In occasione del Congresso Eucaristico Nazionale ospitato a Matera la casa editrice Giuseppe Barile Editore ha deciso di pubblicare l’edizione latina del volume “Crypta peccati originalis”, pubblicazione dedicata alla chiesa rupestre Cripta del peccato originale, ubicata sulla strada statale 7 nei pressi dell’azienda vinicola Dragone. Di seguito la nota integrale.
L’idea privatamente enunciata e perseguita– in solitudine di consenso per innumeri anni, coerentemente e in maniera infaticabile, come accade per ogni ambizioso progetto – circa la realizzazione di una edizione in lingua latina della Cripta del Peccato Originale oggi è trascritta in realtà.
Quel retaggio di una testimonianza meravigliosa e unica quale la cripta è, grazie alle incommensurabili ‘pagine miniate’ affrescate tra le pareti del cenobio benedettino sopravvissuto tra le insenature e le forre della Gravìna, torna a parlare con la stessa eco del tempo della propria esistenza.
Infatti, il ‘pastore’ della diocesi di Matera, don Pino Caiazzo, ha assecondato l’opportunità di offrire una simile, ineditaed esclusiva opera editoriale ai vescovi e ai cardinali presenti a Matera, in questi giorni,in concomitanza della celebrazione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che si svolge in Città.
E dunque a firma di Giuseppe Barile Editore è stato stampato, in lingua latina, pro Fundationis Zétema,presieduta da Raffaello de Ruggieri, la guida d’emozione della Crypta Peccati Originalis affrescata dal ‘Pictorflorum Mateolae’ sul finire dell’VIII secolo, durante il dominio longobardo, presenza che a noi – ora! – rimane come un lascito.
Le fonti letterarie utilizzate a corredo del contesto iconografico storico e geografico del nostro antico cenobio benedettino derivano dalla Regula Quattuor Patrum emanata nel contesto ambientale e culturale bizantino, solo qualche decennio prima della Regula Sancti Benedicti, promossa e difesa dai Longobardi, prima, e dai Franchi, poi. In quel tempo il dialogo ecclesiastico e il dibattito teologico aveva pari dignitàtra le città di Roma, Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, Antiochia e Gerusalemme, le cui prime fratture si manifestarono a seguito del ‘grande Scisma’ del 1054.
Questa opera editoriale non avrebbe avuto occasione di essere e di concretizzarsi senza il consenso delle innumeri adesioni fin qui già enunciate, oltre alla traduzione in latino a cura di Giovanni Pacella da Gravina, già vice preside e professore presso il liceo classico di Altamura.
Altresì, ogni lavoro non potrà mai accadere senza una partecipazione corale di infinite professionalità, a partire dal grafico come Antonio Trivigno da Accettura;dalla disponibilità degli innumeri archivi privati e museali, oltre che di fotografi spesso irraggiungibili. Il lavoro del tipografo, infine, comein questa stampa a cura delleArti grafiche Pecoraro di Altamura, è indispensabile per restituire bellezza a ogni frammento di idea e delle immagini che meglio cercano di rappresentarle.