Antonio Melfi, responsabile del movimento politico Cristianamente riprendiamo a dialogare, già consigliere regionale di Basilicata in una nota commenta la scelta dell’ex assessore e consigliere regionale Franco Cupparo di confermare le dimissioni e quella del consigliere regionale Francesco Piro di ritirarle. Di seguito la nota integrale.
Mentre la sanità in Basilicata arranca – come testimoniato dai vari comitati per la difesa della sanità pubblica da Matera a Tinchi a Tricarico e così via – in Via Verrastro si fa sfoggio di stampelle nuove di zecca e di ultimissima generazione. I due consiglieri di Italia Viva, Braia e Polese, salvano la ormai decadente e decomposta maggioranza Bardi dal default, votando a favore delle dimissioni di Cupparo e conseguente surroga. Però la coscienza è pulita: le due stampelle, appena una settimana fa, hanno annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del governo regionale, mozione fondata su “premesse esclusivamente politiche e di merito” ed augurandosi, udite udite, che “la mozione venga firmata da tutti i consiglieri che lo riterranno opportuno”. Molto probabilmente questa mozione subirà le sorti delle precedenti dimissioni multiple dell’ormai ex consigliere Cupparo, annunciate ma mai presentate, o di quelle recenti dell’ancora consigliere Piro, dimissioni lasciate a decantare negli uffici regionali per circa 30 giorni: dopo di che si saranno deteriorate, come i cibi alla data di scadenza, e sono state ritirate.
Senza entrare nel merito della questione giudiziaria, scoppiata come una bomba atomica il 7 ottobre scorso, ridottasi dopo un mese ad una fiammella da fuoco fatuo, quello che lascia sconcertati in questa vicenda è che, anche su questioni squisitamente tecniche, il generale-presidente non ha più una maggioranza, può contare su soli 10 voti, compreso il suo, e le forze di opposizione, chi in un modo, chi nell’altro, tirano a campare. Forse perché non sono preparate, dopo l’esito “traballante”, per usare un eufemismo, delle recenti elezioni politiche, ad affrontare una nuova campagna elettorale in anticipo rispetto al termine della legislatura.
Eccezion fatta per il gruppo del M5S gli altri esponenti di opposizione hanno tergiversato in tutto questo mese, per poi decidere, nel consiglio regionale di ieri, chi per assentarsi al momento del voto (che è come travestirsi da Ponzio Pilato, ma non siamo a carnevale) chi per travestirsi da stampella nuova di zecca e pronta all’uso.
Rimane una sola certezza: la massima assise regionale, osannata negli interventi di ieri come il consesso più trasparente e democratico che esista, appare agli occhi dei più, in Basilicata e, ahinoi, in tutta Italia, come un organo ormai ridotto al nulla, un’arena dove i tori si rincorrono e si incornano, incuranti di ciò che avviene sugli spalti: spopolamento galoppante, quadro economico disperante, prospettive di crescita sotto lo zero assoluto.
E il toreador generalissimo nel Consiglio di ieri nemmeno si accorge di non avere più una maggioranza e si limita a formali ringraziamenti all’ex, Cupparo, e a Piro “persona corretta che ha fatto sempre il suo dovere”. Bene avrebbe fatto a ringraziare anche Braia e Polese, quegli stessi che domani potrebbero/dovrebbero promuovere la mozione di sfiducia….a se stesse, innanzitutto.
Poveri noi, povera Basilicata, poveri cittadini di questa martoriata terra di Lucania.