“La ripartenza produttiva dello stabilimento di Melfi è rimandata a dopo l’8 settembre e senza certezze su cosa succederà dopo. Questa volta non è un problema di mancanza di componenti ma la mancanza di organizzazione da parte della direzione aziendale sui lavori di aggiornamento del reparto lastratura che dovevano essere completati prima della ripresa. Ad aumentare le preoccupazioni è che, ad oggi, non è chiara la programmazione dei lavori e quindi quando avverrà e in quale modo la reale ripartenza della produzione. Inoltre, malgrado sia stato più volte richiesto, non è noto al momento l’impatto che le modifiche avranno in termini di addetti alla lastratura.
Una situazione molto grave che peggiorerà ulteriormente sulle condizioni complessive delle lavoratrici e lavoratori. La transizione verso i nuovi modelli elettrici va portata a termine ma non può essere scaricata sul salario dei lavoratori, già in difficoltà per via delle fermate produttive e dell’aumento del costo della vita. A questo si aggiungono i continui tagli ai servizi, gli efficientamenti, l’aumento delle saturazioni e l’incertezza per il futuro industriale e occupazionale dell’intera area industriale in cui le aziende non hanno ancora acquisito commesse sui nuovi modelli.
Lunedì 5 settembre ci sarà un attivo unitario della componentistica davanti alla Regione Basilicata. Le istituzioni devono farsi carico della situazione, chiamare alla responsabilità Stellantis per dare risposte concrete ai lavoratori del settore. In assenza di risposte proseguiranno le iniziative che dovranno coinvolgere tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’area industriale di Melfi”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil e Gaetano Ricotta, segretario generale Fiom-Cgil Basilicata