Il MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, proseguendo il suo lavoro di informazione e divulgazione di uno dei linguaggi più esaltanti della storia dell’arte, dopo Daumier, Degas, Renoir, Bonnard, Bernard, Matisse, Dufy, Picasso, Mirò, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Richter, Arp, Breton e il Surrealismo, De Chirico/Apollinaire, Henri Goetz, Azuma, Messagier, Bram Van Velde, Steinberg, Dubuffet, Mascherini, Bartolini, Marino, Guarienti, Rotella, Fazzini, Gentilini, Strazza, Del Pezzo, e in controcanto Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Bucci, Perilli, Raphael, Viani, Venna, Vedova, Scialoja, Bruscaglia, giovedì 28 luglio 2022, alle ore 18.00, inaugura una mostra che ricostruisce, attraverso una selezione della grafica del Novecento europeo, la storia dell’“École de Paris” – la “Scuola di Parigi”.Che non fu né un gruppo né una vera e propria scuola ma lo spazio della pluralità, della creatività senza confini, dell’incubazione dell’arte moderna, come ben dimostrarono, il Premier Salon des Jeunes Artistes (Palais des Beaux-Arts, febbraio-marzo 1937), il Deuxième Salon des jeunes Artistes (Faubourg Saint Honoré, giugno-luglio 1938) e, in piena occupazione tedesca della capitale francese, l’esposizione del 1941, Venti giovani pittori della tradizione francese, alla Galleria Braun, che mediante l’accoglienza degli stranieri e l’uso improprio del termine “tradizione” aprirono le porte della resistenza al nazismo che aveva considerato “degenerata” l’arte di quegli anni.
La mostra, a cura di Giuseppe Appella che di molti degli artisti esposti, appartenenti alla generazione del secondo dopoguerra, è stato amico e compagno di strada, ripercorre, anche con il supporto dei libri d’artista, gli intrecci tra artisti, letterati e critici (Cendrars, Apollinaire, Salmon, Cocteau, Jacob, i fratelli Stein, Fenster, Leiris, Char, Cassou, Cogniat, Limbour, Prévert, Frénaud, Bazin, Dorival, Francastel…), editori, galleristi e mercanti (Guillaume, Zborowski, Vollard, Kahnweiler, Maeght, Teriade, Jacometti…), stampatori (Mourlot, Lacourière, Crommelynck, Atelier Clot,…) il susseguirsi di cambiamenti politico-sociali e l’alternarsi delle avanguardie che portarono alla modernità ma persino all’istituzione di quello che oggi chiamiamo il “sistema dell’arte”. La grafica, in questo contesto, ebbe un ruolo determinante per la diffusione, in tutto il mondo, delle molteplici esperienze e si mosse in parallelo, se non anticipò, per mezzo di inedite sperimentazioni tecniche, i manifesti delle avanguardie.
Parigi, tra gli inizi del XX secolo e i decenni successivi alla II Guerra Mondiale, diventa la capitale dell’arte, un polo d’attrazione e di riferimento ineludibile che stimola oltre cinquecento artisti di trenta diversi paesi a risiedere nella città, a studiare nelle sue accademie, a formare sodalizi e reti di amicizie, a polarizzare quel pubblico appassionato dell’arte, la nuova borghesia, che ruota attorno al sistema e lo sostiene creando il mito. Da Montmartre a Montparnasse, i due poli di riferimento della metropoli francese e della costellazione di artisti che vi abitano trascorrendo molte ore in cafés-brasseries come La Rotonde, Le Dôme, La Coupole o Café de Flore, si muove l’opposizione all’espressionismo tedesco, la nascita del postimpressionismo, del cubismo, del fauvismo e del surrealismo, la diffusione del dadaismo, l’annuncio e il progressivo diffondersi dell’arte astratta, l’inaugurazione, il 29 maggio 1945, del “Salon de Mai” e, quindi, della Galerie de Paris e del Salon des Indépendants, l’affermazione dei pittori di “tradizione francese”.
Picasso, Braque, Matisse, Bernard, Chagall, Severini, Magnelli, Legér, Zadkine, Archipenko, Bazaine, Zao Wou-Ki, Arp, Sonia Delaunay, Mirò, Poliakoff, Bazaine, Beaudin, Music, Le Moal, Manessier, Pignon, Singier, Tal-Coat, Villon, Hartung, Bram Van Velde, Man Ray, Dominquez, Matta, Bellmer, Lepatre, Masson, Vuillard, Marquet, Lurçat, Ernst, Dorotea Tanning, Dunoyer de Segonzac, Ubac, Soulages, Vieira da Silva, Gromaire, Goetz, Christine Boumeester, Bryen, Bissier, Bissière, Labisse, Lam, Charchoune, Fautrier, Dubuffet, De Chirico, Rebeyrolle, Mathieu, Messagier, Friedlaender, Campigli, Vasarely, Hayter, Herold, attraverso segni, forme e colori, nudi, paesaggi e scene di vita quotidiana, raccolgono e trasmettono i sentimenti di un’epoca, le tensioni e le violenze di due guerre mondiali, la volontà di cambiamento, lo spirito della rinascita, le esperienze e le conquiste individuali, le scoperte di sempre rinnovati modi espressivi, in sostanza la libertà irrinunciabile dell’arte.
La mostra rimarrà aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, fino al 2 ottobre 2022, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, e prelude al trasferimento del MIG-Biblioteca nel Castello Marchesale e al riordinamento dell’intero Polo Museale.
prossima mostra: Castello Marchesale, 8 ottobre 2022– 8 gennaio 2023: Antologica dell’opera grafica di Jacques Villon (Damville, 1875 – 1963).