“Abbiamo piena fiducia nella magistratura e siamo convinti che sarà scrupolosa nel verificare il caso della collega del 118 di Melfi denunciata dalla Polizia per peculato perché fermata, al termine del suo turno di lavoro, con un borsone contenente medicinali e dispositivi sanitari, in seguito sequestrati. Noi, intanto, esprimiamo solidarietà all’infermiera nella speranza che si faccia presto chiarezza sulla questione e che si ponga fine alla caccia alle streghe scatenatasi dopo la notizia”.
Ad affermarlo la presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Potenza Serafina Robertucci che ricorda quanto già messo in evidenza dai colleghi dell’infermiera.
“Portare a casa il borsone con i medicinali e il materiale sanitario per sistemarlo prima del turno successivo potrebbe essere – ha spiegato Robertucci- il motivo per cui la collega è stata denunciata. Questa abitudine non sarebbe inusuale tra i colleghi, per una logica di sicurezza e prontezza negli interventi assistenziali. Il caso sollevato dall’accaduto, e che ha avuto un’eco nazionale, ha suscitato preoccupazioni tra gli operatori del Servizio di Emergenza Territoriale che temono di potersi trovare nella stessa situazione della collega. In attesa che sia fatta luce su quanto verificatosi, è importante ribadire le condizioni spesso difficili in cui si trovano ad operare gli infermieri in Basilicata come in altre regioni d’Italia. Lasciamo, dunque, lavorare la magistratura con l’auspicio che l’attenzione rivolta al fatto di cronaca possa essere altrettanto significativa – conclude Robertucci- anche per le altre questioni che riguardano la professione infermieristica”.