“Enteriti virali e diarrea del viaggiatore”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 68° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Anche i virus possono essere responsabili di enteriti e, in genere, colpiscono il piccolo intestino, sono molto frequenti tanto da rappresentare il 30-40 % degli episodi di diarrea, in genere producono diarree non infiammatorie, di tipo acquoso. La loro azione si esplica solo mediante la produzione di enterotossine e, nella maggior parte dei casi, queste enteriti virali sono lievi e autolimitantesi. I più frequenti sono i Rotavirus, che provocano una diarrea non infiammatoria conseguenza della elaborazione di una enterotossina, sono responsabili della maggior parte delle enteriti che insorgono nelle comunità. Il contagio avviene per via feco-orale e le forme possono essere le più varie da quelle lievi, o addirittura asintomatiche, a quelle gravi, con disidratazione e morte se non si corre precocemente ai ripari. La diagnosi si fa con la ricerca dell’antigene Rotavirus nelle feci. La terapia è fondata innanzitutto nel combattere la disidratazione e, in media, nel giro di una settimana l’enterite viene vinta dalle difese immunitarie. Altri virus che agiscono con medesimo meccanismo d’azione sono i Calicivirus, gli Adenovirus enterici, gli Astrovirus, i Torovirus. Anche il virus influenzale H1N1 e, recentemente, il Coronavirus COVID 19 possono dare delle enteriti non infiammatorie con diarree acquose, che, in genere hanno una buona prognosi e si esauriscono in pochi giorni spontaneamente per l’intervento delle difese immunitarie.
Chi viaggia per turismo o per lavoro deve conoscere le seguenti note di base sulla “Diarrea del viaggiatore”.
Colpisce dal 30 al 50% di chi viaggia, o ha viaggiato di recente, in alcuni paesi a rischio per le cattive condizioni igieniche, in Africa, nel sud est asiatico, in America Latina, ma anche in alcune località europee o del centro-nord d’America, sovraffollate, dal clima caldo-umido e con condizioni igieniche precarie. Sono colpiti più frequentemente gli studenti, i giovani, i missionari e coloro che praticano il turismo itinerante; si trasmette con cibi e bevande contaminate per via feco-orale. Particolarmente a rischio sono i vegetali non cotti, la carne, il pesce crudo, i frutti di mare, l’acqua del rubinetto, il latte non pastorizzato, i latticini, la frutta senza buccia. Sono relativamente sicure le bevande imbottigliate e chiuse ermeticamente, specie se gassate, la birra, il vino, il caffè o il the bollenti, l’acqua bollita o appropriatamente trattata con cloro. Il rischio di sviluppare la Diarrea del viaggiatore dipende dalle predisposizioni dell’ospite, dal modo di viaggiare, dalle abitudini alimentari, dalla lunghezza del periodo di soggiorno e, la più importante, la destinazione.
La Diarrea del viaggiatore non è una patologia determinata da un agente specifico, è una sindrome in cui dal 60 all’80% dei casi si può identificare la causa che spesso è l’Escherichia coli, in tutte le sue varianti, segue la Shigella che ne è responsabile dal 10 al 20% dei casi, quindi la Salmonella nel 5%, i Rotavirus nel 10%, tra i parassiti ricordiamo la Giardia Lamblia. Alcune volte possono essere coinvolti più di un microrganismo.
In molti casi questa diarrea si autolimita nel giro di 2-3 giorni e non è neppure necessario l’intervento del medico, ma a volte, se si prolunga, si può avere febbre, manifestazioni sistemiche, o feci muco-sanguinolente. Il numero delle scariche è da 3 a 5 al giorno, ma nel 20% dei casi può andare anche da 6 a 15 al giorno. Spesso le feci sono acquose, ma a volte possono essere anche muco-ematiche, in tali casi si deve sospettare una shigellosi.
Nella maggior parte dei casi è sufficiente la semplice terapia contro la disidratazione e la perdita di elettroliti, ma se la diarrea non regredisce dopo due o tre giorni, è necessario ricorrere ai farmaci. La loperamide è particolarmente utile nel ridurre il numero delle scariche diarroiche, utile a tale scopo e anche come antinausea, il subsalicilato di bismuto. Tra gli antibiotici uno dei più usati è la Ciprofloxacina alla dose di 500 mg al giorno, ma funziona anche la Rifaximina(antibiotico non assorbibile, con azione limitata all’intestino, alla dose di 200 mg ai pasti).
Come si può immaginare la prevenzione gioca un ruolo sostanziale nella Diarrea del viaggiatore: innanzitutto le precauzioni nel bere e nel mangiare, come accennato sopra. Una curiosità: le bevande imbottigliate , chiuse ermeticamente e gassate sono consigliabili rispetto a quelle non gassate, perché avendo un pH che va da 4 a 5, sono più acide e quindi hanno un maggior potere antibatterico. In genere l’osservazione di queste regole igieniche è sufficiente. Per alcune persone più delicate è utile una profilassi farmacologica, come chi soffre già di malattie gastro-enteriche, insufficienza renale, malattie cardio-circolatorie, diabete, gastrectomizzati, pazienti in terapia con PPI; mi soffermo su questi ultimi visto la enorme diffusione di questi farmacii quali diminuiscono la produzione di acido cloridrico da parte dello stomaco e quindi le difese nei confronti dei germi che vengono introdotti per via orale. Tra i farmaci utilizzabili per la profilassi farmacologica nei pazienti a rischio ricordo il subsalicilato di bismuto, che diminuisce il rischio di una Diarrea del viaggiatore sino al 65% (un inconveniente nel suo utilizzo è un colorito scuro della lingua, che non deve allarmare), e la Rifaximina, antibiotico che non viene assorbito e quindi con pochissimi effetti collaterali.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it