Sanità, liste d’attesa shock, consigliere regionale Vizziello: “Non ne usciamo senza l’aiuto delle strutture private”. Di seguito la nota integrale.
«Più di un anno di attesa per una mammografia, dieci mesi per una ecografia,una tac o un test cardiovascolare da sforzo, più di sei mesi per una risonanza magnetica o una colonscopia.
Sono i dati shock dei tempi di attesa di alcune prestazioni di diagnostica strumentale,effetto anche dell’emergenza pandemica che ha di fatto sospeso le cure cosiddette non essenziali e che ci obbliga oggi a recuperare centinaia di migliaia di prestazioni, con uno sforzo immane sostenibile solo nella misura in cui si consente alle strutture sanitarie private di contribuire al recupero delle prestazioni non erogate negli ultimi due anni, snellendo le lunghissime liste di attesa». È quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale Giovanni Vizziello.
“I tempi di attesa di accertamenti diagnostici, visite mediche e interventi chirurgici sono il termometro dello stato di salute di un sistema sanitario perché allungandosi i tempi di attesa si restringe il diritto alle cure dei cittadini e soprattutto si acuiscono i divari sociali tra chi può permettersi di pagare 200 euro una colonscopia in una struttura privata dove l’attesa è pari a zero e chi,per lo stesso esame, non avendo sufficienti disponibilità economiche deve necessariamente rivolgersi ad una struttura pubblica,dove a fronte di un ticket di 40 euro si osservano tempi di attesa di mesi, che costringono di fatto i meno abbienti a rinunciare a quell’accertamento diagnostico e quindi a curarsi. Se vogliamo realmente mettere i cittadini nella condizione di tornare a curarsi dobbiamo necessariamente coinvolgere le strutture sanitarie private nel percorso di recupero della mole di prestazioni inevase per effetto della pandemia,che ha costretto migliaia di persone a rinunciare ai programmi di prevenzione e l’assistenza sanitaria a concentrare ogni sforzo sull’emergenza Covid- 19.Non si può avere la presunzione di ingabbiare le strutture private in un asfissiante Piano dei Fabbisogni se, in quanto sanità pubblica, non si riesce a soddisfare le richieste di prestazioni sanitarie.Per essere competitivi con il Privato convenzionato, occorre che la Regione metta in campo tutte le risorse sin da subito, onde evitare scelte scellerate come quelle fatte in Calabria relativamente al reclutamento di medici cubani. Bisogna creare le condizioni di attrattività, economica e professionale, al fine di non far andare deserti concorsi per medici ed infermieri. Ancora una volta non si giustificano scelte, da me non condivise in consiglio regionale, di incremento dei già lauti stipendi dei Direttori Generali, se non precedute da politiche di incentivazione all’assunzione di personale sanitario operativo e, soprattutto di raggiungimento degli obiettivi; e quello dell’abbattimento della lista di attesa e il principale, unitamente al contenimento dell’emigrazione sanitaria extra-regionale.
Occorre dunque un cambio di passo nella lotta alle liste di attesa utilizzando presto e bene le risorse messe a disposizione delle regioni dal Decreto 104 e dalla legge di bilancio per il 2022, complessivamente un miliardo di euro, predisponendo insieme ai rappresentanti delle strutture sanitarie private e alle organizzazioni sindacali un nuovo Piano di recupero delle prestazioni non corrisposte per effetto del Covid, Piano previsto dalla legge e che la nostra regione ha adottato con grave ritardo».