Sanità, Aspat Basilicata: “Ddl giunta regionale non solo allontana la soluzione ma la complica ancora di più”. Di seguito la nota integrale.
Il ddl che sarebbe finalizzato “a utilizzare le economie rinvenienti dall’assistenza ospedaliera per acuti da privato accreditato, per la remunerazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate nel corso del 2022 dalle strutture private accreditate” non solo allontana la soluzione ma la complica ancora di più. Non a caso, la proposta presentata da tutte le associazioni di categoria nell’incontro del 5 agosto contemplava l’impegno delle Associazioni tutte a individuare altre soluzioni.
E’ questa la posizione dell’ASPAT Basilicata illustrata ieri nella nuova riunione del Tavolo in Regione dalla presidente Antonia Losacco. L’Aspat Basilicata- ha spiegato Losacco – torna a chiedere l’annullamento in autotutela della DGR n. 482/2022 da parte della Regione Basilicata, l’adozione di soluzioni per il pagamento delle prestazioni alle strutture, per poter dare il via ad una programmazione futura con tutto il mondo della Sanità privata. Ciò può essere realizzato solo con un Tavolo politico, perchè le Strutture in crisi non possono parlare di futuro a questo Tavolo, Sono già state condannate alla chiusura!
In una nota l’ASPAT Basilicata spiega nel dettaglio la propria posizione.
l’ASPAT Basilicata, accoglie sempre con favore le occasioni di Incontro, quando rappresentano un segnale di attenzione delle Istituzioni Regionali rispetto all’evidente disagio in cui versano in questa fase molte strutture accreditate, le quali costituiscono sicuramente una irrinunciabile risorsa per il Servizio Sanitario Regionale.
Non può essere apprezzata, però, la convocazione del Tavolo, come non può essere apprezzato, ormai, l’assiduo ricorso ad un metodo e cioè la mancanza preventiva di dialogo e confronto tra le “parti sociali”, che continuano a connotare l’emanazione di provvedimenti riguardanti la materia di nostro interesse.
Inoltre, non si comprende fino in fondo la convocazione di una ulteriore seduta dello stesso, soprattutto dopo le dichiarazioni a mezzo stampa da parte dell’Assessore alla Salute, che ha rivendicato la legittimità delle DGR n.481/22 e 482/2022, sterilizzando qualsivoglia forma di confronto o, peggio ancora, ammettendo che il suddetto provvedimento non può in nessun modo essere messo più in discussione.
Comunque chiarisco, che la sentenza che secondo l’assessore rinforza la legittimità del criterio 2014, è stata pubblicata dopo l’adozione delle delibere in oggetto, riguarda solo l’anno 2018, si preannuncia l’appello in Consiglio di Stato e si rimarca che ci riferiamo all’attribuzione dei Tetti del 2022 che non può confermare la stessa logica distributiva del 2014 . Se dobbiamo ragionare nel perimetro Balduzzi, in Attesa dei famosi fabbisogni, azzeriamo tutti i Tetti e adottiamo un criterio di attribuzione uguale per tutti, solo così si assicura l’imparzialità!
Va ribadito tuttavia, che molte circostanze sono radicalmente mutate rispetto all’incontro del 5 agosto u.s., conclusosi con la rassicurazione, da parte dei massimi rappresentanti regionali, di un pronto ritiro della DGR n. 482/2022 e della remunerazione integrale, per tutto l’anno 2022, delle prestazioni rese nel medesimo anno da parte delle Strutture accreditate.
All’esito di quell’incontro, le Associazioni di categoria – in linea con il tenore e con l’andamento della riunione – hanno formulato una proposta che, nel fare proprie le sollecitazioni provenienti dalla Regione Basilicata, garantiva la rinuncia di azioni giudiziarie a condizione, che il ritiro della DGR n. 482/2022 fosse “immediato”, che fosse garantita la remunerazione relative alle prestazioni erogate ed erogande nel 2022 e un Tavolo T. per discutere dei Tetti di spesa da assegnare dal 2023.
Le associazioni Anisap, Cicas, Federbiologi e Federlab, smentiscono, rinnegano nei fatti quell’intesa?
La DGR n. 482/2022, non solo non è stata oggetto di alcun ritiro, ma la stessa è stata addirittura speditamente recepita dall’Azienda Sanitaria Locale di Potenza che, così operando, ha imposto, di fatto, alle Strutture che hanno superato il tetto fissato per il 2022, di interrompere bruscamente la propria attività per conto del SSR o comunque di lavorare in forte perdita.
Peraltro, anche la annunciata legge regionale relativa all’abbattimento delle liste di attesa non appare uno strumento efficace di risoluzione delle problematiche di cui sopra, sia a causa dei tempi procedurali, che connotano gli strumenti legislativi, sia in virtù della possibilità, non certo remota quando si tratta di gestione di risorse economiche, che la stessa legge sia oggetto di impugnazione da parte degli Organi statali, con ulteriore aggravio di una situazione già insostenibile.