“La posizione assunta dal gruppo dirigente di Coldiretti di contrapposizione pregiudiziale nei miei confronti, al di là delle legittime rivendicazioni per la crisi che interessa l’agricoltura italiana per una serie di fattori internazionali e nazionali non certo addebitabili a responsabilità della Giunta regionale, non trova alcuna giustificazione specie dopo l’Avviso Pubblico di sette milioni di euro di aiuti agli agricoltori e di tutte le altre misure “messe a terra”, per usare il linguaggio dei dirigenti Coldiretti, per altri 12 milioni di euro (4 milioni per ristrutturazione e accesso al debito attraverso convenzione con Ismea, 4 milioni per fronteggiare i maggiori costi aziendali, un milione per le imprese del comparto zootecnico, a cui aggiungere 3 milioni recuperati dal PO Val d’Agri). E’ bene precisare che per l’attività in capo ad Ismea i ritardi sono addebitabili esclusivamente all’istituto. Non riesco pertanto a capire perché si mandino allo sbaraglio gli agricoltori associati ai quali è negata l’informazione corretta e completa su cosa realmente la Giunta ha deliberato e non promesso come dice, sapendo di mentire, il direttore Mattia. Le delibere, gli Avvisi Pubblici dimostrano che non ci sono soldi rimasti nel cassetto dell’assessore come sostiene il dirigente Coldiretti con la responsabilità di soffiare sul fuoco di tensioni sociali che invece vanno ricondotte al confronto e non certamente alla protesta per la protesta. Quanto poi alla pretesa che i soldi dei provvedimenti della Giunta domani stesso finiscano nelle tasche degli agricoltori è un’offesa all’intelligenza degli stessi agricoltori che conoscono bene l’iter e i tempi (che ci impegniamo a snellire) della Pubblica Amministrazione. Purtroppo, ci dispiace constare l’isolamento in cui viene ricacciata Coldiretti a differenza delle altre confederazioni ed associazioni del mondo agricolo – Cia, Confagricoltura, Copagri – con le quali proprio in questi giorni abbiamo tenuto un proficuo rapporto di collaborazione, su loro richiesta, per la programmazione futura del Psr. A meno che al gruppo dirigente di Coldiretti non vada giù che per noi, a differenza di quanto è avvenuto in passato, Coldiretti non può vantare corsie preferenziali ma è uguale alle altre organizzazioni. Mi pare di capire piuttosto che il “nervo scoperto” del nervosismo manifestato riguarda la vicenda dei Contratti di Filiera. E’ bene che gli associati Coldiretti sappiano che, con la dgr 474 del 22 luglio scorso, la Regione Basilicata ha stanziato i primi 5 milioni di euro per assicurare il Cofinanziamento ai progetti di filiere nazionali del Piano operativo agricoltura, come da Delibera Cipe n. 25/2016. Sul territorio lucano sono stati presentati 168 progetti di investimento per un totale di 17milioni di euro afferenti a 16 filiere, a cui la Regione contribuisce con un contributo del 25 per cento, pari a circa 25 milioni di euro. Tra questi una filiera cerealicola (Grano Armando) che aggrega 30 imprese per un investimento pari a circa 11,8 milioni di euro. Su scala regionale, con il Psr 2014-2022 sono state finanziate due filiere cerealicole lucane, con un finanziamento complessivo pari a 13,2 milioni di euro, 51 aziende di produzione e 14 imprese di trasformazione e commercializzazione. Ad oggi il livello della spesa è pari a circa il 50 per cento.
I contratti di filiera che sono stati sottoscritti dai partecipanti alle filiere contengono “… precisi obiettivi qualitativi e quantitativi”, come richiesto tra l’altro da Coldiretti e l’applicazione di prezzi collegati a precisi indici di mercato. Ebbene, oltre ad invocare il rafforzamento del sistema di filiere produttive, è auspicabile una verifica attenta sulle filiere già attive e sostenute con i cospicui finanziamenti comunitari, nazionali e regionali, per comprendere come gli impegni assunti ed invocati da Coldiretti, si stiano realmente rispettando.
Infine, per il senso di responsabilità istituzionale che caratterizza da sempre il mio operato, non mi sottraggo ad ulteriori confronti purché si rimuovano atteggiamenti pregiudiziali e pretestuosi che, ripeto, sono un grave danno per associati ed agricoltori ai quali bisogna raccontare la verità e non certo vanno utilizzati come strumenti di manovre per altri scopi non del tutto chiari”.
Lo dichiara l’assessore regionale alle Politiche agricole, Francesco Cupparo.