Basilicata regina italiana delle imprese al femminile. A fine giugno 2022, le aziende lucane in rosa sono il 26,3% del totale, più della media del Sud (23,7%) e di quella italiana (22,2%).
Oltre 7 aziende su 10 sono ditte individuali. Una su 10 è guidata da una under 30, il 5% vede al timone una donna straniera. Ma le difficoltà non mancano. Rosa Gentile: “Dobbiamo investire di più sul welfare e su misure atte a favorire il bilanciamento tra vita e lavoro”
La Basilicata si conferma la maggior regione produttiva a trazione femminile: lo evidenziano i dati resi noti nel corso della presentazione del V Rapporto sull’imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Centro studi Tagliacarne e Si.Camera. Le imprese in rosa lucane, al 30 giugno 2022, sono infatti 15.958, su un totale di 60.575, con un’incidenza del 26,3%. Una percentuale che supera di gran lunga quella relativa alle imprese femminili del Mezzogiorno (23,7%) e italiane (22,2%). Il dato provinciale racconta che a Potenza ci sono 10.432 aziende a conduzione femminile, con una percentuale del 26,9% sul totale, mentre a Matera ce ne sono 5.526 (25,3%).
Rispetto alla ragione sociale, il 74,6% sono ditte individuali; il 16,2% sono società di capitali, il 5% società di persone e il 4,1% sono cooperative, consorzi o altre forme. Il 41% delle aziende femminili lucane è impiegato in agricoltura, il 26,9% nei servizi, il 23% nel commercio; il 5,6% nell’industria e il 3,5% nelle costruzioni.
Altri dati interessanti: il 10% delle aziende in rosa è guidato da una under 30 (caratterizzandosi quindi anche come azienda giovanile) e il 5% vede al timone una donna straniera. L’11,1% è un’azienda artigiana.
A livello nazionale, il Rapporto di Unioncamere evidenzia che le imprese femminili sono concrete nell’investire sia nel digitale che nella sostenibilità ambientale, ma non senza difficoltà. La metà delle imprese femminili, infatti, ha interrotto gli investimenti o addirittura esclude di volerli avviare nel prossimo futuro a causa di difficoltà tra cui l’esigenza di migliorare la formazione alle nuove tecnologie 4.0 e green (sia a livello scolastico che universitario), avere un accesso più facile alle risorse finanziarie, vedere semplificate le procedure amministrative. “Le Camere di commercio sono sicuramente l’interlocutore migliore per superare questi gap e sostenere lo spirito imprenditoriale delle donne – dichiara Rosa Gentile, presidente del Comitato per l’imprenditorialità femminile della Cciaa della Basilicata -, ma c’è bisogno di un ecosistema forte che supporti lo slancio delle imprenditrici e delle aspiranti imprenditrici. Fondare un’azienda non è solo un atto di tipo economico e produttivo, ma ha anche riflessi nel sociale e sul piano occupazionale, per cui occorre agire sul piano del welfare e sulle politiche di bilanciamento tra vita e lavoro. Solo così potremo costruire una società più inclusiva e produttiva”.