Fim e Uilm: “Questa mattina 12 lavoratori della Futura Ambiente hanno ricevuto il “buongiorno” attraverso l’arrivo per raccomandata delle lettere di preavviso di licenziamento”. Di seguito la nota integrale.
Ciò significa che, al termine del preavviso contrattuale che in alcuni casi è di un mese, saranno i nuovi disoccupati lucani, ovvero i nuovi licenziati.
Licenziati da chi? Da un sistema ombroso, che da venti anni vive in maniera parassitaria, ovvero che si nutre e “campa” del sangue dei lavoratori.
Lavoratori da sempre utilizzati dal “padrone”, in proroga da venti anni, in quanto assegni umani di costoro che, attraverso una serie di incastri legislativi, politici ed economici, hanno potuto “anche alzare la voce” in quanto anche creditori di apparati industriali pubblici creati da una politica malsana. Per essere più chiari, la riforma regionale, tanto discussa, delle aree industriali avrebbe dovuto portare a soluzione un problema ventennale rappresentato proprio dalle aree industriali; sì, in Basilicata le aree industriali sono un problema da cui forse, immaginiamo, è meglio porre le distanze dovute.
Un liquidatore dell’Asi, tecnico della norma, che si è letteralmente lavato le mani anzi che ha aggravato notevolmente la situazione; Apibas, altro soggetto regionale, ancora da definire… e ciò si traduce in aree abbandonate nel buio, nel verde che cresce giorno dopo giorno e dunque si arriva ad oggi, ai licenziamenti dei lavoratori.
Cosa dire di più: abbiamo scritto ovunque, centinaia di comunicati, di presidi, di scioperi, di tavoli regionali, prefettizi ma alla fine, purtroppo, registriamo solamente l’inefficienza, l’inefficacia di costoro e la barbarie di chi per anni ha visto nei lavoratori il proprio assegno circolare ed oggi, in barba alle norme e al buon senso, decide di licenziare; oltre a ciò le lettere di licenziamento sono ancora una volta, semmai, l’immagine “dell’asticella che deve salire” per ottenere una ulteriore proroga, un nuovo affidamento o altro.
Per costoro probabilmente l’asticella si traduce in un gioco che ha come risultato il proprio tornaconto; per noi tutto ciò non è un gioco perché si tratta della vita e della dignità delle persone che hanno un unico torto: quello di voler lavorare ed essere retribuiti.
Non c’è altro da aggiungere perché la storia ci insegna che con i se e con i ma non si è mai costruito nulla di buono; oggi siamo al traguardo, caro Presidente Bardi, non c’è altro tempo; c’è un solo tempo, quello di decidere se quel traguardo lo si vuole caratterizzare nella giustizia o nella nefandezza.
Non saremo spettatore anzi saremo li sotto, sotto la Regione Basilicata, notte e giorno, non per gridare lo sdegno ma semplicemente e con dignità mostrare il viso, le facce, di questi lavoratori che una politica trasversale miope ha portato al preavviso di licenziamento: complimenti!
Attendiamo con urgenza dal Presidente Bardi un segnale, un incontro che sia una volta per tutte chiarificatore e soprattutto che ponga fine a questa barbarie, a questa indecenza nei confronti di questi lavoratori.