Domenica 31 luglio 20022 San Fele, centro della provincia di Potenza, festeggia San Giustino de Jacobis, Protettore dei Lucani nel Mondo. Di seguito i particolari.
Presenti per la celebrazione il Presidente dell’Associazione dei Lucani a Panama Domenico Melillo e un discendente del Santo il Dottor Vittorio De Sanctis che arriverà per l’occasione da Panama.
Una data importante segna, quest’anno, in aggiunta ai festeggiamenti in onore del Santo nativo di San Fele, elevato nel febbraio 2021, Protettore dei Lucani nel mondo, la presenza di due importanti personalità, con la storia del Santo interconnesse.
Si tratta di Domenico Melillo Maglione, Presidente dell’Associazione dei Lucani a Panama, assegnatario, il giorno 24 luglio c.m. di uno dei Premi La Perla di Maratea, da parte del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo. Lucano, originario di Moliterno (PZ), emigrato a Panama, è stato premiato per “il suo valore professionale, la sua dedizione per gli ultimi, lo spirito ed il senso di costruire ponti con la nostra regione”. Ha infatti, tra le altre iniziative, contribuito alla messa in opera di un progetto di screening oncologico, attuato dalla Regione Basilicata e destinato a donne fino a quel tempo escluse da ogni forma di assistenza. Ha sempre operato nel mantenere attiva la rete associativa dei Lucani nel mondo in Sudamerica, al fine di fortificare le radici con la terra d’origine, collaborando alla divulgazione della storia di San Giustino de Jacobis, al quale è stata dedicata, nell’estate 2021, una mostra fotografica, allestita a San Fele e Matera. In occasione della mostra, è stato inoltre prodotto un calendario, che, grazie alla traduzione per la prima volta in lingua spagnola della sua vita, è giunto sino ai conterranei residenti a Panama e oltre.
Da qui, la scoperta di un filo conduttore, di un legame profondo con la terra sanfelese: un discendente del Santo. Si tratta del dottor Vittorio De Sanctis, residente a Panama, il quale, dotato di un ottimo italiano e di un grande amore per l’Italia, ha confermato la sua presenza in occasione dei festeggiamenti del 31 luglio. Si tratta di una notizia a dir poco sorprendente per la comunità sanfelese, che avrà modo di conoscere da vicino un postero del Santo.
Sempre a San Giustino, sarà dedicato, il 2 agosto, dopo la celebrazione della S.S. Messa per tutti i lucani nel mondo prevista per le ore 17.00, opera prima lo spettacolo itinerante “San Giustino De Jacobis. La strada si fa camminando. Racconto itinerante nel borgo di San Fele” (da una idea di Fernanda Ruggiero, presidente dell’Associazione La strada dei fiori ODV, con la Direzione artistica dei Maestri Lucio e Salvatore Mazza e la Compagnia teatrale Clan H) centrato sulla figura di San Giustino De Jacobis; alle ore 18,00 presentazione del progetto, dei collaboratori e dei sostenitori privati e alle 18,30 lo spettacolo prenderà il via da Piazza Garibaldi.
Si tratta di due realtà associative di singolare importanza, poiché impegnate, se pur da diverse prospettive, nel racconto e nella conservazione della tradizione, della bellezza e dell’identità culturale.
L’Associazione La strada dei fiori ODV Luoghi & Cammini del Mondo nata nel 2012 a San Fele (PZ), promuove la sostenibilità ambientale, la promozione di cammini (come quello che congiunge San Fele a Pierno) e la valorizzazione di antiche tradizioni e sentieri da riscoprire. Avendo quale sede operativa San Fele, terra natia di San Giustino de Jacobis, ha dedicato ampio spazio anche alla valorizzazione delle opere del Santo e alla promozione del Turismo di Ritorno con note agenzie internazionali. Nel 2021 ha organizzato una mostra fotografica itinerante dedicata alla fede e alle tradizioni del borgo sanfelese. Dal 2015 la Strada dei Fiori segue la raccolta di oggetti per il Museo Diffuso che riaprirà dopo due anni il 30 Luglio c.m. e con dedizione dal 2013 segue un giardino nei pressi dell’Abbazia di Pierno con piantumazione e cura di oltre 30 specie di piante. L’associazione culturale teatrale Clan H fondata nel 1973 da Lucio Mazza, attiva nello studio dell’integrazione tra tecniche e stili teatrali atti alla sperimentazione e alla ricerca teatrale, nasce dall’idea di offrire un contributo, alla ricerca di radici e identità, attraverso il teatro, la poesia, i racconti, la cura della narrazione e della comunicazione. La compagnia è un laboratorio continuo, indipendente che, attraverso la formazione, lo studio attoriale, registico e la costruzione di spettacoli, cerca il modo più diretto per comunicare in scena e per raggiungere qualsiasi spettatore. Dal 1973 ha messo in scena spettacoli di varia natura partecipando a rassegne nazionali e internazionali.
L’intento dello spettacolo che si svolgerà il 2 nel centro storico di San Fele è quello di ripercorrere le tappe fondamentali della vita del santo, con richiamo a puntali riferimenti storici, accanto ad aneddoti e curiosità, attraverso un percorso itinerante per le strade del borgo sanfelese, con partenza da Piazza Garibaldi verso Via Mazzini, fino a raggiungere la suggestiva ubicazione del Palazzo Frascella e adiacente cortile di Palazzo Stia per culminare sullo slargo del Belvedere sito presso via Boccaccio (per i sanfelesi “Ripë i canë”). Al termine dello spettacolo sarà possibile visitare, con la guida delle animatrici turistiche Denise Giorgio, Gaia Radice e Roberta D’Alfonso, le botteghe del Museo Diffuso, la mostra fotografica dedicata al santo allestita presso il Palazzo Caputi, la Casa e il Pozzo di San Giustino, con arrivo in Piazzale Nocicchio.
Il “Museo Diffuso LA CASA CONTADINA”, da un’iniziativa caldeggiata e concretizzata dall’Associazione “La Strada dei fiori ” e dal “Comitato Pro San Fele in Svizzera”, vedrà la riapertura a fine luglio. A darne notizia il presidente della Federazione Lucana in Svizzera, Giuseppe Ticchio.
“Le due Associazioni, se pur lontane fisicamente – dice Ticchio – sono legate da un unico obiettivo: l’amore per il proprio Comune d’origine. Infatti, l’intento di questa iniziativa è quello di trasmettere e far conoscere alle generazioni future il modo di vivere dei nostri nonni, con l’esposizione di utensili e reperti della civiltà contadina, ma anche con foto d’epoca. Come diceva J.F. Kennedy: “non chiedete cosa l’America può fare per voi ma quello che voi potete fare per l’America”. Ecco questo, nel nostro piccolo, è lo spirito che ci ha guidati per il raggiungimento di questo ambito traguardo, ispirandoci, anche, al grande presidente degli Stati Uniti. In virtù delle difficoltà economiche dei Comuni, ci siamo comunque impegnati a lasciare in eredità la nostra storia”.
Sono queste le occasioni di incontro e condivisione che consentono alle comunità di riscoprire se stesse, la propria storia, le proprie origini e le caratteristiche peculiari che fanno di ogni territorio un unicum, un gioiello da custodire e valorizzare, in nulla replicabile. Dopo due anni di pandemia il nostro obiettivo e di individuare altri spazi lungo la strada che porta alla casa del Santo per creare un progetto turistico culturale di pregio.
L’evento del 2 seguirà le regole secondo le normative Covid 19 e sarà possibile solo per un ristretto numero di persone assistere allo spettacolo itinerante e gratuito all’aria aperta. Le prenotazioni sono già possibili presso il punto vendita Vizi e Sfizi o presso il desk informazioni il 1 Agosto durante la presentazione del libro del noto giornalista Giovanni Fasanella, organizzata dalla Federazione dei Lucani, dal Comitato Pro San Fele in Svizzera e dall’Amministrazione Comunale di San Fele alle ore 17,45 sempre in Piazza Garibaldi a San Fele.
San Giustino De Jacobis: attualità di un messaggio
La Chiesa di San Fele, come ogni anno, vuole celebrare il più illustre figlio della sua Terra: San Giustino De Jacobis, nel ricordo del giorno della sua nascita al cielo, avvenuta il 31 luglio del 1860. Noi Sanfelesi Lo custodiamo nel cuore, fieri di averGli dato i natali, Egli rappresenta per noi la ricchezza vera, che ogni altra vince e onora.
Un glorioso Santo, il nostro, il cui culto e la cui fama non superano il Meridione d’Italia. Fu tanto noto in terra d’Africa, quanto ignorato in patria: qui le sue radici profonde e nascoste, là i frutti maturi del Suo apostolato. Egli, con la sua opera, è tuttavia consegnato a una dimensione universale e tocca a noi contribuire per farLo conoscere e valorizzare.
Giustino nacque il 9 ottobre 1800 e visse a San Fele fino a 12 anni. Il ricordo del proprio paese, come leggiamo nei suoi Scritti, rimase sempre nel suo cuore. Egli non dimenticò mai le radici lucane e meridionali, anzi con il proprio stile di vita ne esaltò i valori genuini di semplicità, laboriosità, accoglienza.
A 18 anni decise di consacrare se stesso per la causa del Vangelo di Cristo; il 18 giugno 1824 venne ordinato sacerdote nella cattedrale di Brindisi.
La fede nel Signorerese Giustino apostolo e testimone autentico della Parola prima in Italia (1824-1839), attraverso le regioni del Regno di Napoli e poi in Etiopia(1839-1860), tra disagi epersecuzioni eroicamente sofferte per venti anni circa.
Il nostro Concittadino ebbe una sua particolare forma di santità e il suo magistero apostolico, giudicato ai suoi tempi quasi sconcertante, è ora invece ritenuto di prestigiosa attualità alla luce e alle indicazioni della Chiesa di oggi.
Vogliamo ricordare almeno qualche aspetto dei tanti caratterizzanti la sua operosità apostolica.
Prima di tutto l’atteggiamento ecumenico di Giustino, che contraddistinse tutta la sua vita. Egli intuì che il vincolo teologale che unisce tutte le Chiese, come sosterrà 100 anni dopo il Concilio Vaticano II, è il Battesimo, che ci rende tutti figli di Dio in Gesù Cristo,” perché tutti siano una cosa sola”( Gv 17,21).
Essere coraggiosi artefici del dialogo e dell’amicizia, sostiene il Concilio Vaticano II e anche Papa Francesco, allo stesso modo del nostro Santo Giustino, che considerava il dialogo come esperienza che più di ogni altra favoriva l’incontro tra le persone. Dialogo per Lui significava ascolto dell’altro, insieme al suo rispetto e apprezzamento e le diversità che emergevano erano efficaci per la crescita personale e religiosa. L’Inculturazione fu il suo metodo. Rinunciando volutamente a mentalità e formazione occidentali, assunse il modo di vivere, di pregare e perfino di vestire proprio degli Etiopi, arrivando ad essere “abissino con gli Abissini”.
Nel suo operare non presentò mai la Chiesa di Roma in atteggiamento di superiorità, come era stato fatto in passato, ma la definì Chiesa sorella, che accettava le differenze delle altre Chiese e le valorizzava. Dio premiava i suoi sacrifici con conversioni al Cattolicesimo non solo delle classi umili, ma anche di dotti, copti e musulmani. In tal modo, il nostro Santo realizzò un significativo passo in avanti nel cammino verso la sinodalità e la comunione interreligiosa.
Nella realtà di quell’ambiente Giustino subì stenti, prigionie e pesanti persecuzioni, a causa dell’ostilità del vescovo copto Abuna Salama e dell’imperatore Teodoro II. Tante volte venne frainteso, giudicato, sospettato dagli stessi Francesi, strumento delle manovre del tristemente famoso Mr. De Goutin.La forza per affrontare le avversità, Giustino la attingeva nella meditazione e nella preghiera, che si sostanziava di amore concreto verso i fratelli, sull’esempio di Cristo, che diede la vita per noi.
Le sue virtù illuminino la nostra vita e la sua opera raggiunga come profezia, come provocazione ognuno di noi e soprattutto i giovani per camminare su quei sentieri di comunione, di dialogo, di testimonianza, di carità, tanto amati dal Nostro Santo. L’Africa, soprattutto in questo momento storico particolare, è anche qui, bussa alle nostre porte, chiede un posto alle nostre tavole, un posto dove non vi sia segno alcuno di divisione e di discriminazione.
Conoscere Giustino e amare questa sua Africa, vicina e lontana, è un tutt’uno.
Il nostro Vescovo, Sua Ecc.za Mons. Ciro Fanelli, a cui San Giustino De Jacobis è particolarmente caro e il parroco della nostra Chiesa particolare, don Michele Del Cogliano, hanno efficacemente contribuito, con il loro operare, a rendere contemporaneo e vivo il Nostro Santo, il cui unico torto, come ebbe a dire Paolo VI nel giorno della sua canonizzazione, è ancora quello di essere poco conosciuto. Hanno inteso sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni a cogliere i tratti più incisivi della personalità di Giustino, che fanno di Lui un modello per l’uomo di oggi: l’Ecumenismo, la missionarietà, la spiritualità.
Molteplici sono state le iniziative intraprese: Benedizione della Statua da parte di Papa Francesco nell’ottobre del 2019; concorsi letterari nelle scuole; borse di studio sulla ricerca della figura del Santo, realizzate in collaborazione con l’Università di Basilicata e il Comune di San Fele; accoglienza in Chiesa Madre delle Reliquie del Santo, conservate nella cappella dei Vergini a Napoli per la durata di un mese; commemorazione della nascita di San Giustino a livello diocesano, il 9 ottobre 2020, con la partecipazione di tutti i prelati della Regione Basilicata, del vescovo metropolita Mons. Ligorio e anche del presidente del Consiglio Regionale, dott. Carmine Cicala, con cui si è inteso intraprendere un percorso di valorizzazione turistica del territorio; realizzazione di un progetto presentato dal Vescovo, mons. Ciro e dal parroco don.Michele, approvato dalla Conferenza Episcopale di Basilicata e dalla Commissione Missionaria Regionale, che ha visto la nomina di San Giustino De Jacobis come“Protettore dei Lucani nel mondo” e “Compatrono della Basilicata” insieme a San Gerardo Maiella.
Il parroco don Michele ha voluto rendere omaggio di ammirazione e venerazione al grande Santo, scrivendo un libro, dal titolo: “In dialogo con San Giustino De Jacobis”.Questo, molto interessante e avvincente, è stato inviato dal Vescovo, mons. Ciro, a tutti i vescovi d’Italia, per presentare il nostro Santo a un vasto numero di lettori.
Ogni domenica, a iniziare dal 3 Ottobre 2021, fino al 10 luglio 2022, don Michele ha effettuato la peregrinatio dell’insigne Reliquia di San Giustino in tutte le parrocchie della Diocesi, a cui ha portato in dono anche un quadro del Santo, da offrire alla venerazione dei fedeli. Tantissime persone hanno preso parte alle funzioni religiose. Il pellegrinaggio ha inteso ricordare la missione che Dio aveva affidato al nostro Santo: percorrere le strade del mondo, incontrando la gente, i poveri e l’impegno nell’opera di evangelizzazione. Nel suo libro e nelle varie tappe della peregrinatio, durante le omelie delle Sante Messe, il parroco ha sapientemente delineato i tratti fondamentali della figura del grande missionario lazzarista. Giustino, egli ha affermato, era un uomo piccolo e minuto, ma nello stesso tempo forte, intraprendente e tenace nel perseguire i suoi sogni. Amante dei grandi orizzonti, in Lui la tensione spirituale si trasformava in voce itinerante per le vie del mondo, per annunciare il Vangelo delle Beatitudini e far propria la passione di Gesù per i fratelli più poveri e bisognosi. Le virtù cristiane, comunicava don Michele, che caratterizzarono la personalità del Santo furono l’umiltà, la carità e il perdono, che aveva in Cristo il suo ispiratore e che in Giustino raggiungeva la vetta dell’amore al nemico. Amare il prossimo incondizionatamente, senza riserve e pregiudizi, perché solo il vero amore può rinnovare la società.
Sono questi gli aspetti della personalità del nostro Santo, messi in luce e ampiamente illustrati da don Michele.
Noi Sanfelesi vogliamo ringraziare il nostro parroco per tutto quello che fa per la nostra comunità e soprattutto per la diffusione della spiritualità del nostro Santo.
Il Cuore Divino di Gesù, per intercessione di Maria e di San Giustino De Jacobis, lo guidi sempre con la Sua luce e la Sua grazia, affinché sia costruttore di comunione e di unità.
Un ringraziamento particolare va al nostro Vescovo , mons. Ciro Fanelli, sempre sensibile alle attese della nostra parrocchia. Egli, amante e diffusore della santità di San Giustino De Jacobis, ha sempre incoraggiato,sostenuto e collaborato con don Michele nella realizzazione del progetto per la valorizzazione del nostro Santo.
Signore, accompagnalo nel suo cammino con il Tuo Amore, donagli sapienza, fermezza e lungimiranza e disponibilità ad ascoltare sempre la voce dello Spirito, sull’esempio di San Giustino.