Sono 35.004 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i contagiati erano stati 38.219. Le vittime sono 158, in calo rispetto alle 175 di ieri. Il tasso è al 15,3%, in calo rispetto al 17,1% di ieri. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 229.180 tamponi. Sono invece 336 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 15 in meno rispetto a ieri, mentre gli ingressi giornalieri sono 26. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 9.028, cioè 369 in meno rispetto a ieri.
Gli italiani positivi al Coronavirus sono attualmente 1.105.458, ovvero 41.721 in meno rispetto a ieri. In totale sono 21.286.771 i contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 173.062. I dimessi e i guariti sono 20.008.251 con un incremento di 76.560.
Iss, quarte dosi vicine ai 2 milioni, da inizio campagna
Da quanto è partita la campagna vaccinale in Italia il 27 dicembre 2020 fino al 3 agosto 2022, sono
state somministrate 139.776.812 dosi di vaccino anti-covid: 47.315.932 prime dosi, 49.951.565 seconde e uniche dosi, 40.618.345 terze dosi e 1.890.970 quarte dosi. E’ quanto emerge nel report esteso sul Covid in Italia dell’Iss che accompagna il monitoraggio settimanale.
Mortalità sei volte e mezzo più bassa in chi ha il booster
Non cambiano i dati sull’efficacia del vaccino che si conferma altamente protettivo contro la malattia severe, ricoveri in intensiva e mortalità. Nel prevenire casi di malattia severa la percentuale è stata pari a 66% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 67% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 69% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Più alta, pari all’ 85%, nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.
Il tasso di ricoveri in terapia intensiva nel periodo 17/06/2022-17/07/2022 per i non vaccinati (6,2 ricoveri per 100.000 ab.) risulta quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (1,5 ricoveri per 100.000
abitanti) e la mortalità per i non vaccinati (22,6 decessi per 100.000 abitanti) è circa cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo e circa sei volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (3,5 decessi per 100.000 abitanti).
Iss, percentuale reinfezioni sale al 13,1% (+0,4%)
Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 13,1%, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (12,7%).
Iss: “Nella fascia di età 30-39 anni c’è la maggiore diminuzione di casi
Il tasso di incidenza dell’infezione da Covid 19, ovvero il numero di nuovi casi osservati in un determinato periodo di tempo, è in diminuzione – nell’ultima settimana – in tutte le fasce di età, e risulta compreso fra i 250 e 1.000 casi per 100.000 abitanti. E nella fascia di età 30-39 anni si registra la più alta diminuzione. E’ quanto emerge dal Report settimanale esteso dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sulla sorveglianza epidemiologica per la settimana che va dal 25 al 31 luglio.
Il più alto tasso di incidenza a 7 giorni si registra nelle fasce di età 70-79 (687 casi per 100.000), 50-59 anni (685 casi per 100.000) e 60-69 (684 casi per 100.000); mentre nella fascia 0-9 si registra il valore più basso, 437 per 100.000.
L’età media alla diagnosi delle persone segnalati nell’ultima settimana è stabile rispetto alla precedente ed è pari a 50 anni. In diminuzione da tre settimane la percentuale di casi tra gli operatori sanitari (1,9%) rispetto al resto della popolazione.
Iss, due Regioni a rischio moderato, una alto
Due Regioni sono classificate a rischio moderato, una Regione è equiparata a rischio alto per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’ISS, mentre le restanti 18 Regioni sono classificate a rischio basso. Lo rileva l’Iss.
La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (12% vs 12%). In lieve aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% vs 43%), e in lieve diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (44% vs 46%). L’attuale situazione caratterizzata da elevata incidenza non consente una puntuale mappatura dei contatti dei casi, come evidenziato dalla bassa percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento.