La semplicistica e pretestuosa soluzione del consigliere Cifarelli ai gravi problemi, che non da oggi evidenzia l’attività del Consorzio di Bonifica Basilicata, come ben sanno i nostri agricoltori e come lo stesso Cifarelli dovrebbe conoscere, vale a dire quella di sollevarmi dall’incarico di assessore per le Politiche Agricole, indicata come “bacchetta magica” per superare ogni problema, denota tutta la strumentalità, a fini esclusivamente elettorali, della posizione assunta oltre alla assoluta mancata conoscenza dell’attuale situazione di vera e propria emergenza economica e soprattutto di trasparenza amministrativa e gestionale che vive l’ente consortile.
Intanto mi preme ricordare che l’Amministratore Unico del Consorzio rappresenta anche la Regione (per la quota del 32%) in seno all’assemblea del Consorzio, con una delega che ricevette dall’allora Presidente Pittella. Il consigliere Cifarelli sostiene di aver letto il bilancio di previsione 2022 del Consorzio. Sono felice per lui. A questo punto converrà che non aver trasmesso il bilancio di previsione 2022 alla Regione Basilicata è una grave anomalia da parte del Consorzio.
Quanto gli aumenti a carico degli utenti, nella previsione di bilancio del 2022, che paventati da Cifarelli raggiungerebbero il 100%, tale evenienza potrebbe essere evitata soltanto se l’Amministratore Unico mettesse in atto azioni di recupero dei residui attivi che vengono riportati nel bilancio consuntivo 2020 (ultimo bilancio approvato dall’assemblea – Titolo I Entrate Tributarie) pari a ad oltre 23 milioni di euro. Se l’Amministratore fosse impossibilitato ad attuare quanto suggerito dovrebbe semplicemente dichiarare inesigibili quelle somme e agire di conseguenza.
Da riferire ancora delle continue richieste pervenute alla Regione per finanziamenti straordinari come nel caso di concorrere alla spesa relativa al sollevamento delle acque irrigue e di scolo eccedenti il costo ordinario per 5 milioni di euro. La sollecitazione degli Uffici del Dipartimento di fornire specificazioni e chiarimenti non ha mai avuto alcuna risposta. Dai pochi documenti contabili in nostro possesso si intravede una situazione debitoria alquanto grave che non potrebbe essere assolutamente risolta dai 5 milioni richiesti e che saranno comunque erogati a documentazione presentata.
Evidentemente il ritardo, o la mancanza assoluta, nelle rendicontazioni è diventato un’abitudine consolidata del Consorzio dal momento che anche per le rendicontazioni relative al Piano di forestazione che, come è noto, è delegato al Consorzio, è avvenuto lo stesso. Al solo fine di offrire ulteriori elementi di valutazione al consigliere Cifarelli evidenziamo come le rendicontazioni delle annualità 2018 e 2019, che registrano tra l’altro una differenza di somme non spese per oltre 6MLN di euro rimaste nelle casse del Consorzio, siano state inoltrate Uffici competenti, dopo innumerevoli solleciti, solamente nel mese di giugno 2022; mentre per le annualità 2020 e 2021, circa 87 MLN di euro, nonostante i soliti numerosi solleciti, ad oggi non registrano alcuna risposta e nessuna rendicontazione.
Sui costi energetici si apre tutto un altro capitolo. A fronte di una richiesta dell’Amministratore Unico abbiamo chiesto di conoscere la differenza tra le bollette dell’anno precedente e quelle dell’anno in corso al fine di valutare il gap e procedere eventualmente ad equiparare le uscite energetiche. Siamo ancora in attesa di conoscere tale dato. Scopriamo però che esiste un debito, nei confronti dei fornitori di energia elettrica di 7 milioni non pagati dal 2019 ad oggi. Dobbiamo pensare che, forse, con il contributo richiesto per i maggiori oneri energetici dal Consigliere Cifarelli in occasione dell’approvazione del Bilancio Regionale 2022 si sarebbe voluto sanare questo debito che non emerge dai bilanci, magari con una transazione al 50%.
Dobbiamo inoltre rilevare come l’acqua che il Consorzio preleva da dighe ed invasi lucani non è tuttora pagata alla Regione. È lecito chiedersi che se a monte il Consorzio non paga né acqua né energia perché chiede agli agricoltori di pagare il tributo per l’irrigazione?
Sui contributi ex art. 4 comma 7 LR 1/2017 evidenzio che dal 2018 ad oggi sono stati versati al Consorzio circa 16 milioni di euro e pre-impegnati lo scorso anno ulteriori 5 milioni di cui il Consorzio ha provveduto a chiedere anticipazione a privati. Tutto questo non è stato mai rendicontato. Non è pensabile che si possa continuare a versare soldi (oltretutto del bilancio 2023), come è avvenuto per decenni dalle giunte di centrosinistra agli allora tre Consorzi, come se si trattasse di un autentico “pozzo di San Patrizio”.
A questo punto, mi preme sgombrare il campo dalla cosiddetta “guerra personale” contro l’amministratore del Consorzio, perché da quando mi sono insediato al Dipartimento ho solo ed esclusivamente chiesto di avere la documentazione contabile ed amministrativa per il dovuto controllo, che è azione propria della mia funzione; forse queste mie richieste hanno dato fastidio a qualcuno che ha indotto il Consigliere Cifarelli a sollecitare il mio allontanamento dall’incarico assessorile.
È dunque una situazione che richiede una scelta radicale, decisamente meno semplicistica e strumentale di quella proposta da Cifarelli, per riportare l’Ente nel pieno controllo gestionale ed operativo innanzitutto dei consorziati e della Regione che, non si dimentichi, detiene una quota significativa della società consortile e che la espone a continui esborsi di risorse pubbliche che non vanno certo nella direzione del miglioramento dei servizi irrigui attesi dal mondo agricolo.