Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 17.364 nuovi casi di coronavirus e 44 morti. Ieri i nuovi contagi sono stati 17.978. I tamponi processati sono 138.248 (ieri 146.983) con un tasso di positività che dal 12,2% sale al 12,6%. I decessi sono in calo (ieri erano 60), per un totale da inizio pandemia di 176.508.
Le terapie intensive scendono di una unità (ieri -8) ed ora sono 142 con 13 ingressi del giorno; in calo di 32 unità (ieri -87) i ricoveri ordinari, per un totale di 3.600.
La regione con il maggior numero di nuovi casi è sempre la Lombardia con 3.110 casi davanti a Veneto (+2.314), Campania (+1.512), Lazio (+1.487) e Piemonte (+1.332). Il numero totale dei casi da inizio pandemia sale così a 22.131.785.
I dimessi/guariti delle ultime 24 ore sono 35.806 (ieri 24.603) per un totale da inizio pandemia di 21.529.555, mentre gli attualmente positivi diventano 425.722, in calo di 18.488 unità rispetto a ieri (quando erano scesi di 6.690); le persone in isolamento domiciliare sono 421.980.
Rasi: “Fase positiva al netto di future varianti, ma senza allarmismi”
“Siamo una popolazione altamente immunizzata, perché abbiamo fatto i vaccini e perché tantissimi sono stati contagiati” dal Covid. “Ora questa ondata sta finendo, anche se ci sarà una latenza di un mese e mezzo. Ma se non arriveranno altre varianti, non ‘Centaurus’ che abbiamo capito non ha fatto presa, e rimarrà Omicron 5, potremmo avere più reinfezioni, ma meno virulenza proprio perché la popolazione è altamente immunizzata”. Così Guido Rasi, professore di Microbiologia dell’Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico Consulcesi, fa il punto sulla situazione Covid-19.
Sulla campagna vaccinale per la quarta dose, partita a maggio e mai del tutto decollata per via anche dell’estate, “sono stati fatti errori – secondo l’esperto – Ad esempio non preparare la comunicazione sull’arrivo dei vaccini aggiornati ad Omicron, un fatto ampiamente noto”, sottolinea Rasi che spiega: “Da un punto di vista clinico, avere più opzioni nel cassetto è un bene”. Ma “detto questo, da un punto di vista immunologico la differenza tra il vaccino iniziale e questi aggiornati è marginale, quindi ha più senso dire quando farlo che quale fare”. Per l’ex direttore dell’Aifa e dell’Ema, “tutto questo poteva e doveva essere spiegato alla popolazione: il richiamo va fatto per le categorie a rischio, ma a chi è giovane non serve a nulla”.
Ema, l’ok all’antivirale Remdesivir anche per bimbi e adolescenti
Ok all’uso dell’antivirale remdesivir contro Covid nei bambini. Il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea del farmaco Ema ha raccomandato di “estendere l’uso di Veklury* nella terapia di Covid-19 a due popolazioni pediatriche: pazienti pediatrici di almeno 4 settimane di età e di peso corporeo minimo di 3 kg con polmonite, che richiedono ossigeno supplementare o altra ventilazione non invasiva all’inizio del trattamento; pazienti pediatrici con un peso di almeno 40 kg, che non necessitano di ossigeno supplementare e che sono ad aumentato rischio di progressione verso Covid grave”. Lo comunica l’ente regolatorio Ue.
Il Chmp, informa l’Ema, ha espresso inoltre parere positivo all’estensione dell’uso terapeutico di Evusheld* (mix degli anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab, inizialmente autorizzato in profilassi e poi anche come cura) per “il trattamento di adulti e adolescenti con Covid-19 che non richiedono ossigeno supplementare”.
Iss, sottovariante BA.5 predominante in Italia
In Italia il 6 settembre scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.5 largamente predominante. Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine 20 Regioni/PPAA, e complessivamente 95 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità Militare, per un totale di 1065 campioni.