L’anno 2021 è stato un anno difficile per il settore artigiano lucano. Così come nel 2020, l’EBAB (Ente Bilaterale Artigianato Basilicata) è stato interessato prevalentemente dalla gestione delle CIG, seppure con movimenti inferiori rispetto all’anno precedente. Complessivamente sono stati 1.700 i lavoratori che lo scorso anno hanno fruito della CIG per una spesa totale di 5 milioni di euro (erano più di 4mila per quasi 10 milioni di euro nel 2020). Sono i dati più significativi della relazione che la presidente Ebab Rosa Gentile ha tenuto all’assemblea dei soci dell’Ente (Confartigianato, CNA, Casartigiani e CLAAI, sul versante datoriale, e CGIL, CISL e UIL sulla sponda sindacale) che hanno approvato il bilancio consuntivo 2021.
In dettaglio, per quanto riguarda le richieste CIG per l’anno 2021, sono pervenute 775 domande di cui 330 di Matera e provincia e 445 di Potenza e provincia. Successivamente la piattaforma ha consentito di presentare altre domande per ulteriori 28 settimane, utilizzabili dal 1.04.2021 al 31.12.2021 sempre in base alla retribuzione oraria aziendale. Le domande protocollate sono circa 496 di cui 232 di Matera e provincia e 264 di Potenza e provincia. Al termine di utilizzo di queste settimane è stato possibile presentare domande per ulteriori 13 settimane dal 1.10.2021 al 31.12.2021. Le domande protocollate sono 105 di cui 51 per Matera e provincia e 54 per Potenza e provincia.
Anche nel 2021 – ha sottolineato Gentile – è stata consentita la proroga dei termini ed elasticità nella presentazione delle domande, per accogliere tutta la platea delle aziende interessate, agevolando notevolmente il lavoro dei consulenti. Nella presentazione delle nuove domande è stato permesso di riportare automaticamente i dati della precedente domanda allegando anche il vecchio Accordo Sindacale. Pertanto tutte le domande protocollate sono state evase.
Abbiamo concentrato ogni sforzo – ha aggiunto – non solo nella pandemia che ha ancora strascichi negativi pesanti sulle microimprese, ditte individuali e di famiglia del comparto artigiano che rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese lucane di settore ma per accompagnare le stesse imprese nella fase di ripresa e nel processo di qualificazione del personale dipendente. Sono imprese e lavoratori determinanti per le nostre piccole comunità alle prese con lo spopolamento. Per questo coniughiamo insieme welfare e rilancio produttivo come vogliamo fare attraverso la “Carta dei servizi” con l’impegno ad accrescere le prestazioni ai lavoratori e alle aziende-ditte artigiane. Sono dieci le prestazioni previste che variano, per le aziende, da contributi in casi di calamità naturali sempre più frequenti, ad incentivi per incremento occupazionale, per il bonus energia e per i lavoratori variano dai contributi per i figli, al premio fedeltà per continuità di servizio presso la stessa azienda, al contributo acquisto prima casa”.
Il comparto dell’artigianato – è stato inoltre sostenuto – vede valorizzata e rafforzata l’esperienza del proprio Fondo di solidarietà bilaterale alternativo che, fin dalla sua costituzione, ha erogato prestazioni a tutte le imprese artigiane – anche quelle con un solo dipendente – facendo esclusivamente leva sulla contribuzione propria.