L’agriturismo del futuro è al centro delle aree rurali per un modello di sviluppo sostenibile e moderno che anche attraverso l’evoluzione del concetto di ruralità, del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e di un nuovo approccio verso il territorio e le sue risorse possa contribuire a ricucire quei divari e quelle distanze che ancora persistono aprendo nuove opportunità in grado di generare ricadute positive anche in Basilicata. E’ la conclusione dell’assemblea regionale di Turismo Verde aderente alla Cia-Agricoltori Basilicata – una cinquantina di agriturismi associati, un quarto dei circa 200 iscritti all’albo regionale – che si è svolta a Potenza (sala conferenze Cia). Intanto la volontà, soprattutto di giovani e donne, di fare gli operatori agrituristici è confermata dai dati forniti da Lucia Triani, la dirigente dell’Ufficio del Dipartimento Politiche Agricole che se ne occupa. Al II Bando per gli agriturismi, in dirittura d’arrivo, hanno partecipato in 96 (58 in provincia di Potenza e 33 in quella di Matera) e tra i progetti principali presentati l’adeguamento strutturale e il risparmio energetico. I dirigenti della Cia – i presidenti di Potenza Giannino Lorusso e Matera Giuseppe Stasi, i direttori di Matera e Potenza Donato Distefano e Giovanna Perruolo – prima di offrire gli spunti per l’agriturismo del terzo millennio hanno fatto il punto su cosa rappresenta oggi. L’agriturismo si conferma un’eccellenza dell’offerta turistica lucana, in grado di venire incontro al desiderio di vacanze sostenibili e connesse alla natura. Se gli imprenditori hanno avuto nel biennio passato la capacità di reagire allo shock imposto dalla pandemia limitando le perdite rispetto ad altri comparti turistici, la crisi energetica e l’aumento dei costi aziendali destano ora grande preoccupazione. Ma – è stato detto – gli imprenditori dell’ospitalità rurale hanno le spalle larghe per reagire e una forte volontà di rilancio come quella espressa da Francesco Lorenzo Bruno, uno dei più giovani, terza generazione alla guida di una storica azienda (Vignola di Marsiconuovo) e con idee innovative per attrarre turisti. All’assemblea ha partecipato Saverio Lamiranda, a.d. Terre di Aristeo, con cui Cia e Turismo Verde hanno deciso di intensificare la collaborazione attraverso un Accordo di Sviluppo. Lamiranda ha sostenuto che il turismo rurale, a 360 gradi, escursioni, cultura, tradizioni popolari, buona cucina è una risposta efficace allo spopolamento dei borghi e alla fuga dei giovani. Poi ha presentato la “ricetta” del Progetto Pilota che si basa tra l’altro sulla ricerca di internazionalizzare l’offerta turistica per raggiungere nei prossimi tre anni i 200 mila arrivi e una media di 4 giorni di permanenza di visitatori esteri. Ma – ha messo in guardia – dobbiamo elevare la qualità di accoglienza e formare gli operatori affermando il modello di turismo di comunità rurale. Il presidente nazionale di Turismo Verde Giulio Sparagna ha raccolto i numerosi spunti indicando il percorso da seguire per dare l’opportunità ai figli di imprenditori agricoli, alle nuove generazioni di restare con dignità ed orgoglio in agricoltura. Per questo – ha detto – è necessario pensare ad un turismo diverso che rispetti l’ambiente e valorizzi territori e comunità locali. Il Pnrr e i programmi nazionali come il “turismo delle radici” sono opportunità da cogliere. Tra le proposte conclusive della Cia – impegnata a mettere in rete con Turismo Verde, Donne in Campo, La Spesa in campagna, Agrichef, Accademia Rurale – l’organizzazione da parte della Regione di intesa con l’Apt, Anci e Distretti di una Conferenza regionale sull’agriturismo e la costituzione di un Osservatorio di settore.
Nov 04