Marcello D’Amelio, scopritore del gene dell’Alzheimer, originario di Montemilone e docente presso il Campus Biomedico di Roma, è stato premiato il 3 agosto a Pignola durante l’evento ”Nicola per sempre”.
La comunità di Pignola si è unita per onorare la memoria del concittadino Nicola Vista, morto a soli 53 anni. Nicola viene ricordato da tutti come un cittadino attivo nel sociale, di un altruismo straordinario e convinto che anche in una realtà piccola come quella di Pignola ci potessero essere opportunità di sviluppo e aggregazione.
La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, si è incentrata sulla prevenzione dell’Alzheimer e del Parkinson. E questo perché il premio ”Nicola Vista” è andato in primo luogo al ricercatore D’Amelio e al primario di neurologia al San Carlo di Potenza Nicola Paciello.
L’occasione è stata quella giusta per un confronto sui rischi della malattia, le possibilità di cura e il modo per prevenirla. Ed anzi i due professionisti hanno insistito molto sulla prevenzione in quanto l’Alzheimer è stata definita “subdola”: inizia, hanno detto, a manifestare i suoi effetti quando è già troppo tardi, dopo un lungo periodo di buoi clinico. Il che significa che la malattia può rimanere silente anche per 18/20 anni. Il nostro cervello, in quel periodo, però compensa il danno e “non ce la fa vedere”.
Proprio per questo motivo, è stato sottolineato, l’anziano deve essere attenzionato. Se i suoi interessi si affievoliscono, i suoi rapporti sociali diminuiscono e il tono dell’umore cambia potrebbero questi essere segni di un decadimento neurologico.
Quello che bisogna fare allora è conoscere e lavorare sui fattori di rischio, il primo dei quali è l’età. Il professore D’Amelio, infatti, dice che l’Alzheimer (come anche il Parkinson) sono malattie che sono sempre esistite ma che ovviamente si manifestano maggiormente in una società che invecchia, come la nostra. Il genere è un altro fattore di rischio: le donne sono più soggette a questo tipo di malattie neurodegenerative a causa della diminuzione, con l’età, degli estrogeni (che fungono da neuro protettori). Ma anche l’ipertensione arteriosa e l’alimentazione giocano un ruolo importante nella progressione della malattia.
Poiché ad oggi, nel mondo, non ci sono farmaci in grado di rallentare in maniera significativa il declino cognitivo. I due professionisti hanno raccomandato di proteggersi già in assenza della malattia consultando un neurologo senza pregiudizi di sorta. Ma il metodo migliore di prevenzione è quello di creare “nuovi circuiti cognitivi” cioè sollecitando il cervello con i contatti sociali che consentono la formazione di nuova memoria e rallentano il decadimento cognitivo.
Inutile dire che la discussione è stata seguita con estremo interesse (e un pizzico di timore). Ma la manifestazione si è alleggerita con le premiazioni successive: quella di Giuseppe Di Tommaso, al giornalista de La Vita in Diretta (anche lui lucano, di Tursi), noto alle cronache per aver ritrovato in diretta il piccolo Nicola che era scomparso nel giugno del 2021 a Palazzuolo sul Senio (FE); e quella dell’imprenditore pignolese Paolo Patrone, che con i suoi investimenti ha vivacizzato l’economia del nostro territorio garantendo sviluppo e lavoro.
Tra una premiazione e l’altra il maestro Paolo Menchise insieme alla sua orchestra ha allietato la serata. Ma non è stata l’unica performance artistica: ci sono stati ballerini, cantanti lirici e non. Tutti hanno voluto onorare come meglio hanno saputo fare il ricordo del loro amico Nicola, che è diventato collante di una piccola comunità che fa della solidarietà un tratto significativo di identità.
Ago 04