I consiglieri comunali Pasquale Doria, Marina Susi, Milena Tosti, Cinzia Scarciolla, Giovanni Schiuma, Tommaso Perniola, Carmine Alba, Nicola Casino, Augusto Toto, Mario Morelli, Rocco Luigi Sassone, Francesco Lisurici,
intervengono in merito alla candidatura alle elezioni politiche in corso del Presidente del Consiglio comunale di Matera, in carica, Antonio Materdomini e chiedono le sue dimissioni. Di seguito la nota integrale.
È d’obbligo, da parte nostra, stigmatizzare un simile comportamento, che allontana sempre più i cittadini dalla politica, minandone la sua credibilità.
Da quanti rivestono cariche pubbliche, infatti, i cittadini si aspettano serietà e coerenza, impegno e dedizione, un riguardo autentico nei confronti delle istituzioni , tanto più se si ricopre un ruolo sopra le parti come nel caso, appunto, di un presidente del consiglio.
Siamo certi che non possa trattarsi di una richiesta di partito alla quale non ci si potesse sottrarre, visto che lo stesso presidente del consiglio ha partecipato alla formazione delle liste attraverso un’auto – candidatura, come altri iscritti al partito, pur non alla pari con essi, beneficiando egli stesso di un indubbio vantaggio competitivo.
La legge non esprime un preciso divieto, tuttavia riteniamo che l’etica della politica dovrebbe suggerire a coloro i quali hanno cariche elettive di portare a termine il proprio mandato per il quale hanno chiesto fiducia e sono stati eletti, tanto più per chi riveste il ruolo di presidente del consiglio, una figura il cui rispetto non è soltanto una questione etica ma a cui il regolamento del consiglio comunale attribuisce un preciso ruolo di imparzialità, terzietà e tutela verso tutti i consiglieri comunali, oltre che rispetto degli interessi generali. E per interessi generali non possiamo sottacere gli interessi di tutta la città, che necessita di una costante direzione e controllo da parte di chi svolge il predetto ruolo presidenziale a garanzia della vita democratica ed della crescita della nostra comunità.
Per questo, il disagio è forte nel constatare che neanche di fronte ad una figura di garanzia come è la Presidenza del Consiglio, le ambizioni personali riescano ad avere un adeguato contemperamento, tanto più se questo accade da parte di un partito che ha fatto del cumulo delle cariche e del rispetto del mandato degli elettori una bandiera che oggi appare, palesemente, e ancora una volta, calpestata.