La Regione Basilicata ha la memoria corta
Nell’autunno del 2006 la Regione Basilicata fece “il Patto con i Giovani.”
Una iniziativa fortemente sbandierata e fatta con una serie articolata di interventi: mille e dei quali si è persa la memoria.
L’azione di promozione fu molto incisiva e dispendiosa.
La parte più significativa in termini mediatici del Patto fu il Bando per la concessione dei piccoli sussidi rientrato nei POR 2000/2006 per un costo di 10,5 meuro su oltre 81 utilizzati in tanti rivoli e che dimostrano come la fantasia non manchi.
Furono tantissime le domande presentate per quel bando, oltre 4.000, ben impostate tanto che ne furono accolte una quantità vicina al 90% e finanziate in misura del 6% circa.
Dal numero di domande che passarono al vaglio della commissione giudicatrice si evince chiaramente come i giovani lucani sapessero ben impiantare le pratiche e il dato è di sicuro in controtendenza perché i critici del nostro sistema scolastico dicono che i giovani non sanno più scrivere.
Credo che in questo caso la buona riuscita dell’istruttoria delle pratiche sia dipesa anche da quel 13% speso per l’assistenza.
Del resto non era pensabile che il nucleo di valutazione e tutta la struttura messa in campo così da garantirsi il corretto meccanismo della auto-referenzialità si censurasse.
Si è mai visto un corpo docente condannarsi per i risultati non esaltanti ottenuti?
I criteri, sconosciuti, ai quali ci si è attenuti per la formazione delle graduatorie hanno portato al risultato di seguito elencato.
Le attività finanziate sono state:
• il 20% è rappresentato da studi professionali,
• il 16% è rappresentato da servizi socio-assistenziali e medico sanitari,
• il 15% è rappresentato da turismo, tempo libero e somministrazione
alimenti e bevande,
• l’11% dal commercio,
• il 9% dai servizi collegati all’edilizia
• il 6,3% da antichi mestieri
In poche parole, nell’ambito delle innovazioni prospettate sono stati finanziate preminentemente: scrivanie, attaccapanni ed armadi per studi professionali.
Oggi uno studio può anche essere virtuale, basta un computer di poche centinaia di euro che si trasporta in una borsa ma questo i nostri esperti che successivamente la Regione Basilicata ha lautamente finanziato con apposta convenzione, altrimenti sarebbero rimasti disoccupati, non lo sapevano.
Tutto il resto del finanziamento è andato alle attività collaterali, al mattone e tanto per cambiare ai servizi socio assistenziali ed addirittura sanitari e che ricevono ristoro da altri canali; il tutto, ovviamente, nell’ambito dei progetti innovativi.
Premesso tutto questo si è capito bene che occorre fare di tutto per avviare il giovane al posto fisso, ( basta prometterlo) almeno fino alla prossima tornata elettorale.
Le 30 mila domande per i 78 posti messi a concorso ne sono un esempio.
Finita la 488 occorre finanziare le PMI esistenti sul territorio nell’ottica dell’ acquisizione del consenso elettorale.
Il patto con i giovani sembra essersi rotto ed anche la possibilità dell’auto impiego.
I dati statistici ci dicono che la Basilicata perde 700 abitanti in quattro mesi e che la popolazione invecchia sempre di più.
I giovani emigrano, vanno a cercare fortuna altrove.
Meglio così, potrebbero essere delle teste calde che potrebbero rompere l’equilibrio di potere tenuto su con tanto collante.
Parlare poi della residenza e quindi della presenza in Basilicata ha il valore che ha.
Molti giovani che ormai lavorano fuori hanno mantenuto per una serie di motivi, anche per lasciare le cose come stanno, la residenza in Regione.
Chiedere i sei mesi di costituzione della PMI significa voler rinunziare al ritorno di quei giovani emigrati.
Invitare quei giovani a ritornare e tentare attraverso la costituzione di una impresa in Regione è chiedere troppo ed è forse contrario ad interessi reconditi.
La Basilicata deve essere terra di anziani, in rapida diminuzione del numero di abitanti, territorio utile ad ogni sorta di scempio a partire da quello ambientale e quei giovani che ritornano con l’esperienza acquisita fuori regione possono destabilizzare gli equilibri.
Pio Abiusi