La quarta commissione (Politica sociale) del Consiglio regionale della Basilicata, ha audito i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil in merito all’attuazione del Piano operativo regionale per il recupero delle liste d’attesa di cui alla DGR n. 487 del 22 luglio 2022 e il presidente portavoce dell’Unità di crisi sanitaria -Basilicata, Michele Cataldi, in merito alla delibera sui tetti di spesa delle strutture sanitarie private accreditate.
Per la Cgil sono intervenuti Giuliana Scarano e Giulia Adduce, per la Cisl Pierangelo Galasso ed Enzo Zuardi, per la Uil Giuseppe Verrastro, Antonio Guglielmi e Carmine Vaccaro. Dai sindacati sottolineata la tardività con cui è stata approvata la delibera per recuperare le prestazioni non erogate nel periodo della pandemia e la necessità di verificare quali siano i numeri reali. Ritenuta alta la percentuale del 54 per cento che viene affidata alle strutture private. I rappresentanti dei sindacati hanno chiesto come si intendano impegnare i fondi, oltre sei milioni di euro, concessi dallo Stato per eliminare le liste d’attesa ed hanno lamentato la mancanza di personale sanitario. Evidenziata infine la necessità che venga stilata una analisi dei fabbisogni e sottolineato come a subire le mancate prestazioni siano stati soprattutto gli anziani ed i più fragili.
Sulla delibera riguardante i tetti di spesa delle strutture sanitarie private accreditate è intervenuto Michele Cataldi, portavoce dell’Unità di crisi sanitaria -Basilicata e Antonia Losacco titolare di un’azienda di Lavello. I rappresentanti hanno parlato del blocco delle attività di 16 strutture accreditate su 54 a seguito della delibera di Giunta ed hanno sottolineato che si è in presenza di una emergenza sanitaria con conseguente crisi occupazionale. Chiesta la istituzione immediata di un tavolo di crisi.
La commissione si farà portavoce di queste criticità con la Giunta regionale.
Unità Crisi Sanitaria: audizione in 4^ Commissione, un cronoprogramma di iniziative ed azioni
Nella prima giornata di emergenza sanitaria con le prime decine di prestazioni sanitarie non più prenotabili dalle strutture della specialistica ambulatoriale e centinaia di prestazioni già prenotate annullate, l’Unità di Crisi Sanitaria è stata audita in Quarta Commissione del Consiglio Regionale. Alla presenza del presidente Zullino e dei consiglieri componenti la Commissione Sileo, Baldassarre, Polese, Vizziello, il portavoce dell’Unità Michele Cataldi ha ripercorso la complessa vicenda provocata da due delibere di Giunta in poco più di un mese e consegnato un corposo dossier. Intanto, i numeri dell’emergenza sanitaria: 12 Comuni tra quelli più colpiti per 44.630 pazienti (al primo posto Melfi con 16mila pazienti), 435.905 prestazioni non erogabili fino al 31 dicembre prossimo, 155 dipendenti di strutture che rischiano il posto di lavoro. Un tavolo di Crisi è la richiesta alla Presidenza della Giunta o al Dipartimento Salute che l’Unità di Crisi vuole con le rappresentanze dei dipendenti, degli utenti e delle comunità locali. Altri tipi di tavoli sarebbero inutili e dannosi, come lo sono stati fino ad oggi, e non rappresenterebbero la gravità della situazione in cui si è precipitati. L’Unità di crisi sanitaria rappresenta le strutture costrette ad interrompere l’attività, cioè quelle in crisi conclamata – ha detto Cataldi – e un confronto immediato non solo non è più rinviabile ma ha un’urgenza prioritaria dovuta alla gravità della situazione. Ogni giorno che passa decine e decine di pazienti devono rinunciare alla cura della propria salute e in tanti casi a visite-esami-prestazioni salva vita. In questa settimana è dunque entrata nel vivo l’emergenza sanitaria provocata dalla delibera n.482/2022 della Giunta Regionale (tetti di spesa per le strutture della specialistica ambulatoriale) a cui ha dato seguito la delibera dell’Asp. I due provvedimenti mettono in crisi 41 strutture su 54 fino a fine anno; ben 16 di queste sono state subito colpite già dal 2 agosto u.s. (data di pubblicazione dei provvedimenti) e sono in crisi perché non possono più erogare prestazioni a carico del SSN. Tutto questo accade mentre sono 220 mila le prestazioni “ufficiali” (censite dalla stessa Regione) in lista d’attesa. La situazione, già fortemente problematica – ha evidenziato Cataldi – avrebbe consigliato un supplemento di lavoro per le strutture accreditate, come pure ha fatto l’ASM di Matera, non di certo un blocco inaspettato e improvviso.
E invece accade esattamente l’opposto, fino al punto che si aggiungono numeri impressionanti per il blocco delle strutture colpite dalla crisi. Una vera ecatombe. Numeri, che però non sono una semplice statistica, ma persone in carne ed ossa e riguardano prestazioni non erogate, sembrano inverosimili e invece rappresentano una realtà sconcertante. E incredibilmente saranno destinati addirittura a peggiorare man mano che altre 26 strutture esauriranno i “famigerati” tetti.
Durante l’audizione Antonia Losacco – titolare della struttura di Lavello – ha sottolineato la grande responsabilità dimostrata sin qui, anche nell’area della riabilitazione, nel non sospendere prestazioni per gli utenti fragili che non potrebbero sopportare l’interruzione delle cure. Abbiamo dato prova – ha aggiunto – di tenere conto prioritariamente dei bisogni dell’utenza, facendo ancora una volta un grande sforzo con i costi a nostro carico.
Il presidente Zullino ha raccolto l’appello disperato dell’Unità di Crisi ed ha sostenuto che la gravità della situazione determina la necessità di investire il Consiglio Regionale perché si trovi una rapida soluzione alla crisi. Il consigliere Polese ha voluto chiedere ai colleghi di inserire come primo punto del prossimo Consiglio la soluzione immediata per un’emergenza incredibile per gravità. Proprio come sta accadendo per il caro energia con la diffusa volontà di coalizioni e partiti di introdurre una sorta di corsia preferenziale nella campagna elettorale, per il Presidente della Quarta è indispensabile “sospendere” l’attività politico-elettorale almeno per un giorno e tenere una seduta straordinaria del Consiglio con l’obiettivo di salvaguardare la salute dei cittadini e la continuità di imprese sanitarie che sono parte integrante del Sistema Sanitario Regionale. Tutti i componenti della Quarta si sono detti favorevoli a sollecitare immediatamente l’assessore Fanelli e il Presidente Bardi per la convocazione tempestiva del tavolo di crisi come già richiesto da diversi giorni dalle strutture che hanno subito il blocco delle prestazioni a carico del SSN.
Al termine Cataldi – insieme ad una delegazione delle strutture – è stato al Dipartimento Salute per chiedere di essere ricevuti, dalla segreteria dell’Assessore Fanelli una vaga indicazione per una futura convocazione. Intanto è stato annunciato un cronoprogramma di iniziative ed azioni che si aggiungono alla petizione popolare che ha già superato in pochi giorni le 1.500 adesioni, alla campagna sui social, per coinvolgere sindaci, utenti, associazioni su tutti i territori. I cittadini e gli operatori della sanità – è stato detto – meritano in questa circostanza così straordinaria un’attenzione prioritaria, se così non sarà le istituzioni regionali dovranno assumere le responsabilità per le nefaste conseguenze.
Auditi in 4^ Commissione i sindacati sulle liste di attesa
Nel corso dell’audizione in IV Commissione sull’annoso tema delle liste di attesa, la UIL, la UIL FPL la UILP hanno chiesto alla Regione di predisporre un piano di emergenza per risolvere almeno le criticità più urgenti di questa vera e propria emergenza. La Delibera DGR 487 22/07/2022,non discussa con le OSS e le altre parti sociali, è del tutto insufficiente a dare risposte efficaci sia nel breve che nel medio termine anche perché non si individuano concretamente le risorse aggiuntive disponibili. Un nodo da sciogliere riguarda la somma di € 7.269.067,55 del capitolo U55147 del Bilancio Regionale, finalizzata all’abbattimento delle liste di attesa, che tra l’altro potrebbe servire a risolvere anche il problema dei tetti di spesa mettendo al sicuro le centinaia di posti di lavoro a rischio del settore privato, la cui destinazione non è espressamente individuata nella suddetta delibera. L’altro aspetto riguarda la carenza di personale che sta condizionando negativamente persino le prestazioni sanitarie ordinarie. Durante la pandemia sono stati fatti degli interventi, ma la eccessiva lentezza con cui si procede nei concorsi ed il continuo esodo dei medici e personale sanitario stanno mettendo in ginocchio il sistema, malgrado le proroghe e le stabilizzazioni dei precari che pure sono da annoverare tra i provvedimenti positivi. La UIL pertanto, ha proposto un piano straordinario di reclutamento del personale con tutti i mezzi di cui si dispone ed un coinvolgimento concreto anche dei privati che,in questa fase di emergenza,possono comunque aiutare e smaltire i ritardi e fare fronte all’emergenza.Per colmare la carenza di personale inoltre occorrerà anche investire seriamente nei contratti. Gli aumenti messi in pista negli ultimi anni non sono adeguati.A questo filo poi si lega la riforma della sanità territoriale. Con il PNRR e il collegato Dm 77 si è voluto disegnare un nuovo modello di cure primarie basato su Case della Comunità, ospedali di comunità e potenziamento dell’assistenza domiciliare. Ma, a meno di sorprese dell’ultima ora, manca tutta la definizione della riforma della medicina generale.I medici di famiglia sono sempre meno, oberati di burocrazia e ,con la pandemia, sono anche mortificati nel loro ruolo e nelle loro prospettive professionali.Chi ha responsabilità di governo dovrà fare una seria riflessione e investire risorse intellettuali ed economiche non solo per creare nuove strutture. Il Dm 77 cerca di connettere tutta quella miriade di servizi presenti.In questo quadro un altro tassello da affrontate è l’ospedale. In primis va costruita una concreta sinergia di quest’ultimo con i servizi territoriali. Al di là delle parole oggi l’integrazione è ancora una chimera. E poi andrebbero risolti tutti quegli imbuti che hanno l’effetto di intasare i Pronto Soccorso, attivando un perverso meccanismo che blocca i reparti con il risultato di restringere i servizi ai cittadini. E allo stesso tempo andranno meglio tutelate le condizioni di lavoro dei professionisti sempre più stremati e sempre più pochi. Sempre sull’ospedale sarebbe anche ora di investire meno su lavori e progettazioni e di più per attrarre professionisti migliori. Le sfide per chi governa la sanità sono dunque numerose.Il Nuovo piano socio sanitario dovrà socio sanitario dovrà misurarsi soprattutto sui temi dell’appropriatezza della territorialità e dell’integrazione, ma occorre in questa fase un atto di coraggio dotando le Aziende Sanitarie sprovviste di una Dirigenza, capace di misurarsi concretamente con queste sfide. Al termine dell’incontro, la delegazione UIL ha chiesto al Presidente di attivarsi con l’Assessore alla Sanità affinchè convochi urgentemente le parti sociali individuando un piano rapido di intervento. La nostra organizzazione prima dell’incontro, si è impegnata a mandare una nota contenente alcune proposte da discutere al tavolo di confronto.