titoli straordinari: Patrimonio Mondiale dell’Umanità e Capitale Europea della Cultura; si è internazionalizzata con set cinematografici; ed ospita ormai, a gettito continuo, eventi di ogni genere. Ha costituito a Parco Regionale una vasta area murgica frontistante i Sassi. Continua a raccontare la sua millenaria storia agli “abitanti temporanei” provenienti da ogni dove Negli antichi rioni la via dello sviluppo ha giustamente incentivato attività commerciali e strutture ricettive, ma esse sono cresciute a dismisura, senza un piano di gestione e controllo. In origine il Comune relazionava al Parlamento sullo stato di attuazione dei Programmi Biennali di recupero dei Sassi, perché era alta l’attenzione delle istituzioni. Oggi non si conoscono bene i criteri con cui vengono assegnati le concessioni: per questo chiediamo uno studio aggiornato sulle tipologie delle presenze e delle strutture dell’accoglienza: vanno censite le attività commerciali, artigianali, strutture ricettive, residenze, negozi, musei fai-da-tè, venditori ambulanti ecc; in sintesi: va fatto un “bilancio” di oltre 30 anni di attuazione della legge 771/86. La città, finita l’eccezionalità del 2019, deve tornare a ragionare e programmare la sua dimensione ordinaria. I “residenti-resistenti” non vogliono essere condannati al silenzio, né ad un ruolo residuale marginale. Non possono essere estromessi dai processi di convivenza con cui si misura una comunità aperta, matura ed inclusiva. Chiediamo di essere ascoltati e rispettati, e che in questi luoghi si ripristini quel poco di ordine che facilita la vita di tutti, soprattutto nei giorni frenetici degli “eventi”, e nelle ore di riposo.
Siamo un presidio di cittadinanza permanente, una testimonianza civile di ciò che accade nel territorio. Noi non andiamo via quando gli altri chiudono, noi abitiamo i Sassi in tutte le stagioni, siamo i difensori del territorio, abitanti e non semplici occupanti. Vogliamo dare il nostro contributo a tenere i Rioni come l’anticamera delle nostre case: pulite, decorose, accoglienti, a volte sostituendoci al servizio pubblico, o quando rumorosi gruppi si radunano a qualsiasi ora e lasciano rifiuti, ed a volte anche escrementi. La mobilità è una delle questioni più importanti: i Sassi non possono sopportare il carico dei mezzi che oggi li attraversano. Sono troppi quelli non autorizzati e diversi sostano in tranquillità. Vanno privilegiate le soste brevi. Va sostenuto, incoraggiato il servizio di trasporto pubblico che deve raggiungere anche Casalnuovo e la Civita, utilizzando parte dei proventi di multe e tassa di soggiorno. Va verificata l’occupazione degli spazi pubblici che assicuri una giusta distanza tra le attività e le abitazioni, e le interferenze tra queste (come prevedono i Piani di Recupero ed i Regolamenti vigenti). Non ci convince la risposta continua relativa all’organico della polizia locale sottodimensionato; non ci convince un’organizzazione del suo lavoro che non prevede presenza e controlli. Occorre estendere l’orario delle ZTL e va istituita la rimozione forzata dei veicoli in divieto di sosta. La partecipazione e condivisione Nelle more della formalizzazione dei comitati di quartiere (che sappiamo sono in corso dì approvazione consiliare) auspichiamo incontri proficui, e non rituali, in sedi idonee. Non ci sentiamo dei privilegiati, come qualcuno ogni tanto ci definisce. Tra di noi ci sono quelli che hanno creduto al recupero in tempi difficili con servizi inesistenti, contrastando l’abbandono civile, nel quale imperava la delinquenza organizzata. Ricordiamo la grande risposta sociale all’atto intimidatorio di una delle prime attività commerciali, cui grafica realizzata da Alessandro Colucci grafica realizzata da Alessandro Colucci seguì l’immediata convocazione di un Consiglio Comunale “aperto” all’interno dei Sassi, ed il caloroso comizio di solidarietà in Piazza San Pietro Caveoso del compianto don Giovanni Mele. Tutto questo è servito a difendere il patrimonio che oggi vantiamo e il mondo osserva con stupore. Non vogliamo medaglie, ma neanche essere relegati in condizione subalterna. Siamo cittadini attivi, a volte sconfortati per un dato incontestabile: diminuisce il numero dei residenti per le difficoltà di coesistenza con le altre attività turistico-commerciali. Siamo ancora in tempo per evitare quello che la storia non capirebbe, e che viene rimproverato ai governi municipali che si sono succeduti nelle tante “città d’arte” del nostro Paese: evitiamo che i residenti diventino una specie in estinzione. lo chiediamo alla massima assise di questa città e ai suoi rappresentanti in Consiglio Comunale. Facciamo qualcosa, e presto. Il Comitato di Quartiere dei Rioni Sassi