E’ andato in scena questa sera nel chiostro dell’ex ospedale San Rocco il recital di beneficenza con Antonio Fauzzi alla viola e Iulia Verevkina featuring Gianluca D’Onghia, promosso dall’associazione Arteria in collaborazione con I’Associazione Aura Blu per la 26^ edizione di VivaVerdi Multikulti,
Sono state eseguite musiche di Schubert, Rachmaninov, Schumann.
Di seguito le note critiche di Ettore Scandolera.
Mikhail Glinka è comunemente considerato il fondatore del nazionalismo russo musicale, le cui caratteristiche sono evidenti nella Sonata per Viola e Pianoforte in Re minore, composta nel 1825, ma terminata nel 1932 dal musicologo Vadim Borisovsk. Di questa, il secondo movimento colpisce per contrasto patetico, poiché al calmo Larghetto della prima parte, si contrappone la perentoria drammaticità ritmica e sonora della seconda. Culturalmente distante dai com- positori d’ispirazione nazionalista era, invece, Ciajkovskij. E’ emblematica la cantabilità del suo Notturno op. 19 n. 4 (1888). La forma è quella ternaria tipica del pezzo lirico; nella ripresa, alla li- nea del tema principale in Re minore si accosta la sognante coda in cui riecheggiano le morbide figure conclusive del tema. Questa atmosfera sognante conduce direttamente al celebre Valzer dei fiori tratto dal balletto Lo Schiaccianoci di Ciajkovskij. Con queste pagine si unisce magi- stralmente l’atmosfera soffusa e preziosa della miniatura con il clima sgargiante degli accesi colori di una grande orchestra. Uno dei più grandi compositori e pianisti russi di sempre è Rach- maninov; questi dopo aver completato gli Études-tableaux per pianoforte op. 33, nel giungo del 1912, compose in sole due settimane, dodici delle sue 14 Romanze per voce e pianoforte op. 34, tra cui Vocalise Op. 34 n. 14, che appariva come un concentrato di Romanticismo ma come sfida alla modernità. Tra le altre cose, Rachmaninoff scrisse tre serie di preludi, estratti dai 5 pezzi di fantasia op. 3. Il Preludio op. 3 n. 2 in Do diesis minore è uno dei brani per pianoforte più famosi di Rachmaninoff. Preludi ritmicamente più marcati sono invece proposti dal compositore russo Skrjabin. Nella fattispecie i 24 preludi op.11 di Skrjabin sono una serie di preludi composti nel corso di otto anni tra il 1888 e il 1896, modellati sulla serie di 24 preludi Op. 28 di Frédéric Cho- pin. Entrando nel secolo successivo gli orizzonti musicali andranno ampliandosi sempre di più, infatti, sebbene permanendo nell’espressività del legato-cantabile, Shostakovich, l’esponente più importante dello stile Russo del ‘900, si apre al mondo del cinema cimentandosi in Romance per il film “Gadfly”. Proseguendo nel corso del XX secolo, anche il Notturno andrà differenzian- dosi sempre più rispetto a quello in voga nel XIX secolo; questo appare ancor più chiaro ascol- tando il notturno dell’armeno Arno Babajanyan che, con linee melodiche peculiari rende la sua idea di “serenata notturna” ben diversa da quella del secolo precedente.
La fotogallery del recital (foto www.SassiLive.it)