Emergenza cinghiali a Montalbano, gruppo consiliare “Montalbano-la città che vogliamo” chiede convocazione urgente Consiglio Comunale . Di seguito la nota integrale.
Il gruppo consiliare di minoranza, “Montalbano-La città che vogliamo”, ha prodotto una urgente richiesta di convocazione del consiglio comunale, da tenersi all’aperto, con possibilità di interventi da parte di associazioni e liberi cittadini sull’annosa, ma sempre pericolosa, emergenza dovuta alla presenza di un numero sconfinato di cinghiali sul nostro territorio.
Ungulati che nelle ultime sere hanno preso l’abitudine, ( non solamente di scorrazzare nei campi, facendo enormi danni alle colture, al pericolo, anche mortali, per incidenti stradali su tutte le strade di ogni livello, la preoccupazione di vederseli arrivare a pochi centimetri, mentre si è intenti alle faccende agricole), ma ormai anche quella di passeggiare, in cerca di cibo e chissà cos’altro, nelle vie principali della città.
Una superata quanto anacronistica legge nazionale sulla caccia, la 157/1992, che non si riesce, colpevolmente, a cambiare in parlamento, per colpa di ben definite associazioni lontani anni luce dalla realtà, ha finito per creare una vera e propria emergenza, che è allo stesso tempo sanitaria, di pubblica incolumità, di elevato danno economico e di pericolo costante.
Che si attarda a considerare la presenza di questi fastidiosi ungulati come un semplice problema di caccia, idea assolutamente sbagliata quanto strampalata.
Invitiamo il sindaco Marrese a dare corso a quanto previsto dal Regolamento consiliare a convocare senza indugio l’assemblea stessa.
Suggerendogli anche, visto che è pure presidente della Provincia, di convocare la conferenza dei sindaci della provincia a chè si decidano interventi urgenti e non più procrastinabili, e in totale deroga ad una iniqua legge nazionale responsabile della perdita di vite umane, sull’intero territorio provinciale con tutti i mezzi possibili, e istituendo un commissario ad acta per tale fenomeno di allarme sociale.
Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete.