La delegazione dell’Unità di Crisi Sanitaria, guidata dal portavoce Michele Cataldi (con lui il presidente di Sanità Futura Giuseppe Demarzio) nell’incontro di ieri con il Prefetto di Matera dottor Sante Copponi, ha illustrato la situazione di emergenza sanitaria che si sta manifestando in provincia di Matera e nel resto della Regione.
Al Prefetto sono stati forniti i preoccupanti dati che esprimono in modo inoppugnabile il rischio, imminente e immanente, di blocco delle prestazioni sanitarie: le strutture private accreditate hanno già circa 40mila prenotazioni fino al 31 dicembre ed altre decine di migliaia sono preventivabili a partire dalle prossime settimane (in lista di attesa complessivamente c’erano già 220 mila prestazioni); le strutture che aderiscono all’Unità di Crisi Sanitaria sono quelle colpite dai provvedimenti regionali e dell’ASP Basilicata (cioè quelle che non hanno più “tetto” e quindi sono in emergenza conclamata), che hanno centinaia di dipendenti, professionisti, personale medico e sanitario, amministrativo e tecnico che si troverebbero a breve senza lavoro.
Perché in realtà l’emergenza sanitaria e occupazionale è trasversale alle associazioni di categoria delle strutture, infatti questi provvedimenti mettono in crisi 41 strutture su 54 fino a fine anno e ben 16 di queste hanno esaurito il volume di prestazioni da erogare a carico del SSN già nel mese di agosto, realizzando così, allo stesso momento, un’autentica emergenza sanitaria e una catastrofica crisi occupazionale.
Si tratta di una situazione paradossale – è stato spiegato al Prefetto – perché la delibera N° 482/2022 del 27 luglio inerente ai “tetti di spesa per strutture di specialistica ambulatoriale” stabiliti, per l’anno 2022, in base al criterio del “consuntivo 2014”, di fatto inficia ogni tentativo di smaltire le liste di attesa avviato dalla Regione stessa con lo specifico piano.
Tra l’altro nei giorni scorsi, il “parere pro veritate” redatto da uno studio legale per conto dell’Aspat Basilicata (Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale) e inviato al presidente Bardi e all’assessore Fanelli, ha rilevato aspetti normativi e di sostanza che mettono seriamente in discussione la manovra della Regione.
Abbiamo riscontrato – commenta il portavoce Cataldi – un’attenzione del Prefetto molto oculata, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata, di grande interesse e disponibilità, sulla base delle proprie prerogative istituzionali, ad occuparsi della vicenda che ha una rilevanza diretta sul diritto alla salute dei cittadini, oltre che di carattere occupazionale per il mantenimento dei livelli lavorativi delle strutture. Il Prefetto ha assicurato che opererà ulteriori approfondimenti e valutazioni per le eventuali iniziative di propria competenza.
Intanto i pazienti entrano massicciamente in campo a sostegno dell’Unità di Crisi Sanitaria, sono già diverse centinaia i sottoscrittori di una petizione lanciata recentemente, sia cartacea che on line, indirizzata al Presidente del Consiglio regionale affinché intervenga, per le sue specifiche attribuzioni, per interrompere l’emergenza già in atto.
Tutte le strutture aderenti hanno allestito banchetti di raccolta firme e si sono subito riempiti numerosi gruppi whatsapp che già radunano migliaia di partecipanti, che stanno letteralmente attivando un’adesione virale per la diffusione delle iniziative dell’Unità di Crisi e la sottoscrizione della petizione.
Il programma delle iniziative di coinvolgimento è molto denso e prevede appunto l’uso delle piattaforme social: web messaging, facebook, you tube che costituiranno la base di informazione diretta per sfociare in manifestazioni pubbliche.
In questi giorni stiamo raccogliendo per telefono, tramite mail e messaggi sui social, la rabbia e la preoccupazione di centinaia di cittadini che stanno già avendo difficoltà a prenotare visite ed esami, in quanto il servizio pubblico non sta riuscendo a far fronte alla richieste e le strutture accreditate non possono più prendere altre prenotazioni. Ci è stato segnalato che non si riesce a prenotare neanche presso le regioni limitrofe. Cosa succederà quando all’improvviso migliaia di cittadini si vedranno annullate le prestazioni già prenotate col SSN presso le strutture accreditate? Il nostro comitato aveva sin da subito lanciato l’allarme per l’inevitabile e disastroso epilogo frutto di questa delibera che va immediatamente annullata se si vuole un vero rimedio e risolvere la situazione.
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