La “Cellula Coscioni Basilicata” – articolazione territoriale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica –, costituitasi lo scorso aprile, ha tra le sue priorità le scelte di fine vita e la legalizzazione dell’eutanasia avendo come stella polare il motto “dal corpo dei malati al cuore della politica”.
Sulla scorta di questi princìpi e nel perseguire tali finalità nel corso dei pochi mesi di vita della nostra associazione sul territorio lucano, tra le varie iniziative, abbiamo dato corso ad una indagine su tutti i comuni della Basilicata per verificare quanto e come lo strumento del “Testamento Biologico” fosse utilizzato dai nostri concittadini e promosso dalle nostre istituzioni locali.
Una premessa: la Legge n°219/2017, ha, per la prima volta, disciplinato in maniera organica il consenso informato sugli accertamenti diagnostici e sui trattamenti sanitari cui sono sottoposti i pazienti ed ha introdotto l’istituto delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT: il cd. testamento biologico) e quello della pianificazione condivisa delle cure (PCC).
In sintesi: l’articolo 3 della citata legge disciplina le DAT, disposizioni anticipate di trattamento, o Testamento Biologico, con le quali le persone possono dare indicazioni circa i trattamenti sanitari da ricevere o da rifiutare nei casi in cui si trovassero, in futuro, in condizioni di incapacità.
In buona sostanza, applicando questa normativa, ogni soggetto maggiorenne e capace di intendere e di volere potrà redigere delle disposizioni che dovranno applicarsi nell’eventualità di una sua futura incapacità di autodeterminazione.
Con il testamento biologico si ha, in altre parole, la possibilità di esprimere anticipatamente una scelta terapeutica e/o diagnostica in previsione di un quadro clinico in cui non sarebbe nelle condizioni di autodeterminarsi; poiché, però, sia i mezzi di cura che i mezzi diagnostici si evolvono nel tempo uno dei punti più importanti da inserire quando si stilano le DAT è quello relativo alle condizioni di salute che ognuno ritiene incompatibili con la propria dignità ed esistenza. Ogni cittadino può consegnare personalmente il proprio testamento biologico presso l’ufficio di stato civile del Comune di residenza. L’ufficiale di stato civile, verificate l’identità e la residenza, provvederà a registrare un ordinato elenco cronologico delle disposizioni presentate.
La nostra indagine si è concentrata su questo fronte ed è partita con una richiesta di accesso civico generalizzato a tutti i 131 comuni lucani.
Analizzando le risposte dei comuni si osserva che sul totale solo il 48% di essi hanno dato un riscontro, mentre il restante 52% ancora oggi non ha provveduto a farlo. Si evince, quindi, come solo poco meno della metà di essi ha fornito i dati richiesti.
Scendendo un po’ più in dettaglio e andando a vedere la ripartizione delle risposte tra le due Province della Regione, vediamo come la provincia di Matera (MT) sia la più virtuosa delle due.
In particolare per Matera, si osserva che la percentuale di risposta dei comuni è del 65% mentre il 35% di essi ancora non lo ha fatto. Quindi quasi 1/3 dei comuni manca ancora all’appello. Per Potenza invece il trend è inverso, qui solo il 43% dei comuni ha fornito risposta, mentre il 57% ancora no. In questo caso quindi le proporzioni sono quasi del tutto invertite, in cui poco più di 1/3 dei comuni ha dato risposta, mentre poco meno dei restanti 2/3 ancora no. Dalle precedenti risposte, siamo in grado di riportare anche i primi 3 comuni, per ogni provincia, con più sottoscrizioni D.A.T. e sono: Potenza (91), Lavello (64) e Avigliano (28) per la provincia di Potenza e Matera (436), Pisticci (107) e Scanzano Jonico (51) per la provincia di Matera.
Il numero totale delle D.A.T. sottoscritte dai lucani, e comunicateci fino ad oggi, è di 1.215.
Considerato che la popolazione della regione Basilicata che è di 539.999 abitanti, di cui però solo 462.879 sono quelli che possiamo realmente conteggiare, poiché rappresentano il numero di soggetti che giuridicamente hanno facoltà di sottoscrivere una D.A.T., possiamo vedereche solo lo 0,26% dei lucani ha redatto un testamento biologico e lo ha consegnato al proprio comune di residenza contro il restante 99.74%.
A questo punto siamo anche in grado di visualizzare quelli che sono i comuni più virtuosi, e con virtuosi si intende quei comuni dove i cittadini hanno recepito meglio le informazioni, o dove semplicemente il tema risulta più sentito, e questi nonostante la differenza sostanziale in termini di popolazione se paragonati a centri più grandi, mostrano percentuali a volte nettamente maggiori. È il caso del comune di Sasso di Castalda (PZ) che spicca tra tutti i comuni dell’intera Basilicata con una percentuale di sottoscrizioni D.A.T. del 2.47%. Stesso discorso per il comune di MiglionicoT) con una percentuale dell’1.18%.
Infine, si può osservare come il capoluogo di regione, Potenza, nonostante sia il comune più popoloso dellaBasilicata (55.738), occupi solo il 37° posto di questa classifica, mentre ad esempio il comune di Matera che conta poco meno lo stesso numero di abitanti (50.527), sia posizionato molto meglio, al 5° posto.
Questo lavoro è ancora in itinere ma certamente rappresenta una buona base di partenza per sensibilizzare i nostri concittadini su un tema di libertà ed autodeterminazione