Papa Francesco ha visitato la città di Matera domenica 25 settembre con la Santa Messa allo stadio XXI Settembre-Franco Salern. Di seguito le riflessioni del materano Franco Vespe.
Domenica 25 Settembre 2022 è una data storica per la nostra città. Ha ricevuto la visita del nostro caro Papa Francesco. Nel corso del mio impegno ecclesiale ho incontrato diverse volte il papa. Tuttavia quelli che hanno segnato la mia vita sono questo ed altri 2 incontri. Il primo lo ebbi ad Ariccia a 3 anni, all’”ospedale militare” che raccoglieva i feriti reduci delle cruente battaglie che si stavano combattendo contro le terribili pandemie del tempo. Venne a farci visita Paolo VI ( il mio preferito insieme a Ratzinger). Venne a porre le sue mani sulla mia testolina per benedire i miei sguardi irrequieti ed impertinenti ed a spalancarmi le porte della vita. Da lì a poco infatti sarei stato congedato e rimesso in pista per riprendermi con piglio prepotente ed imperiale la mia vita di bambino. Quell’immagine di Paolo VI che si inchina sorridente per porgermi le caramelle ha fatto da sfondo alla mia esistenza. In quel sorriso riconobbi quell’Uomo che sembrava mi facesse compagnia nei momenti più acuti di malinconica solitudine vespertina. Il segno della prima tempesta della vita affrontata e vinta!
La seconda volta risale al 27 Aprile del 1991 quando la nostra città fu visitata da San Giovanni Paolo. Una visita tormentata dalle avversità meteorologiche. A quei tempi ancora non era di moda addebitare ogni minima avversità meteo ai cambiamenti climatici come oggi invece il politicamente corretto liturgicamente impone. Pensate cosa avrebbero detto i fans di Greta dell’abbondante neve caduta a metà Aprile! Ma non divaghiamo! Inizialmente si sarebbe dovuta tenere l’11 Aprile ma la neve provvidenzialmente costrinse gli organizzatori a spostarla al 27. Provvidenzialmente perché l’11 Aprile di quell’anno nacque a Roma la mia primo-genita e non avrei certamente potuto partecipare all’evento. Il 27 Aprile invece SI! Posso dire che quel giorno io c’ero! Fresco papàil mio pensiero ed il mio proponimento affidato al Padre ed al papa in quella visita fu di essere un bravo genitore per i figli che si sarebbero aggiunti alla nostra vita. Sembra che anche questa missione sia stia compiendo con successo avendo ricevuto in dono tre bellissimi figli dalla robusta autostima e con tanta voglia di aggredire la vita. Infine la visita di Papa Francesco. E’ un papa a cui voglio tanto bene(ma non come Montini e Ratzinger). A volte sembra indulgeree mostra cedimenti populistici su alcune questioni etico/morali che la modernità pone. Ratzinger parla di una Chiesa portatrice di verità che deve illuminare il nostro cammino aiutandoci a discernere il bene dal male. Ma il relativismo etico ci presenta spesso le due opzioni, male e bene, ugualmente accettabili, quasi fossero opzioni alla “pari”. La Chiesa di Francesco sembra mostrare segni di stanchezza nell’indicare “la via la verità e la vita”. Ovviamente non è così! La cifra del ministero di Francesco è la misericordia. La misericordia ci rende attenti e pieni di premure per il “peccatore”. Con l’esercizio della misericordia non si condanna mai, ma essa offre sempre una via di salvezza, una ulteriore occasione di redenzione, attraverso il nostro calore umano, la nostra vicinanza, la comprensione ed il rispetto dell’”errante”, a dirla con Giovanni XXIII. L’attenzione “Francescana” per l’errante, dettata dalla misericordia, sembra prevalere sulla correzione e la redenzione.
Anche Papa Francesco , come san Giovanni Paolo, sta portando avanti quello straordinario magistero della sofferenza. Non esita a presentarsi al pubblico senza nascondere tutte le sue sofferenze fisiche. Il dolore e la sofferenza esistono, come esiste il male, sono parte della nostra vita e sono li per essere superate e vinte con l’instancabile esercizio della speranza di rinascere a nuova vita così come accade a Lazzaro escluso dalla ben fornita tavola imbandita del ricco epulone.
Il tema del Congresso Eucaristico si è incentrato sul gusto del pane. Se il primo incontro con Paolo VI mi spalancò le porte della vita, se il secondo con Giovanni Paolo II rafforzò il mio proponimento di essere un buon padr, questo terzo incontro, nella fase ultima e, perché no, penultima della mia esistenza, mi richiama a non perdere il gusto e lo stupore che mi ha sorpreso fino ad ora nel corso della mia esistenza. Al crepuscolo della nostra vita la tentazione nichilistica di ritenere tutto ormai “già visto” rischia di rendere tutto banale, scontato, come un film visto e rivisto. Ancora altre gioie e sofferenze (quelle fisiche stanno già facendo prepotentemente capolino!) invece mi attendono e devo saperle accogliere come ulteriori doni della Grazia di Dio. Questa è la lezione che dalla visita di Francesco ho raccolto nella memorabile giornata che abbiamo vissuto la scorsa Domenica.