Partiranno 12 pullman dalla Basilicata sabato 8 ottobre per partecipare alla manifestazione nazionale della Cgil “Italia, Europa ascoltate il lavoro” che si terrà a Roma. Il corteo partirà alle 13.30 da piazza della Repubblica per giungere in piazza del Popolo dove, intorno alle 17.30, prenderà la parola per le conclusioni il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
La Cgil, assieme alle associazioni, ai sindacati internazionali e a tutti coloro che decideranno di partecipare, chiederà all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale e al prossimo governo rilancerà le sue dieci proposte. Tra i punti del decalogo: l’aumento di stipendi e pensioni; l’introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; la sicurezza nei luoghi di lavoro; un tetto alle bollette; un piano per l’autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili.
“Oggi l’emergenza è ricostruire unità sociale e fiducia, e lo si può fare solo rimettendo al centro i bisogni del lavoro, del nostro sistema industriale, fatto di piccole e medie imprese – afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa – È venuto il momento di affrontare le emergenze che stiamo vivendo. Prima la pandemia, poi la guerra, ora la crisi energetica. C’è bisogno di risposte, che possono arrivare solo se l’Italia e l’Europa ascoltano il lavoro.
Risposte – aggiunge il segretario della Cgil lucana – che fino a oggi sono mancate, tanto da ampliare il clima di sfiducia degli elettori. Non è un caso se in Italia l’astensionismo abbia raggiunto il 40% e se al Sud si tocchino percentuali anche del 50%. Un allarme democratico da non sottovalutare.
Mettere al centro il lavoro significa ridare fiducia nelle istituzioni ma significa anche ridurre quelle disuguaglianze che in questi anni sono aumentate e che la crisi energetica ha ulteriormente amplificato. Basti pensare che l’aumento del gas sta generando extraprofitti per pochi, ma sono in tanti i lavoratori, i pensionati, le piccole e medie imprese, oltre alle partite Iva, che non riescono più a pagare le bollette perché non arrivano alla fine del mese.
Sono queste le emergenze che attendono subito una soluzione. È necessario – sottolinea Summa – ridurre le tasse sul lavoro e pensioni, affermare il principio costituzionale della progressività, fermare ogni progetto di autonomia differenziata e investire nel nostro sistema di welfare pubblico e nell’istruzione per rispondere ai nuovi bisogni sociali, perché l’attuale situazione impone di andare nella direzione della coesione sociale, evitando percorsi che aumentino le diseguaglianze. Si avverte sempre più la necessità di innovare il sistema pubblico e investire attraverso un piano straordinario di assunzioni, ricostruendo un sistema previdenziale pubblico, solidaristico ed equo. Così come c’è bisogno di maggiore legalità e sicurezza sui posti di lavoro e di rimettere al centro dell’azione politica nazionale il Sud del paese, partendo da una politica industriale che rilanci i settori strategici: transizione energetica, automotive e digitalizzazione. Sono queste le proposte rispetto alle quali attendiamo un confronto tanto con il governo nazionale quanto con quello regionale”.
In questo scenario per Summa “la Basilicata ha delle potenzialità che vanno sfruttate. A partire dal settore dell’automotive. Bisogna uscire dall’isolamento, anche istituzionale. Riportare al tavolo Tavares – afferma – è una delle urgenze da affrontare nell’immediato. Seguire l’esempio del Piemonte, replicando lo stesso modello di collaborazione che ha visto la Regione e le istituzioni locali sostenere il rilancio di Mirafiori, deve essere la strada da praticare per rimettere al centro la vertenza Stellantis in Basilicata e restituire a Melfi quel ruolo strategico solo annunciato, visto che oggi continuiamo ad assistere solo al ricorso alla cassa integrazione. E poi ci sono i grandi temi: dall’attuazione dei programmi previsti dal Pnrr all’intervento sul piano fiscale, fino alla transizione energetica. Quest’ultima è ormai una strada obbligata, un’opportunità da non perdere. Da tempo ribadiamo la proposta di costituire un fondo dedicato, alimentato da risorse dello Stato e qui, in Basilicata, anche dalle risorse finanziarie derivanti dalla vendita degli altri milioni di metri cubi di gas non utilizzati. Un fondo che accompagni le industrie nel processo della transizione, che salvi le imprese e i posti di lavoro.
Stipendi sotto la media europea, precarietà che dilaga, aumento delle bollette e del costo della vita. Sono tutte questioni che attendono una risposta dalla politica. Ma per farlo – conclude Summa – la politica deve ascoltare il lavoro”.