Venerdì 19 agosto in Piazza Duomo a Melfi è stato presentato al pubblico lo spettacolo teatrale “Moro: 55 giorni che cambiarono l’Italia” scritto dal giudice Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce.
Lo spettacolo è uno degli eventi previsti nel programma del Festival itinerante organizzato dalla Rivista Regionale “Valori”, che si sta svolgendo in diversi comuni della Basilicata con il patrocinio dell’ANPI.
“Apparteniamo” è il titolo del Festival, come se un filo conduttore volesse legare i diversi temi trattati che appartengono alla società civile.
Sono stati affrontati i problemi degli immigrati, in due serate è stata manifestata solidarietà al popolo palestinese, si è ricordato il grande partigiano rionerese Pasquale Preziuso e si continueranno a trattare temi legati all’antifascismo e alla Costituzione.
Nello spettacolo teatrale è stata raccontata una delle pagine più drammatiche della storia italiana: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta.
Lo spettacolo è basato sul racconto di un protagonista diretto dei fatti, il fratello minore di uno degli agenti della scorta.
Vorremmo citare solo alcuni episodi legati alla figura di Aldo Moro perché il racconto del suo martirio ha fatto passare in secondo piano la grandezza del suo pensiero e il profilo politico, intellettuale e filosofico di un uomo che deve essere considerato non solo un costituente, ma un Padre della Patria, un fondatore della Repubblica e della sua democrazia.
L’antifascismo di Aldo Moro è ben espresso nelle seguenti parole del suo discorso dedicato alla Liberazione tenutosi nel lontano 1975.
“L’acquisizione della democrazia non è qualcosa di fermo e di stabile che si possa considerare raggiunta una volta per tutte. Bisogna garantirla e difenderla, approfondendo quei valori di libertà e di giustizia che sono la grande ispirazione popolare consacrata dalla resistenza. Il nostro antifascismo non è dunque solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamenti coerenti”.
Moro è stato anche un docente interessato a conoscere le speranze, le aspirazioni e i bisogni che maturavano nell’animo dei giovani ed è stato aperto alle novità che emergevano nella società.
Incarnò il senso e il valore della democrazia, della giustizia e della libertà, ideali in cui credeva fortemente, tanto da introdurre l’obbligo dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole per promuoverle tra le giovani generazioni.
Un anticipatore rispetto ai problemi del suo tempo e ampiamente palesi oggi nella crisi democratica.
È auspicabile che la scelta di inserire nel ricco programma del Festival il ricordo di Aldo Moro sia apprezzata dai giovani e dalla cittadinanza come uno stimolo a rinvigorire i valori incarnati da Aldo Moro,
Un ringraziamento particolare al sindaco di Melfi Giuseppe Maglione e al consiglio comunale per aver inserito nel cartellone degli Eventi Estate a Melfi 2022 uno spettacolo teatrale ricco di spunti di riflessione sul pensiero di un personaggio fondamentale per la nostra democrazia.