Con appena 2.807 rapporti di lavoro in apprendistato (dato 2020) in Basilicata c’è la conferma che quello della formazione in azienda è uno strumento largamente sottoimpiegato. Ad affermarlo è il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli facendo riferimento ai dati contenuti nel 20° Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato, elaborato dall’Inapp per conto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con Inps, che esamina, per il periodo 2018-2020, l’evoluzione dell’occupazione in apprendistato, sulla base dei dati Inps e l’andamento della partecipazione degli apprendisti alla formazione pubblica nel nostro Paese, mediante i dati forniti dalle Regioni e Province autonome.
La gran parte dei contratti di apprendistato nella nostra regione sono di secondo livello (1.311 di cui 897 apprendisti maschi; 514 sono nel comparto artigiano) e rispetto alla fase pre-Covid si registra un decremento del 5%.
Secondo le indicazioni fornite dal XX Rapporto si segnala dunque – commenta Tortorelli – una contrazione che interrompe una crescita che durava dal 2016 ed emergono criticità anche sul fronte della formazione oltre che la penalizzazione per le donne. Nel 2020 potevamo attribuirne la causa alla pandemia, ma i dati sui rapporti di lavoro attivati con questa tipologia contrattuale sono da sempre fortemente bassi e lo sono stati anche nel 2021 con un numero molto limitato di assunzioni.
I giovani senza lavoro e rientranti nella fascia di età coperta da questo ottimo strumento di ingresso nel mercato del lavoro sono tantissimi se consideriamo che ci sono circa 3 milioni di giovani tra i 15 e 29 anni nello status di disoccupato e NEET. Eppure solo un’esigua percentuale viene assunta con apprendistato.
Chiaramente la moltitudine di forme di ingresso nel mercato del lavoro non aiuta l’apprendistato.
La nostra posizione – dice ancora il segretario della Uil – è quella di costruire un mercato del lavoro basato su 3 condizioni: stabilità lavorativa, sicurezza e formazione. E ci preoccupa il fatto che questa progressiva riduzione della valenza formativa avrebbe indotto molti esperti a considerare l’apprendistato più simile ad un contratto di inserimento al lavoro che a un contratto a causa mista.