Pieno sostegno alle iniziative assunte dal presidente della Provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico Marrese “perché i cinghiali rappresentano un pericolo non solo per le nostre aziende agricole, ma per i cittadini e per tutte le attività produttive” è stato espresso da Giuseppe Stasi, presidente Cia-Agricoltori Matera. Bene il coinvolgimento del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica con il nuovo intervento del Prefetto di Matera Copponi che continua a manifestare attenzione ed impegno sul problema, come – aggiunge Stasi – è positiva la richiesta di incontro in Regione. Voglio ricordare che in Regione agli inizi di settembre in un Tavolo sull’emergenza cinghiali era stato presentato un nuovo progetto per 3 milioni di euro da spendere in tre anni al quale la Cia ha espresso parere favorevole. Diverse le azioni indicate: la fornitura di trappole agli agricoltori con relativo incentivo per l’installazione e la gestione, l’incremento del monitoraggio sanitario in collaborazione con il servizio veterinario, l’allargamento della platea dei soggetti autorizzati all’abbattimento ai quali concedere un ristoro per le spese sostenute e, ancora, la dislocazione di celle frigorifere, l’organizzazione di attività logistiche per la raccolta delle carcasse e l’attivazione di un centro di lavorazione della carne di cinghiale. Purtroppo il percorso unitario tra Regione, associazioni di cacciatori, Atc, confederazioni di agricoltori – aggiunge il presidente Cia – è stato interrotto e pertanto sollecitiamo il Presidente Bardi a riprenderlo. La tutela della pubblica incolumità e delle produzioni dei campi resta il nostro obiettivo prioritario. Lo ribadiamo: occorrono interventi straordinari e in deroga alle vigenti norme, nell’attesa di una revisione della legge quadro nazionale la 157 /92; è necessario modificare almeno in due punti tale norma passando dal mero concetto di protezione a quello di gestione e governo della popolazione faunistica. A seguire è urgente introdurre soluzioni modulari che permettono le Regioni di gestire il periodo e la durata delle attività di caccia in ragione del rapporto territori/pressione faunistica nei vari areali. Le attese adesso sono sul nuovo Governo e i nuovi Ministri competenti perché prendano atto dello stato di emergenza – trecentotre incidenti e danni alle colture agricole per oltre un milione e 250 mila euro solo per citare i numeri dello scorso anno – che flagella da anni le nostre campagne e le aziende sino ad arrivare direttamente lungo la costa metapontina ; è necessario – conclude Stasi – introdurre misure atte ad arginare l’attuale contesto e portare in equilibrio territori e popolazione faunistica. Per questo il piano presentato è uno strumento che prevede l’abbattimento di oltre 70.000 capi nell’arco di pochi anni, per fare questo abbiamo bisogno in Basilicata di una puntuale pianificazione, di uno sforzo corale (Regione, Atc, Parchi, Comuni autorità di Pp.Ss. e sanitarie)”.