Morte Masha Amini, Sofia Di Pierro (Uil Basilicata): “Da Uil solidarietà a donne iraniane. Donne, vita, libertà”. Di seguito la nota integrale.
Masha Amini, curda di soli 22 anni, era in vacanza con i familiari a Teheran quando a causa di poche ciocche di capelli che fuoriuscivano dal velo è stata arrestata. Portata via, ha detto la polizia del “buon costume”, per impartirle una “lezione di moralità”. Masha è stata picchiata fino a farla entrare in coma e così morire di morte cerebrale.
Ci sono funerali che chiudono la storia altri che la aprono: ondate di protesta stanno attraversando tutto l’Iran, donne con uomini, giovani e lavoratori stanno scendendo in piazza per la libertà contro la repressione. Morti, feriti ed arresti non si contano. Un’altra ragazza simbolo della protesta contro l’obbligo del velo, Hadis Najafi, 20 anni, è stata uccisa da sei proiettili durante una manifestazione a Teheran. “Nascondere la testa è in ogni civiltà simbolo di soggezione […] La donna libera porta i capelli al vento”, scriveva Joyce Lussu.
La UIL Basilicata, tutta, schierata sempre per il rispetto delle libertà fondamentali, l’uguaglianza, la giustizia sociale e la fine di un sistema patriarcale oppressivo, condanna quanto accaduto ed esprime la propria solidarietà al popolo iraniano che non ha esitato a sollevarsi per il cambiamento!
La lotta di queste donne e questi uomini è anche la nostra lotta per l’affermazione della democrazia, dei diritti civili, sociali, economici e culturali universali, diritti da non dare mai per scontati. Neppure in Italia, paese libero, certo, ma che presenta ancora disuguaglianze territoriali, sociali ed occupazionali soprattutto nella componente femminile. Donne disoccupate, sottopagate, con retribuzioni più basse, spesso vittime di ricatti, costrette ad accettare lavoro in nero o a lasciare il posto quando sono in attesa di un figlio. La situazione peggiora al Sud ed in Basilicata dove due donne su 3 non lavorano.
La lotta alle disuguaglianze e alle disparità di genere, attraverso il buon lavoro, è lotta per la vita, anche qui da noi dove la dipendenza economica di una donna da un uomo violento ancora, troppo spesso, degenera in episodi di sopraffazione.
È dunque questo il momento di mostrare il nostro sostegno e la nostra solidarietà al popolo iraniano ampliando la sua voce (soprattutto ora che il governo Raisi sta limitando fortemente l’accesso ad internet) e di rivendicare con forza una società dove donne e uomini siano veramente uguali, dove la discriminazione non sia più tollerata, dove il lavoro sia sicuro e le regole siano diritti e giusto salario.
Ci sono funerali che chiudono la storia, altri la aprono! “Donne, vita, libertà”