Chi trama per scardinare il ruolo dell’Irccs-Crob? Di seguito la nota inviata da Gennaro Giansanti, già dipendente dell’Irccs-Crob di Rionero in Vulture.
Dopo la bufera mediatica che ha tenuto sotto scacco l’Irccs-Crob, per la nota vicenda della mancanza di anestesisti ed il conseguente blocco degli interventi chirurgici, per le denunce sulla carenza di personale medico, infermieristico, sociosanitario e dei ricercatori, indispensabili per l’efficienza e l’efficacia della ricerca, dell’attività chirurgica e di quella clinica, fulcro dell’insieme delle attività in capo ad un normale Irccs. Visto le risposte aleatorie e ambigue, sia del D.G. vicario, dell’Istituto, G. Rossi, che dell’Assessore regionale alla Sanità, Fanelli, emerse nell’incontro pubblico organizzato il 1° luglio u.s. dall’Amministrazione di Rionero, nei giardini del Palazzo Fortunato, non poteva mancare l’idea della santa messa, il 12 luglio u.s. nell’auditorium del nosocomio, presieduta da S.E. Mons. Fanelli, Vescovo della Diocesi di Melfi, Rapolla, Venosa. L’occasione è stata data dalla visita di una reliquia (un pezzo di osso) di S. Giustino de Jacobis, portata in Istituto, (n.a.) “affinché il santo si facesse carico del suo futuro, del personale e di quello dei pazienti”. Purtroppo, difronte alle incertezze, a qualche Santo bisogna pur votarsi. Non me ne voglia S.E. M. Fanelli per “l’inopportuna” divagazione, ho voluto trarre spunto per ritornare su alcune domande poste dal sottoscritto a mezzo stampa, senza risposte, ed altre che avrei voluto porre nell’incontro pubblico di cui sopra. Infatti, le giustificazioni e le argomentazioni sia del D.G. vicario Dott. Rossi, che dell’Assessore Fanelli, che, con presunzione hanno cercato di giustificare il loro operato citando delibere, atti e annunci spesso contraddittori, di fatto impediscono la chiarezza e di conseguenza il conseguimento dei risultati. Così, in mancanza di chiarezza si da adito ai predatori di aggredire la preda. Esempi? – mi spieghino perché la cosiddetta rete oncologica non decolla? E viene agitata solo per depauperare servizi in capo al Crob, senza corrispondere da parte delle altre strutture, in primis il S. Carlo, il giusto rapporto con lo stesso, non considerandolo a pieno titolo Centro di Riferimento. Perché non si è entrato nel merito delle gravi vicende di cattiva gestione, sulle carenze strutturali, sui limiti assistenziali, sulla mancata installazione di macchine radioterapiche di nuova generazione, finanziate con fondi statali da oltre un triennio, il mancato completamento del Day Center, per lo svolgimento di attività di Radiologia Diagnostica Interventistica e quella legata al Day Hospital Oncologico ed ematologico, solo parzialmente attivato. Insomma, a distanza di un mese, mi vedo costretto ritornare sugli argomenti che intendevo porre in quel dibattito. Sperando che gl’interlocutori spieghino una volta per tutte, perché fu rimossa a suo tempo la Struttura Complessa di Urologia, mettendo in crisi uno dei servizi di eccellenza che determinarono il primo accreditamento come Irccs? insieme con altre specialità quali la chirurgia toracica, la senologia e la chirurgia plastica. Ma per stare ai giorni nostri, perché si produce un Atto Aziendale, contraddittorio rispetto agl’indirizzi del Governo Regionale con una ambiguità da mettere a rischio il mantenimento di importanti e vitali strutture cliniche e chirurgiche operative, che rischiano di essere declassate al 31 dicembre 2022? a quale scopo? a vantaggio di chi? non certo del Crob, dei suoi operatori e dei suoi pazienti. Spieghino perchè si è deciso di rimuovere le sic?(Strutture Interaziendale Complesse) erano state individuate e istituite, per ridurre le spese e permettere a tutti i lucani di poter usufruire degli stessi servizi, indipendentemente dalla loro sede. Cosa accadrà ora? avremo tre urologie? tre radioterapie? oppure le varie specializzazioni chirurgiche verranno accentrate tutte in unico luogo? al san Carlo? il Crob farà solo le chemioterapie? si è pensato a delle alternative delle sic? quali? E chi c’è e chi trama per scardinare il ruolo dell’Irccs-Crob e farlo divenire gradualmente un guscio vuoto?. Autorevoli oncologi sostengono che i tumori si curano meglio dove si fa ricerca, ma alla stessa stregua la ricerca si fa meglio dove si cura meglio, e come sarà possibile curare i pazienti, se vengono smantellate le strutture cliniche, specie chirurgiche, operative. Nel P.S.R. è riportato che il Crob deve essere Centro di Riferimento Regionale della Rete Oncologica e che a tale fine devono essere potenziate e qualificate le strutture cliniche operative, cominciando da quelle chirurgiche. perchè allora si cerca di declassarle?. Mi ostino a ripetere, in vista dell’approvazione del PSR, il Sindaco Di Nitto, si renda promotore della convocazione ufficiale, della Conferenza dei Sindaci dell’Area Vulture alto Bradano, per una piattaforma comune per il rilancio dell’Irccs-Crob e delle strutture sanitarie dell’Area.