Un’icona della musica italiana nel mondo. Riccardo Cocciante per la prima volta a Matera grazie al concerto organizzato dall’associazione “Orchestra Saverio Mercadante” in collaborazione con l’associazione Il Palcoscenico e che lo ha visto protagonista insieme all’Orchestra Sinfonica Saverio Mercadante composta da oltre 40 musicisti e diretta da Leonardo De Amicis. Un’occasione straordinaria per ripercorrere in chiave sinfonica i più grandi successi della sua luminosa carriera cominciata negli anni Settanta e che dopo quasi mezzo secolo prosegue con un successo inarrestabile (la festa per i 50 anni di carriera è in programma nel 2023)-
Di seguito la scaletta dei brani eseguiti: la grande avventura, un buco nel cuore, celeste nostalgia, il mare dei papaveri, l’odore del pane, primavera, era già tutto previsto, uniti no divisi no, due, tu sei il mio amico carissimo, a mano a mano, sincerità, i clandestini, mi distruggerai, vivere per amare, luna, Dio ma quanto è ingiusto, bella, balla mia esmeralda, cervo a primavera, questione di feeling, vivi la tua vita, notturno, per un amico in più, bella senz’anima, se stiamo insieme e Margherita e per il bis “per un amico in più”.
Michele Capolupo
Di seguito l’intervista rilasciata da Riccardo Cocciante prima del concerto a Matera (disponibile anche in versione video cliccando sul link in basso)
Maestro tra i selezionatissimi luoghi che ha scelto per i concerti di quest’anno c’è anche Matera, contento di essere qui?
Sì, sono contento perché si tratta di luoghi umani, in cui si possono trasmettere emozioni più ravvicinate, una cosa che nei mega concerti non si può fare, si cerca di espandere quello che si ha dentro ma non c’è il contatto ravvicinato, quei luoghi che ho amato quando ho cominciato la mia carriera, poi sono andato in altre direzioni ma ora avverto questo ritorno. Come un attore che dopo tanti anni di successi al cinema decide di tornare a teatro io mi considero un artigiano e devo continuare ad essere un artigiano. La musica oggi è sempre più industriale, è sempre più un fatto di business, invece io vorrei riassaporare questo sapore del “fai da te”.
Questa Cava del Sole che suggestioni le provoca?
“Sono luoghi belli ma che hanno una storia, un’anima, l’anima abita un teatro, abita un posto. In alcuni posti dove si va adesso si sente che non c’è questa forza che ci aiuta a fare le cose più sensibili”.
Un ritorno a Matera e in altri luoghi che anticipa i 50 anni di carriera e tante altre opere da riportare in scena, come Turandot per esempio, Cocciante non ha proprio voglia di fermarsi a quanto pare?
“Io non mi fermerò mai, soltanto quando la mia vita finirà io finiro di fare cose. L’artista non è un lavoro, è una passione, una cosa che bisogna seguire comunque. Tutto quello che succede intorno può crollare ma l’artista deve continuare. Un mestiere uno può decidere di cambiarlo, di fare altre cose, io non potrei cambiare mai perché comunque quello che faccio è profondamente ancorato in me. Devo rimettere in scena Romeo e Giulietta, c’è Turandot da finire dopo lo stop della pandemia, c’è Il Piccolo Principe che vorrei riprendere in Francia e poi per i 50 anni di carriera dell’anno prossimo sto preparando un disco di inediti”.
C’è qualcosa che vorrebbe sperimentare ancora Riccardo Cocciante?
“Io vorrei sperimentare tante cose, ho nella testa tante cose da provare ma il tempo forse non mi darà la possibilità di provare tutto. Io sono molto curioso e molto amante di tutto quello che si fa nella propria epoca. Non sono nostalgico, quello che si fa oggi nella musica o nell’arte in generale lo seguo. Certe cose non le trovo proprio giuste ma alcuni esperimenti li trovo interessanti. Io ho sempre amato la musica che mi faceva male, secondo me la musica deve urtare, far reagire, trovo che oggi c’è questo, esiste ancora, ovviamente in forma diversa rispetto alla nostra epoca ma è sempre interessante osservare quello che succede nel periodo in cui viviamo e magari prendere ispirazione”.
Questo ritorno sul palco cosa rappresenta per Cocciante?
“E’ un banco di prova per me. Ho la mia età e a volte mi chiedevo chissà se ce la farò a fare questo spettacolo di due ore e mezza, ci vuole una forza fisica, mentale, concentrazione. E’ una maniera per confrontarmi con il pubblico che viene a vedermi ed è un modo per preparare i 50 anni di carriera”.
Il suo rapporto con Matera e la Basilicata? “Io sono venuto diverse volte qui, è sempre una zona splendida, bellissima, soprattutto di cultura. Tutto il sud dell’Italia ha questa profonda cultura che viene dai greci e dagli arabi. Amo questa mescolanza. Stiamo vivendo un periodo difficile in cui gli immigrati non sono accettati sempre ma il futuro del mondo è quello, mescolarsi, perché mescolandosi si creano delle cose nuove, nuove alchimie, nuove forme, si arricchisce il patrimonio che noi abbiamo e che potrebbe essere ancora migliore nel futuro”.
Ricordando Morricone, Riccardo Cocciante è sempre un gatto che cade con le zampe?
Sì perché sono un autodidatta. Non scrivo musica, non ho mai preso lezioni di pianoforte né di canto e quindi tutti i musicisti che hanno studiato per anni si chiedono come riesco ad avere questa padronanza dell’armonia, della melodia, del canto. Per questo come un gatto che cade con le 4 zampe, mi salvo sempre alla fine”.
Cosa offre al pubblico questo concerto? “Sono compositore di canzoni, di Notre dame de Paris. Questo concerto è anche un po’ guardarmi nello specchio. Dopo diversi anni mi ritrovo a cantare canzoni che hanno 50 anni e cerco di farle come vivo oggi, non imitando che quello che stato fatto all’epoca. Io ero un cavallo irruente all’epoca, adesso sono dentro ma con una certa saggezza. Non le cambio le canzoni ma le canto serenamente con la modalità di oggi. Ci sono altri interpreti che hanno interpretato le mie canzoni e sono molto grato a loro. La mia musica deve continuare oltre la mia voce. Non è soltanto la mia voce che deve esistere, sono molto felice che Laura Pausini ha preso “Io canto” o all’epoca Rino Gaetano e Bocelli che hanno cantato “a mano a mano”.
C’è un artista dei nostri tempi che potrebbe assomigliare a Cocciante e c’è un artista che le piace particolarmente con cui vorrebbe collaborare per fare musica insieme?
“Non penso che ci sia qualcuno che assomiglia a me, nel bene e nel male. Per me un artista deve essere unico e irripetibile. E’ la forma più completa di essere artista. Io fatto di inserirsi in una moda l’ho sempre rifiutato, ho sempre cercato di costeggiare ma non di esserci mai dentro. Ho fatto una volta Sanremo ma due volte no ma non per questo sono contro Sanremo però io non ci ritorno come concorrente, oppure The Voice l’ho fatto una volta non due volte, questo per non entrare in un ingranaggio, questo mestiere se entri in questo sistema ti può triturare, invece bisogna rimanere sempre indipendenti e prendere decisioni autonome sia la prerogativa degli artisti che durano nel tempo e che continuano a vivere anche dopo la morte.
Artisti con cui vorrei condividere canzoni ce ne sono tanti ma io vorrei osare di più sempre, di più e quindi dico Maneskin, mi interessa perché a me piacciono molto. Hanno rappresentato qualcosa di inedito, di nuovo, con coraggio, fuori dalla moda attuale, anche se era un tipo di musica che esisteva 50-60 anni fa ma loro l’hanno rivisitato in modo moderno, attuale e quindi sono ammiratore di queste decisioni. Quando un artista mi sorprende per la scelta che fa io dico “Mi piace”.
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La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)
Biografia
Riccardo Cocciante (Saigon, 20 febbraio 1946) è un cantautore e compositore italiano con cittadinanza francese.
Riccardo Cocciante nasce a Saigon, in Vietnam, il 20 febbraio 1946 da padre italiano originario di Rocca di Mezzo (in Provincia dell’Aquila) e da madre francese. A undici anni emigra con la famiglia a Roma dove frequenta il Lycée Chateaubriand. È in Italia che si forma artisticamente, anche se manterrà sempre, grazie alla madre, una sorta di “doppia identità” italo-francese; in Francia è noto come Richard Cocciante.
Comincia a esibirsi col suo complesso i Nations nei locali romani, con un repertorio di testi in inglese e, dopo vari provini con alcune etichette, viene messo sotto contratto dalla RCA Talent, esordendo nel 1968 con lo pseudonimo Riccardo Conte, incidendo un 45 giri che però passa inosservato. Notato da Mario Simone e Paolo Dossena, gli viene proposto di passare alla loro etichetta, la Delta, con cui incide, utilizzando il nome Richard Cocciante, nel 1971 il 45 giri Down memory lane/Rhythm e, nello stesso anno, la canzone Don’t Put Me Down, contenuta nella colonna sonora del film Roma bene di Carlo Lizzani; queste incisioni non ottengono però riscontri presso il pubblico.
Antonello Venditti, Simona Izzo, Francesco De Gregori e Riccardo Cocciante durante le prove di Racconto (1973)
Cocciante conosce in quel periodo gli autori Marco Luberti e Amerigo Paolo Cassella: decide quindi di passare a testi in italiano, cominciando una collaborazione con i due autori, e firma un nuovo contratto con l’RCA Italiana, per cui pubblica nel 1972 un concept album con influenze musicali di rock progressivo, Mu, raccontando la storia del continente perduto Mu, ancora a nome Richard.
Alle registrazioni dell’album partecipano molti musicisti prestigiosi, tra cui il leader dei Brainticket, il flautista Joel Vandroogenbroeck, e il tastierista Paolo Rustichelli (del duo Rustichelli e Bordini). L’anno successivo, il 1973, esce il suo secondo LP Poesia pubblicato come “Richard Cocciante” che, al contrario del precedente (costituito da due suite, una per lato) è composto da canzoni nello stile con cui Cocciante diventerà poi noto in seguito. La title track viene incisa nello stesso periodo da Patty Pravo, e col tempo diventerà una delle sue canzoni più note.
Riccardo Cocciante negli studi dell’RCA nel 1973, durante le registrazioni dell’album Poesia; al basso Mario Scotti
I primi successi discografici (1974-1979)
Il primo vero successo pubblicato è la canzone Bella senz’anima e l’album da cui è tratta, Anima, è arrangiato da Ennio Morricone e Franco Pisano, e contiene altre canzoni molto note di Cocciante, tra cui Quando finisce un amore, Qui (presentata pochi mesi prima al Festival di Sanremo 1974 da Rossella), Il Mio Modo di Vivere (di cui il gruppo della Schola Cantorum inciderà una cover nel suo album Coromagia vol. 2 del 1976) e L’odore del pane, già conosciuta in quanto l’anno precedente era stata incisa da Don Backy, che l’aveva inserita nel suo album Io più te. Quando finisce un amore entrerà nella classifica degli Stati Uniti e sarà prima nel 1999 in Olanda tradotta e cantata da Marco Borsato Waarom nou jij.
Il 1975 è l’anno de L’alba e della collaborazione con il solo Marco Luberti, sia come produttore sia come coautore. L’album riporta Cocciante in classifica grazie alla canzone omonima, pubblicata su 45 giri, e altre come Era già tutto previsto (che verrà poi incisa nel 2013 da Andrea Bocelli nell’album Passione) o Canto popolare (incisa anche da Ornella Vanoni).
Nel 1976 incide e pubblica l’album Concerto per Margherita con il brano di successo Margherita che sarà primo anche in Spagna, Francia, e in molti paesi del Sudamerica. Nel 1999 in Olanda il brano sarà tradotto in olandese e cantato da Marco Borsato riscuotendo un notevole successo di vendite. Nel 1978 esce l’album Riccardo Cocciante con il brano di successo A mano a mano, cantata anche da Rino Gaetano, inserita in un album a due con lo stesso Rino coadiuvati dal gruppo prog New Perigeo. Esso verrà poi inciso nel 2013 anche da Andrea Bocelli. Nel 1979 esce l’album …E io canto con il brano Io canto (che nel 2006 Laura Pausini ha riportato in classifica con l’omonimo album di cover). Qui finisce la collaborazione con il suo produttore e coautore storico, Marco Luberti.
Gli anni ottanta e novanta
Inizia così dagli anni ottanta un nuovo percorso artistico con Mogol, il quale scriverà per lui i testi di molti suoi album, premiati da ottimi risultati di vendita e caratterizzati da alcune collaborazioni internazionali. Nel 1980 pubblica Cervo a primavera, nel 1982 è la volta di Cocciante, prodotto da Shel Shapiro e contenente diversi successi come Celeste nostalgia, Un nuovo amico e In bicicletta; nel 1983 esce Sincerità, registrato negli Stati Uniti d’America con i musicisti dei Toto, nel 1985 tocca a Il mare dei papaveri, che contiene il duetto con Mina Questione di feeling, per poi proseguire nel 1987 con La grande avventura, album quest’ultimo, arrangiato da Geoff Westley, con alcuni brani scritti da Lucio Dalla ed Enrico Ruggeri. Dopo 4 anni di silenzio partecipa e vince il Festival di Sanremo 1991 con Se stiamo insieme chiudendo la sua collaborazione con Mogol e pubblicando un altro album omonimo Cocciante contenente un altro duetto femminile, stavolta con Paola Turci (E mi arriva il mare).
Il 1993 è l’anno dell’album Eventi e mutamenti e nel 1994 pubblica il CD Un uomo felice in cui propone svariati duetti con interpreti femminili, fra le quali Mietta in due brani (Sulla Tua Pelle ed E Pensare Che Pensavo Mi Pensassi Almeno Un Po’) e ancora Mina, che con Riccardo canta Amore, brano già pubblicato vent’anni prima dall’autore della canzone Maurizio Monti.
Opera popolare, musical e teatro
Nel settembre 1998 fa il suo debutto in Francia al Palazzo dei Congressi di Parigi, la rielaborazione dell’opera popolare Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, riscritta dal poeta Luc Plamondon, su musiche di Riccardo Cocciante[5]. Il successo è notevole: in Italia lo spettacolo esordisce nel marzo 2002 con la riscrittura dei testi curata da Pasquale Panella.
Sempre nel 2002, in ottobre, è lo stesso Cocciante a mettere in scena il musical del romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, Le Petit Prince (Il piccolo principe), che vedrà luce ancora a Parigi, ottenendo successo, pur rimanendo stavolta entro i confini francesi.
Nel 2005 Cocciante intervalla l’attività teatrale, tornando sul mercato discografico con Songs, album cantato in quattro diverse lingue.
Nel 2006 Cocciante riprende la sua collaborazione con Pasquale Panella, il quale riscrive i testi in italiano di un’altra opera musicata dallo stesso Cocciante, Giulietta e Romeo di William Shakespeare, che debutta all’Arena di Verona nel giugno 2007.
Altre collaborazioni
Nel 1984 compone, con Santandrea, La Fenice, che partecipa al Festival di Sanremo 1984 nella sezione Nuove proposte. Ha duettato, con Massimo Bizzarri (Trastevere ’90 nel 1993), con Scarlett Von Wollenmann (Io Vivo Per Te nel 1994) e con Mónica Naranjo (Sobre Tu Piel nel 1995).
Nel 1995 ha cantato tre canzoni per la colonna sonora del film Toy Story, da lui tradotte in italiano: Hai Un Amico In Me (You’ve Got a Friend in Me); Che Strane Cose (Strange Things) e Io Non Volerò Più (I Will Go Sailing No More). Ha collaborato anche al terzo e al quarto film della saga, cantando sempre Hai Un Amico In Me in entrambi, e Non Permetto nel quarto.
Nello stesso anno ha annunciato la riduzione dell’attività di musicista sia discografica sia dal vivo.
Nel 2013 è uno dei coach di The Voice of Italy su Rai 2 con Noemi, Piero Pelù e Raffaella Carrà. La sua cantante, Elhaida Dani, vince la prima edizione del programma[9][10]: Per lei scrive, assieme a Roxanne Seeman, il singolo When Love Calls Your Name. Il 7 ottobre seguente a sorpresa appare allo show di Gianni Morandi Gianni Morandi – Live in Arena intonando l’assolo della celebre Margherita fra l’entusiasmo e gli applausi del pubblico.
Vita privata
Riccardo Cocciante si è sposato nel 1983 con Catherine Boutet, un’ex funzionaria di una casa discografica parigina, che lo segue nella sua carriera e dalla quale, nel settembre 1990, ha avuto il figlio David.[12] Oltre che in Italia, Cocciante ha vissuto a lungo negli Stati Uniti e in Francia; più recentemente a Dublino, in Irlanda.
Il 14 novembre 2007 è stato condannato in via definitiva a tre anni di carcere con la condizionale dalla corte di cassazione francese per frode fiscale; la sentenza si riferisce all’evasione dell’imposta sul reddito del 2000.
Discografia
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Riccardo Cocciante.
Premi
1991 – Primo classificato al 41º Festival della canzone italiana di Sanremo con la canzone “Se stiamo insieme”
1999 – Premio Victoire de la Musique, per il miglior spettacolo musicale dell’anno e per la migliore canzone, Belle
2006 – Premio alla carriera Città di Sanremo
2007 – Premio SIAE alla Creatività
2008 – Premio PMI, per essersi distinto nella diffusione della musica italiana nel mondo
2009 – Premio 12 Apostoli-Montblanc Riconoscimento all’Arte
2013 – Premio ”Caruso”, per aver contribuito a diffondere la cultura e la musica italiana nel mondo e per i meriti conseguiti con Notre Dame de Paris
2013 – Premio Simpatia ”Oscar Capitolino” alla carriera
2014 – Premio ”Beato Angelico”
2015 – Premio ”Alberto Sordi”
2015 – Premio Faraglioni alla carriera
2016 – Italian Musical Awards, per la migliore musica originale (Notre Dame de Paris)
2018 – Premio Croce di Celestino
Onorificenze
Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana – nastrino per uniforme ordinaria Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana
— 24 marzo 1999. Per iniziativa del Presidente della repubblica.