Le storie dei nostri ragazzi precari (ma non solo ragazzi perché da tempo cresce l’età dei precari) sono state raccontate al IV Congresso nazionale della UilTemp, categoria della Uil che organizza, rappresenta e tutela le lavoratrici e i lavoratori in somministrazione, collaboratori, titolari di forme di autoimpiego e appartenenti a settori contrattualmente non ancora disciplinati. A parlarne è stata Patrizia Caputi, Segretaria Generale UilTemp di Basilicata, eletta poco più di un mese fa al IV Congresso lucano UilTemp.
Il Congresso, intitolato ‘Lavoro quale?’, concluso dal segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, ha messo al centro del dibattito, tra i tanti temi del lavoro, i diritti dei lavoratori atipici, la flessibilità contrattata, la continuità occupazionale, il diritto alla formazione continua, le politiche attive, la sicurezza sul lavoro.
“Il contesto è di quelli che fa paura, anni di pandemia, un mondo che sembra dividersi di nuovo a blocchi, ma – ha sostenuto Lucia Grossi, riconfermata segretaria generale nazionale la paura è maggiore se hai un contratto a termine, se hai un salario medio che raggiunge a stento i 400 euro, se la tua speranza diventa la grande impresa di logistica che sta aprendo vicino casa tua, la multinazionale che non ama le organizzazioni sindacali, ma che ti vende più costanza a turni massacranti e tu sei costretto ad accettare. E sarai metà lavoratore e metà una funzione Prime”, ha spiegato Grossi. “I numeri -ha continuato- sono trasparenza, ma spesso nascondono carne, storie, sofferenza. La precarietà del lavoro ci ha insegnato che i diritti, purtroppo, sempre più spesso prendono il sapore della concessione. C’è una terza via tra ‘il tutti precari’ e un’abolizione totale, seppure auspicabile, ma astratta della precarietà: si chiama contrattazione. Crediamo sia necessario ristabilire realmente le priorità: il contratto tipico è a tempo indeterminato, il resto sono eccezioni e contingenze”, ha concluso.
Per Patrizia Caputi “è possibile realizzare anche in Basilicata occasioni ed opportunità per affermare la ” buona occupazione”, quella stabile, di qualità, sicura, superando la logica della prevalenza del mercato e del profitto rispetto alla valorizzazione del lavoro e delle persone. La strategia che poggia su una visione improntata all’ottimismo ha come caso positivo la vertenza dei Navigator – come ha ricordato Caputi – lei stessa Navigator e protagonista di una lotta sindacale con diverse manifestazioni di piazza per affermare il diritto ad una continuità occupazionale in un settore, che è quello delle politiche attive del lavoro. Ed io sono ben lieta, anche alla luce della mia esperienza da lavoratrice precaria, di poter provare a dare il mio contributo in un territorio gravato da tante problematiche occupazionali, ma sono sicura ricco anche di grandi potenzialità.