Michele Ardito (primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Melfi), Gerardo Bellettieri (Consigliere regionale), Tony Borreca, Massimo Calenda, Marcello Canonico, Michele Casino (ex deputato Forza Italia), Domenico Cirigliano, Marco Costantino, Lucia Di Grazia, Vito Di Lascio, Pia Falabella, Francesco Ferraioli, Carmine Ferrara, Roberto Galante, Nicoletta Genovese, Immacolata Iannella, Graziano Labanca, Antonietta Lorito, Giuseppe Magno (direttore Sanitario Asm), Giuseppe Moles (ex senatore e sottosegretario di Stato all’editoria), Robertino Palmieri, Francesca Peluso, Giovanni Petilli, Aldo Radice, Stefania Rotoli, Giuseppe Sabella, Gerardina Sileo (Consigliera regionale), Massimo Zullino (Consigliere regionale) e Marcelli Pittella. Sono i 28 nomi pubblicati dal Quotidiano della Basilicata a seguito dell’operazione congiunta DDA di Potenza-Carabinieri-Polizia, di cui riportiamo nuovamente di seguito i particolari.
In proposito si registra la nota della Procura della Repubblica di Potenza, a firma del procuratore Francesco Curcio
Con riferimento alle notizie comparse in data odierna sul “Quotidiano del Sud” e poi riprese da altri organi di stampa anche nazionali – per evitare che si diffondano informazioni infondate ovvero altri sull’oggetto e la portata dell’investigazione in corso sulla Sanità Lucana (che peraltro deve ancora superare numerosi ed ulteriori vagli processuali, sicchè deve essere richiamato il principio di presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva) – questo Ufficio chiarisce che il perimetro oggettivo e soggettivo dell’indagine in questione – salvo sempre possibili nuove acquisizione dovute allo sviluppo delle indagini ln corso – è, allo stato, delineato dalle imputazioni provvisorie elevate nella richiesta caututelare e poi contenute nella successiva ordinanza del GIP di Potenza.
Dunque, gli ulteriori fatti di cui viene dato conto nelle notizie stampa, diversi da quelli descritti in tali provvisorie imputazioni, o sono privi di rileva za penale, ovvero sono relativi a vicende nelle quali, alla iniziale acquisizione della notizi di reato doverosamente ed immediatamente iscritta, non è seguita l’acquisizione di un q adro indiziario univoco o almeno sufficiente.
Marcello Pittella:”Diffamazione dal Quotidiano, procederemo per querela”.
“Ho dato mandato ai miei legali di procedere con una querela per diffamazione nei confronti de “Il Quotidiano del Sud” che nell’edizione di oggi mi riporta – con una mia foto al di sotto di uno squallido riferimento nel titolo dell’articolo – tra gli indagati per i fatti di cui all’operazione del 7 ottobre scorso. Nessuna informativa di garanzia è giunta al mio indirizzo, né sono a conoscenza delle ricostruzioni fatte dal giornale che pure sarebbe impropriamente in possesso di documenti a me sconosciuti. Pertanto, prendo le distanze da questo modo becero e indecoroso modo di fare giornalismo che, nell’occuparsi di cronaca con riferimento a fatti che riguardano l’attuale governo regionale, ingiustamente mi coinvolge e mi infanga. Nelle prossime ore valuterò con i legali ulteriori azioni da intraprendere per tutelare la mia onorabilità.” Lo dichiara il consigliere regionale, Marcello Pittella.
Sanità lucana, senatore Moles: “Estraneo a vicende, non informato di indagine”
“Notizie in uscita oggi su alcuni organi di stampa mi danno tra gli indagati dell’indagine in corso presso la Procura della Repubblica di Potenza sul cosiddetto sistema di potere in Basilicata. Nel mettermi a completa ed immediata disposizione dell’Autorità giudiziaria, ove fosse necessario un qualsiasi approfondimento che mi riguarda, sin d’ora preciso la mia assoluta estraneità alle vicende ipotizzate negli articoli di stampa, ricordando il mio quotidiano impegno volto all’affermazione dei principi di legalità e trasparenza in politica e nella Pubblica Amministrazione che ho sempre perseguito durante il mio mandato di Senatore e Coordinatore Regionale di Forza Italia – Basilicata. Attendo perciò con ansia che i pubblici ministeri assegnatari del fascicolo, che, sino ad oggi, non hanno mai ritenuto di informarmi della eventuale pendenza di indagini a mio carico, mi convochino allo scopo di chiarire, ove necessario, la mia posizione. Mi riservo comunque, qualora ve ne siano i presupposti, di agire nelle sedi competenti a tutela della mia onorabilità, così improvvidamente lesa dalle notizie di stampa diffuse in queste ore”. Lo comunica in una nota il Senatore Giuseppe Moles.
Uomini politici e amministratori della Regione Basilicata sono coinvolti nell’operazione di Carabinieri e Polizia, coordinata dalla Dda di Potenza. L’indagine riguarda il settore della sanità lucana.
In particolare è stato arrestato il Consigliere regionale Piro, domiciliari per sindaco di Lagonegro Maria Di Lascio, obbligo dimora per assessore regionale Cupparo e consigliere regionale Leone, divieto di dimora in Potenza per Giuseppe Spera (dg AOR San Carlo).
Di seguito i nomi dei 39 indagati: Luigi Alagia, Mario Araneo, capo della segreteria particolare del presidente della giunta della Regione Basilicata, il presidente della Giunta rdella Regione Basilicata, Vito Bardi, Armando Buldo, Nicola Buldo, Alberto Caivano (direttore generale del Dipartimento Infrastruttire e Mobilità della Regione Basilicata), Chiara Camaldo, Giacinto Camaldo, Silvio Camaldo, Antonello Canonico, Nicolo Castelluccio, Rocco Mario Ciorciaro (personale esterno Dipartimento Politiche alla Persona della Regione Basilicata), l’assessore regionale alle attività produttive, lavoro, formazione e sport della Regione Basilicata Franco Cupparo, Mariangela D’Andrea (personale esterno in servizio al Dipartimento di Presidenza della Regione Basilicata), il direttore sanitario dell’Asp Luigi D’Angola, Anna De Francesco, il sindaco di Lagonegro Maria Di Lascio, il direttore generale del Dipartimento Politiche della Persona della Regione Basilicata, Ernesto Esposito, l’assessore alle politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, Pasquale Fortunato, Vito Rosario Funicelli, Donata Girardi (impiegata della società in house della Regione Basilicata), Fabrizio Grauso (Già capo di Gabinetto della Regione Basilicata), Maria Lucia infantino, Gennaro Ladaga, il consigliere regionale ed ex assessore regionale alla Salute e alle Politiche sociali della Regione Basilicata, Rocco Luigi Leone, Antonio Maiorano (Maresciallo della Guardia di Finanza e componente della Segreteria particolare del Presidente della Giunta della Regione Basilicata, l’assessore comunale di Lagonegro con deleghe alle attività produttive, commercio, artigianato, dissesto idrogeologico, forestazione, lavoro e formazione, Gianni Mastroianni, l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Basilicata, Donatella Merra, il consigliere comunale di Lagonegro Benedetto Rito Olivo, l’assessore con delege alle politiche sociali e poltiche di genere di Lagonegro, Maria Palermo, il consigliere regionale Francesco Piro, Pietro Rocco, l’ex assessore regionale ed attuale senatore Gianni Rosa, Francesco Sabella, Claudio Simone e Giuseppe Spera (direttore generale Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza).
Di seguito i particolari sull’operazione DDA.
In data odierna su disposizione di questa Procura della Repubblica i Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza e la Polizia di Stato — Squadra Mobile di Potenza – hanno dato esecuzione:
1. a due misure custodiali emesse dal Gip di Potenza, nei confronti del Consigliere Regionale Francesco Piro, tradotto presso la casa circondariale di Potenza e nei confronti del Sindaco di Lagonegro Maria Di Lascio sottoposta agli arresti domiciliari (esecuzione da parte dei CC);
2. a due ulteriori misure cautelari coercitive dell’ obbligo di dimora nei confronti di Cupparo Francesco, Assessore della Giunta Regionale della Basilicata (esecuzione da parte della Polizia di Stato — Squadra Mobile di Potenza), Leone Rocco Luigi, già Assessore della medesima Giunta ed ora Consigliere Regionale (esecuzione da parte dei CC del Comando provinciale di Potenza);
3. ad una ulteriore misura cautelare coercitiva, questa volta del divieto di dimora in Potenza, nei confronti di Spera Giuseppe (direttore amministrativo dell’ASP Basilicata dal 9.10.2019 fino al 10.8.2020 , di Commissario straordinario dell’AOR San Carlo di Potenza dal 10.8.2020 fino al 17.12.2020 e di direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera S. Carlo di Potenza dal 17.12.2020 ad oggi) che è pure stato raggiunto misura interdittiva all’esercizio di funzioni pubbliche ( esecuzioni da parte del predetto Comando dei CC);
I delitti contestati vanno dall’induzione indebita, alla corruzione, dalla tentata concussione ad altri reati contro la PA.
Le indagini, che si sono sviluppate lungo un arco di circa due anni, sono state dirette da questo Ufficio, e svolte, in modo coordinato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato.
Il quadro indiziario si desume da Intercettazioni, dichiarazioni rese a questo Ufficio, acquisizioni di documentazione.
All’esito delle investigazioni questa Procura, nell’ambito del procedimento che vede numerosi indagati fra privati ed altri pubblici ufficiali ( appartenenti sia all’Amministrazione Regionale della Basilicata che all’Amministrazione Comunale di Lagonegro, ) ha formulato richieste cautelari nei confronti dei suddetti cinque indagati ln relazioni ai quali, con valutazione condivisa dall’organo giudicante, si riteneva sussistessero, oltre che gravi indizi di colpevolezza, anche le necessane esigenze cautelari.
Sempre in mattinata odierna si è proceduto, altresì ad effettuare perquisizioni e ad emettere informazione di garanzia, degli indagati .
1. Bardi Vito, Presidente della Giunta Regionale della Basilicata;
2. Fanelli Francesco, già Assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata, attualmente Assessore alla Salute
3. Mastroianni Gianni, Assessore del Comune di Lagonegro con deleghe alle attività produttive, commercio, artigianato, dissesto idrogeologico, forestazione, lavoro e formazione;
4. Merra Donatella, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Basilicata;
5. Ferrara Antonio, Dirigente del settore Amministrativo della Regione Basilicata e Segretario Generale della Giunta Regionale;
Le perquisizioni, locali e di natura informatica, si sono svolte ln alcuni domicili, all’interno degli Uffici della Regione Basilicata e presso l’Amministrazione Comunale di Lagonegro.
Ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna e ribadito che le indagini preliminari sono in pieno svolgmento, questo Ufficio ha elevato 23 imputazioni provvisorie che vanno dal delitto d’induzione indebita (riqualificato, ln alcuni casi, dal Gip in quello di corruzione), a quelli di concussione tentata, peculato, traffico d’influenze ed abuso ln atti di Ufficio (per queste tre Imputazioni non si è richiesta, ne è stata disposta alcuna misura cautelare).
Le vicende oggetto d’indagine si inquadrano ln diversi filoni Investigativi, segnatamente :
quello della gestione della sanità lucana da parte degli organi preposti, con particolare riferimento sia alle attività amministrative prodromiche e deliberative inerenti al progetto di costruzione del nuovo Ospedale di Lagonegro (in ordine al quale sono previsti investimenti per circa 70 milioni di euro), che quelle relative alle nomine di personale medico e paramedico presso l’Ospedale San Carlo;
quello relativo alle attività tese al procacciamento di voti in occasione delle elezioni comunali di Lagonegro, nel corso delle quali, secondo il costrutto accusatorio da verificare nel corso dei successivi passaggi processuali, gli indagati, avvalendosi delle loro prerogative pubbliche, ottenevano la promessa di voti o di “pacchetti di voti”, in cambio di atti del loro Ufficio Pubblico (trasferimenti, promozioni, assunzioni, affidamenti di servizi pubblici, vari favoritismi collegati all’insediamento del nuovo ospedale di Lagonegro, ecc);
quello relativo alla gestione, nel primo periodo della pandemia, dei cd kit tampone. In particolare, secondo la ricostruzione accusatoria, esponenti dell’Amministrazione regionale a differenza degli altri comuni cittadini, accedevano a tali controlli, in assenza dei rigidi presupposti all’epoca richiesti dalla normativa.
In tale contesto l’Ofdinanza Cautelare — ferma restando la presunzione d’innocenza – ha particolarmente valorizzato, ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari nei confronti degli indagati raggiunti da misura ( oltre al pericolo di reiterazione delle condotte desumibile dalla pluralità di reati contestati ed il pericolo d’inquinamento probatorio) anche le seguenti emergenze investigative:
le plurime dichiarazioni ed intercettazioni riferibili alla posizione di Piro Francesco da cui emergerebbe come lo stesso, non solo avesse relazioni con esponenti della locale criminalità organizzata, ma, non di rado, per raggiungere proprie finalità personali, politiche ed elettorali, ed a scopo intimidatorio, ostentava ai suoi interlocutori i suoi asseriti collegamenti con contesti criminali calabresi;
le indagini svolte nel COfSO della campagna elettorale nazionale tenutasi fino al 25.9.2022, nel corso della quale alcuni degli strumentalizzavano la lora funzione pubblica per effettuare delle ritorsioni contro soggetti che erano ritenuti non disponibili a sostenere il candidato Piro. In particolare, e fra l’altro: il Sindaco di Lagonegro richiedeva (senza riuscirvi), a funzionari di società che gestiscono le reti di telefonia mobile, di disattivare i ponti radio da loro gestiti, per impedire così il traffico telefonico in determinate zone dell’area geografica sopra indicata dove abitavano i non-sostenitori del Piro affinchè a costoro fosse (di fatto) impedito di usufruire del servizio telefonico mobile ; sempre il medesirno PU si attivava per Impedire che altro presunto non sostenltore del Piro accedesse alle condotte idriche a servizio di terreni agricoli, mentre venivano programmate altre ritorsioni contro altri presunti avversari politici o meglio non-sostenitori del predetto candidato;
le Investigazionl relative ai tentativi di indurre dipendenti regionali nel settore della forestazione, da parte dell’Assessore Regionale al ramo, a sostenere il candidato Piro.
Nel corso delle indagini, nel pieno rispetto del diritto di difesa questo Ufficio ha raccolto le dichiarazioni di alcuni indagati. Le stesse, fermo restando il successivo vaglio processuale, allo stato, secondo la valutazione contenuta nell’ordinanza cautelare emessa dal Giudice, non sono state ritenute “credibili”.