La Fp Cgil, la Cisl Fp e la Uil Fpl si trovano a dover denunciare, ancora una volta, la situazione non più tollerabile che continuano a subire i lavoratori del Comune di Venosa che sono in stato di agitazione.
Sin dal suo insediamento l’attuale giunta ha posto in essere una serie di azioni che hanno fortemente penalizzato i lavoratori, tra le quali il mancato rispetto del contratto decentrato sottoscritto pochi mesi prima, con conseguente blocco delle progressioni orizzontali e forti restrizioni della flessibilità. Inoltre, lo stesso organo esecutivo ha proceduto con l’approvazione di atti unilaterali seguiti ad accordi volutamente non raggiunti in delegazione trattante con le organizzazioni sindacali. I lavoratori hanno dovuto subire numerose riorganizzazioni, con evidenti ricadute negative nella gestione dei servizi, oltre alla mancata corresponsione della retribuzione della performance ormai dall’anno 2018.
Rispetto a tale assurda situazione le organizzazioni sindacali hanno provveduto a inviare diverse richieste e diffide legali, alle quali, ultimamente, non è neppure più pervenuto alcun riscontro, nonché proclamazione di stati di agitazione che, nei fatti, non hanno sortito alcun effetto concreto, con gravi danni per i lavoratori sia dal punto di vista professionale che economico e l’aumentare di un malessere lavorativo, ampiamente testimoniato dalla recente indagine interna condotta dalla Commissione all’uopo istituita.
Abbiamo innumerevoli volte sollecitato la conclusione dei procedimenti relativi alle valutazioni dei dipendenti per le annualità 2020 e 2021, ai fini della liquidazione delle relative indennità contrattualmente previste e, pochi giorni dopo una delle nostre ennesime diffide, il nucleo di valutazione, con nota del 12 marzo scorso, rispondeva che “le relazioni per l’anno 2020 dei responsabili delle aree amministrativa, finanziaria, tecnica ad interim, tecnica, polizia locale sono pervenute a questo Nucleo in data 11.3.2022”. Con un ritardo imbarazzante di oltre un anno, rispetto a quanto previsto nel vigente regolamento. Nulla, tra l’altro, il presidente dei revisori comunicava in riferimento alle relazioni relative all’anno 2021, anch’essa abbondantemente scaduta. Va inoltre segnalata una circostanza sulla performance 2019, che non prevede alcuna retribuzione per i dipendenti, ma solo per le posizioni organizzative, con obiettivi approvati il 30 dicembre 2019. Ci chiediamo: gli obiettivi retroattivi possono valere solo per le posizioni organizzative e giammai per coloro che contribuiscono al loro raggiungimento? Scelta (unilaterale) legittima? Abbiamo chiesto un accesso agli atti sulle valutazioni ai fini della performance delle posizioni organizzative, che ci è stato negato adducendo la motivazione la privacy. Tuttavia, al momento, siamo riusciti nel risultato di bloccare il pagamento.
Nel frattempo, dopo i due atti unilaterali per le annualità 2019 e 2020, a inizio dicembre 2021, in seguito a numerose sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, si è riunita la delegazione trattante per il riparto del fondo e si è giunti, stavolta, ad un accordo, con firma alla preintesa di tutta la delegazione di parte sindacale e pubblica. A soli due giorni dalla fine dell’anno, le organizzazioni sindacali, tuttavia, sono state inaspettatamente riconvocate in tutta fretta: la relazione tecnico finanziaria redatta dal responsabile finanziario e inviata con la preintesa al revisore dei conti conteneva delle perplessità in merito ai criteri per le progressioni orizzontali e ciò nonostante la firma dello stesso responsabile alla citata preintesa e criteri di valutazione già utilizzati per le progressioni delle annualità precedenti, non ritenuti da modificare neppure negli atti unilaterali,. La conseguenza era stata l’espressione di un parere sfavorevole del revisore dei conti all’accordo, rinviato alla delegazione trattante a soli due giorni dalla fine dell’anno.
Unicamente al fine di superare lo stallo venutosi a creare e nell’ottica di una collaborazione con l’Ente, che si era dichiarato disponibile a iniziare una nuova stagione di proficua collaborazione con le organizzazioni sindacali e gli stessi lavoratori, le organizzazioni sindacali avevano deciso, dopo una serie di discussioni e valutazioni, di sottoscrivere il nuovo accordo. Si chiedeva, tuttavia, fosse contestualmente avviata una verifica in merito ai ritardi nella predisposizione degli atti volta ad accertare la presenza di responsabilità, anche disciplinari, nei confronti dei responsabili che non avevano predisposto nei tempi e nei modi gli atti propedeutici alla conclusione dei procedimenti.
Una miriade di azioni e sollecitazioni, senza riscontri reali, con i lavoratori che si sentono presi in giro, stanchi e demotivati, nonché economicamente lesi. A tutto ciò si aggiunga il fatto che la mancata sostituzione con nuove assunzioni dei numerosi pensionamenti hanno reso i carichi di lavoro oggettivamente insostenibili.
Alla luce di tutte le gravissime inadempienze solo brevemente delineate, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl intendono proclamare l’astensione dal lavoro dei lavoratori del comune di Venosa e pertanto hanno scritto alla commissione di Garanzia per l’attuazione della Legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e Sua Eccellenza il Prefetto affinché attivi le preliminari procedure di Conciliazione e raffreddamento previste dalla norma per la proclamazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali.