“Supportare il disagio psichico”, incontro a Melfi dell’associazione Ge.Fi.Dis (genitori e figli con disagio). Di seguito la nota integrale.
L’attenzione alla salute mentale e la lotta allo stigma sociale,associato al disagio mentale, sono prioritarie e impellenti.
Negli ultimi tempi, sono nati sempre più modelli virtuosi di presa in carico del malessere intenso, diffuso in tutte le sue manifestazioni: sintomatiche (autismo, psicopatologia, disturbi neuropsicologici, disturbi alimentari, dipendenze varie, disturbi di personalità, disabilità in generale) e asintomatiche (conflittualità di coppia, conflittualità genitori- figli, conflittualità negli ambienti di lavoro, perdita del senso della vita) come il disagio psicologico percepito dai genitori prima, durante e dopo al diagnosi neuropsichiatrica infantile dei figli.
Risulta ancora necessario un cambiamento culturale per accettare e “accogliere” tali problematiche come possibilità esistenziale delle persone, abbattendo i vari preconcetti, e accettando la diversità, che rende unico e prezioso ogni individuo. Per poter esortare le persone a faretutto questo, sono richieste caratteristiche importanti: umanità, sensibilità, empatia e competenza nell’ambito. Un lodevole esempio di grande professionalità e supporto nei riguardi di chi soffre, arriva proprio dalla Basilicata, più precisamente dall’associazione Ge.Fi. Dis, fondata a Melfi nell’aprile scorso dal prolifico Nicola Fede, genitore di un bambino autistico. Con la fattiva collaborazione di due ottimi professionisti come il dottor Giovanni Chiariello, neuropsichiatra infantile, e il dottor Giuseppe Marmo, psicoterapeuta, si è deciso di mettere in campo un progetto onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), con l’intento iniziale di fornire, ai genitori di bambini e ragazzi con problematiche neuropsichiatriche infantili, un supporto adeguato alla genitorialità. Infatti, il valido team di volontari e professionisti, offre, con attenzione, strumenti efficaci per entrare nel miglior modo possibile in relazione con i propri figli. Solamente tramite un buon approccio genitoriale, il ragazzo con disagio può essere aiutato e sostenuto adeguatamente.
Negli ultimi mesi, questo interessante progetto è cresciuto progressivamente: ha ricevuto un buon riscontro da parte dimolte famiglie, educatori, docenti e altre associazioni che operano nel sociale. Si stanno gradualmente ampliando valide iniziative di informazione, formazione, prevenzione e tanto altro.
L’associazione Ge.Fi.Dis,con sede a Melfi, si prefigge, tra le tante finalità, di operare su tutta la Basilicata ma anche oltre, e di supportare efficacemente la neuropsichiatria infantile del territorio. I dottori Giovanni Chiariello e Giuseppe Marmo ritengono che sia sempre più urgente creare una efficace rete territoriale in cui ci sipossa confrontare ampiamente, e abbattere una volta per tutte i pregiudizi verso le patologie psichiatriche.
Lo scorso 14 ottobre presso la Sala Mostre del comune di Melfi, c’è stato il tredicesimo incontro di auto-mutuo aiuto, strutturato tramite i canali del corpo (gli abbracci, il tenersi per mano, le carezze) e delle emozioni (la possibilità di esprimere la propria rabbia, il proprio dolore, le proprie lacrime o il proprio sorriso).
Erano presenti le consigliere comunali di Rionero in Vulture Cinzia Gliaschera ed Elena Pietragalla che, per la prima volta, hanno assistito con attenzione all’incontro: hanno conosciuto le svariate iniziative dell’associazione e si sono congratulate con il fondatore Nicola Fede e i professionisti del settore Giovanni Chiariello e Giuseppe Marmo per i buoni riscontri ottenuti da parte di tutti i presenti.
Senza dubbio, l’associazione Ge.Fi.Dis sta diventando una vera e propria famiglia, in cui è possibile aprire il proprio cuore e sentirsi “a casa”, accolti con il sorriso e con l’affetto di cui ogni essere umano necessita.
Un progetto validissimo, dunque, che presenta ottime basi per crescere ulteriormente, dando, con costanza, la possibilità alle persone di trovare una mano sempre pronta a sostenerle emigliorare la qualità della propria vita.
Carmen Piccirillo