Sabato 6 agosto 2022 alle ore 18 in via Principe di Napoli 32 a Stigliano si terrà l’inaugurazione della galleria permanente in memoria del maestro falegname/ebanista/scultore Nicola Santamorena, a cura di Dino Ferruzzi, ricerca e consulenza tecnica di Salvatore Santamorena, coordinamento all’allestimento di Gianna Paola Machiavelli e Lucia Rasulo, con la collaborazione del CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea di Cremona e il patrocinio del Comune di Stigliano. La mostra resterà aperta fino al 31 agosto dalle 10 alle 13 e dalle 21 alle 23.
Di seguito i particolari.
“Un amorevole esercizio – orme di cultura materiale in Basilicata”.
A due anni di distanza dalla prima mostra dedicata a Nicola Santamorena maestro/falegname, ecco una nuova incursione nel mondo magico-fantastico di un artigiano del legno, che attraverso il lento lavoro di una vita, ci ha lasciato una quantità considerevole di oggetti e testimonianze del suo immaginario di forme derivato dalla aderenza alla cultura materiale e dalla curiosità viva che Nicola nutriva nei confronti di altre forme di sapere.
Il suo universo era tutto concentrato nel laboratorio e nella compagnia che divideva con gli alberi, gli animali, il paesaggio esteso, i banchi e le macchine per il lavoro, gli scaffali colmi di attrezzi, di chiodi, viti, fotografie, libri, disegni, e una quantità impressionante di oggetti i più disparati, ma scelti comunque con cura, recuperati in tanti anni, smontati e assemblati in forma di ready-made per assumere funzioni nuove e inedite. Il laboratorio conserva tavole e legni odorosi da dove Nicola ha ricavato centinaia di sculture, mobili e cornici.
In questi ambienti che ricordano una Wunderkammer si rischia piacevolmente di perdersi, e in questa perdita che pian piano ci si accorge di come una trama sottile mette in relazione ogni cosa, un piano che Nicola ci invita a scoprire solo se siamo pronti ad entrare in questa sua costellazione costruita con frammenti di una esistenza mite e rigorosa di chi ha sperimentato se stesso e il mondo consapevolmente.
La difficoltà nel costruire un quadro della vasta produzione del maestro/falegname sta proprio nel non poter cogliere le trame e le relazioni che tengono unito il suo universo- mondo. La mostra sarà il tentativo di presentare, più che gli oggetti in se, un’esperienza emozionale capace di avvicinarci all’essenza della realtà e scoprirne il valore dell’esistenza quotidiana. Ciò di cui si deve fare esperienza è quello a cui Traherne, poeta, teologo e scrittore inglese, si riferisce quando afferma: “Devo sentire gli oceani scorrere nelle mie vene, devo rivestirmi del firmamento e coronarmi di stelle”. Una necessità che non deve farci sentire separati, dagli oceani, dal firmamento e dalle stelle, per sentirci dentro la creazione e sentire che la creazione è dentro di noi. Solo allora il mondo ci appartiene, così come apparteniamo a lui. Forse è proprio questo che Nicola vuole svelarci attraverso il suo lascito, un amorevole esercizio in cui ogni cosa dona linfa vitale alle altre cose, e tutto esiste perché è connesso in un unico ecosistema.