Pur avendo espresso nella nota metodologica il modo di interfacciarsi con le amministrazioni comunali resta un dubbio di fondo: le amministrazioni che non segnalano i dati finiscono in fondo alla classifica.
Questo anno Potenza ha compilato l’86% delle schede e Matera il 70% mentre Como 0%.
Como perde 65 posizioni passando dal 21° posto all’86°
Agrigento per lo stesso motivo ne perde 20 va dal 8 1° al 101°
Mentre Matera passa dal 97° al 42° guadagnando ben 55 posizioni
Stessa cosa si dica per Potenza che ne guadagna 33 passando dal 73° al 40°
Tutto questo solo perché le ultime due hanno compilato più schede e le altre meno rispetto al rapporto dell’anno precedente, cosa abbia a che vedere con l’ecosistema urbano l’adempimento amministrativo non si sa
Per entrare nello specifico regionale ed analizzare i dati che ci riguardano diremo che dei 27 indici che compongono il punteggio finale ve ne sono otto che concorrono significativamente, come è giusto che sia, a formare la classifica.
Tre riguardano l’aria : NO2 ( biossido d’Azoto), PM 10 (polveri sottili) ed Ozono, tutte e tre arrivano a formare il 21% (Rispettivamente il 8%,10%, e 3%)
Tre riguardano l’acqua : Consumi idrici (3,5 %) , Dispersione rete( 2,5%) e Depurazione (8%) e il totale fa 14%
Vi sono poi i rifiuti che concorrono con due voci al 13%
Il totale delle suddette 8 voci forma il 48% mentre tutte le altre 19 solo il 52%.
Fatta questa premessa non ci soffermiamo sui rifiuti: ne produciamo meno degli altri e differenziamo anche poco.
Per ciò che riguarda l’aria, che concorre fortemente alla formazione del punteggio, tutto dipende dalla ubicazione delle centraline , dal numero delle stesse e dal loro funzionamento.
Il quadro per le due città capoluogo è il seguente :
Matera ha due centraline una posta alla Martella , zona estremamente periferica della città in una vallata fortemente irraggiata dal sole, ed un’altra posta a P.zza Matteotti, abbandonata e non più in funzione da epoca immemorabile.
Potenza ne ha cinque: due in zona suburbana ( S. Luca Branca, e Rossellino) due in zona urbana ( viale dell’Unicef e via Firenze) ed una a Piazza 18 Agosto non più funzionante dal 2006 e rilevava il PM10.
C’è da dire ancora che le due centraline poste in zona urbana di Potenza non rilevano l’Ozono e il biossido di azoto ma solo il pm10.
• Per chiarezza diciamo cosa è il PM10 sono polveri sottili che si disperdono nell’aria legate anche all’attività dell’uomo: processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche), usura di pneumatici, freni ed asfalto. La rilevazione va fatta sia in area urbana che extra urbana, è chiaro che ha maggiore importanza, ai fini della salute dell’uomo, farla nelle aree urbane.
• Il biossido d’azoto ha nella combustione interna degli autoveicoli una delle principali fonti, è ritenuto cancerogeno è un forte irritante delle vie polmonari e può anche provocare danni irreversibili ai polmoni
• L’ozono è presente in piccola parte anche negli strati più bassi dell’atmosfera e risulta essere un inquinante molto velenoso se respirato a grandi dosi. Le concentrazioni di Ozono sono influenzate da diverse variabili meteorologiche, tra cui la direzione e la velocità del vento, la stabilità atmosferica, l’altezza dello spessore di rimescolamento, la temperatura, l’intensità della radiazione solare. Per questo viene rilevato e tenuto in osservazione specie in estate. Giustamente è stato dato un peso inferiore nella rilevazione ma è chiaro che la sua concentrazione ha maggior rilevanza se fatta in zone a forte densità di popolazione e non già in quelle periferiche.
• Lo scorso anno le centraline dell’Arpab e che rilevavano il PM 10 non sono stati funzionati per : il 4,7% dei giorni quella di Viale dell’Unicef, il 10,4 % quella di Rossellino, il 22,7% è andato a quella Via Firenze,il 66,0% è toccato a quella di S. Luca Branca mentre quella della Martella non ha funzionato addirittura per l’80,8% e con questi elementi Potenza ha guadagnato l’8° posto nella graduatoria della voce e Matera il 10°(Fonte OLA su dati Arpab).
I dati aggregati dell’ozono relativi al 2008 non sono stati elaborati dall’ Ola ( fonte Arpab) ma dobbiamo dire che rapportando quelli del 2009 fino ad Agosto che se per Potenza c’è condivisione nello sforamento Per Matera ci sono tantissimi dubbi salvo che la centralina ,nel 2008 ,non sia stata sistemata in un hangar buio.
Fino ad agosto del 2009 la centralina di La Martella indicava come per ben 62 giorni vi era stato lo sforamento e allora tenuto conto che la quantità tollerata di sforamento è di 25 giorni per ciascuna anno siamo a valori ben diversi da quelli segnalati e che pone Matera al’8° posto della classifica.
Siamo, nel caso del 2009, a due volte e mezzo il numero dei superamenti previsti e la posizione sarebbe stata negli ultimi posti ( 80° circa) Resta il fatto che il dato non è congruo perché la rilevazione è fatta in una zona non utile mentre andrebbe fatta in città.
Per il biossido d’azoto che è tanto pericoloso ed è fortemente influenzato dal traffico urbano la rilevazione avviene solo nelle centrali periferiche e non già in quelle rubane.
Passando alla voce acqua e che ha un valore significativo per la rilevazione notiamo che pur essendo facile rilevare i consumi idrici e le dispersioni della rete basta annotare quello che viene immesso e poi ciò che i contatori segnano, Matera non ha segnalato la sua percentuale di dispersione mentre Potenza con il suo 58% rispetto alla media nazionale del 19% finisce al 94°.
Tutti sanno che, da epoca immemorabile, la rete idrica della città capoluogo di Regione è un colabrodo.
Per ciò che concerne la depurazione dell’acqua il rapporto afferma che i gestori degli impianti di depurazione dichiarano reflui in uscita generalmente a norma, è come domandare al cantiniere se il vino che vende è buono
Nel caso di Matera che finisce al 64° posto afferma che ha una capacità di depurazione pari 87% giova ricordare che nel mese di Maggio di questo anno, ma il fenomeno era riscontrabile già lo scorso anno, a seguito di una denunzia sono intervenuti i Carabinieri del Noe presso i depuratori di Pantano e che smaltisce il 50% dei refluo della città, hanno prelevato l’acqua e l’hanno , a seguito di analisi eseguite dall’Arpab, trovata non a norma ed hanno provveduto alle conseguenti denunzie alle autorità competenti.
Parliamo del 50% delle acqua trattate in città e non già del piccolo depuratore di Venusio che tratta l’1% di quello di Pantano o di Lamione con il suo 15% .
Che dire poi della rete fognaria del centro storico e di tutta quella consistente parte che su di essa insiste e che in buona sostanza scarica non depurata nel torrente Gravina perché vecchia di oltre 70 anni?
Dei risultati operativi scaturiti da un incontro, ritenuto risolutivo , al quale venne data molta rilevanza mediatica e che si tenne il 18 Giugno di questo anno non se ne sa più nulla.
Per ammissione stessa dell’AATO la nostra rete fognaria va diciamo così “rivisitata”.
Direi proprio che una riflessione più puntuale sulle risultanze che si sbandierano con forza vada fatta.
Pio Abiusi