Sulla vicenda denunciata dall’edicolante materana Eugenia Cinnella, che ha pubblicamente dichiarato il diniego da parte dell’Amministrazione Comunale di Matera di concedere la struttura adibita ad edicola di via Annunziatella si registra l’intervento dell’assessore alle attività produttive del Comune di Matera, Maria Pistone. Di seguito la nota integrale.
Visto il clamore mediatico suscitato, per finalità non certo attinenti alle questioni di legge, della chiusura di un’edicola, appaiono, a questo punto, doverose alcune spiegazioni, che servano, si spera, a dipanare ogni dubbio circa l’operato degli uffici, che hanno il dovere, nell’interesse della collettività tutta, di garantire, attraverso l’applicazione dei regolamenti e delle leggi vigenti, la parità di trattamento tra tutti i cittadini. Concetto questo, che racchiude un principio morale di cui la politica deve farsi carico.
Come anche abbastanza ovvio è pensare che anche il più sprovveduto degli amministratori, non si sognerebbe mai di sostenere, anche pubblicamente, una linea direttrice che vada contro la sopravvivenza di una qualunque attività economica, non solo in questo periodo critico, ma in ogni altro momento storico. L’inciso, abbastanza scontato, ha un unico valore. Quello di far comprendere ai più la netta separazione tra potere politico e potere di indirizzo, che appare in questo momento, abbastanza, e strumentalmente confuso.
Decine di attività, purtroppo, e per questioni di varia natura, tutte legate alla crisi, meritano attenzione, perché, in un centro piccolo come il nostro, ognuna di essa è fonte di sostentamento personale e della collettività tutta, e molto spesso è patrimonio storico della comunità e presidio di cultura. Ma la loro salvaguardia deve passare, sotto il profilo politico, da leggi generali, da provvedimenti programmatori che garantiscano tutti, che garantiscano certezza del diritto e stabilità. Ma molto spesso capita che taluni, pensando di poter ottenere l’inottenibile, strumentalizzano i dinieghi, pensando di poter migliorare la propria posizione personale. L’unico effetto che invece sortiscono è quello di creare sconforto e disperazione gratuita, che nuocciono alla politica tutta, specie a quella che crede- ingenuamente- di creare attorno a sé flebile consenso.
Va detto innanzitutto che la vicenda dell’esercente, è stata, nell’arco di tre anni, affrontata dagli uffici e dalle amministrazioni succedutesi, molto più che prontamente. Quindi la cittadina è stata opportunamente informata, avendo reiterata la sua istanza più volte, delle ragioni ostative all’accoglimento della stessa. Tanto con provvedimenti amministrativi di diniego, che con chiarimenti ricevuti dai funzionari dell’ufficio SUAP che del Patrimonio.
E le stesse risiedono ovviamente nelle disposizioni regolamentari, che impediscono, diremmo ovviamente, ad un esercizio di vicinato (e non ad un punto di rivendita esclusivo disciplinato dal piano delle edicole), ovvero ad un esercizio commerciale, di potersi insediare su una pubblica proprietà in assenza di un bando pubblico. Mi corre l’obbligo chiarire che le norme in materia di rivendita di giornali e riviste, non è soggetta più a licenze, ma è liberalizzata. Per farla breve, qualsiasi esercizio commerciale, ben potrebbe vendere questo tipo di prodotto, e sentirsi nel diritto di poter chiedere, e magari ottenere, prezzi vantaggiosi di locali per poter svolgere la propria attività, senza che gli spazi, laddove esistessero, potessero essere assegnati a mezzo di pubblica evidenza. E il concetto è stato chiarito, per iscritto più volte, e anche verbalmente da chi vi scrive e dai funzionari, alla cittadina.
L’unico modo che l’amministrazione ha per tentare di dare risposta alle esigenze di costei e delle decine di persone che nella sua stessa situazione si trovano, è quella di porre in essere una pianificazione, che rilanci questo genere di attività che necessita di molto più che il pagamento di un canone al di sotto dei normali prezzi di mercato per garantire una vita dignitosa e proporzionata all’impegno profuso a chi la esercita, ma che consenta, invece, di poter ampliare l’offerta commerciale, al momento, per regolamento, limitata alla sola rivendita di giornali e riviste, consentita nei chioschi comunali.
E questo è il lavoro che, in un molto più ampio provvedimento regolamentare, pronto nei prossimi giorni (a cui da trent’anni nessuna amministrazione ha messo mano, e questo va detto, per sottolineare l’attenzione attiva della amministrazione Bennardi ai problemi dell’impresa, e alle sue concrete possibilità di sviluppo sul territorio) l’assessore al Patrimonio e alle attività produttive, sta portando a termine.
Il ruolo della politica non è quello di creare, ove possibile, situazioni posticce e temporanee, ma quello di misurarsi su terreni di stabilità e legalità, dai quali questa amministrazione non intende assolutamente arretrare.