Giovanni Caserta ha inviato una lettera aperta al Sindaco Bennardi, agli assessori e ai consiglieri comunali di Matera con cui suggerisce l’intitolazione di un piazza e due strade nel borgo La Martella, a Michele Guanti, Emilio Colombo e Frederick Friedmann. Di seguito la nota integrale.
La televisione locale ricordava, alcuni giorni fa, la ricorrenza del 70° del borgo “La Martella”, a suo tempo giudicato, da Riccardo Musatti, come “il più bel borgo contadino d’Italia”. Ci saranno festeggiamenti.
Sulla nascita del borgo e sui suoi primi abitanti, interessante libro ha pubblicato Francesco Paolo Francione (La voce di Matera – Storie da La Martella, ed. Comunità, 2018).Se ne consiglia la lettura. Presto, però, il borgo fu lasciato a sé stesso per effetto soprattutto dell’abbandono dei campi e conseguente emigrazione Fu tenuto parzialmente in vita per merito di alcuni volenterosi, come il buon Raffaele Paladino. Recentemente è stato parzialmente rinnovato con nuovi insediamenti edilizi, purtroppo in evidente dissonanza con l’architettura originaria e storica.
Piangere sul latte versato dicono che è inutile, soprattutto quando si annunzia un chiaro impegno a recuperare l’antico, armonizzarlo col nuovo e aprire servizi essenziali, quali la scuola, la biblioteca, il cinema, il teatro, la chiesa,la piazza… C’è da credere fermamente che la realizzazione della ferrovia Ferrandina-Matera, con stazione a ridosso del borgo, farà il resto, pur sempre insieme col recupero agricolo, a sostegno, magari, di una opportuna struttura turistico-storico-culturale.
Qualche mese fa, mi permisi di ricordare al Consiglio Comunale e alla cittadinanza la figura di Michele Guanti (1°novembre 1915 / 29 marzo 2013), ormai a dieci anni dalla morte. Mi piace ricordare solo alcuni passaggi della sua vita.Laureato in Scienze Politiche, figlio di un mastro muratore, Michele Guanti ebbe una formazione cattolica. Nel 1944-46 aderì al Partito d’Azione. Nel 1946 fece la scelta di ”rivoluzionario di professione”, aderendo al PCI. Abbandonò perciò il posto di impiegato presso il Consorzio di Bonifica, più sicuro e gratificato, volendo, a tempo pieno, battersi per la terra ai contadini e case civili agli abitanti dei Sassi.Ricoperse subito, dal 1946 al 1956, il ruolo di segretario della Camera del Lavoro. Erano gli anni di occupazione delle terre, feriti e morti. Ci furono, quando ministro degli Interni era l’on. Scelba, gli episodi tragici che videro cadere, uccisi negli scontri con la polizia, giovani uomini e donne. Accadde a Portella della Ginestra (1947), a Melissa (1949), a Isola Capo Rizzuto (1949), a Torremaggiore (1949), a Montescaglioso (14 dicembre 1949), a Venosa(1956). Il segretario della Camera del Lavoro era sempre in prima fila con i contadini, sotto gli occhi della polizia. A Montescaglioso Guanti gridò: “Non guerra ma terra”. Dal 1956 al 1960 fu presidente della Provincia;dal 1963 al 1972 fu senatore, quando l’indennità di parlamentare si versava intera al PCI; dal 1976 al 1980 fu di nuovo Presidente della Amministrazione Provinciale.
Nel 2005 si volle celebrare il suo 90° compleanno. La celebrazione, avvenuta il 1° dicembre 2005, fu voluta dalla Amministrazione Provinciale, allora retta da Franco Stella.La relazione, da me scritta e letta, è negli archivi della Provincia, a disposizione di chi vorrà leggerla. In quella manifestazione, solenne, era presente, come testimone e oratore, anche Emilio Colombo, storico avversario di Michele Guanti. Era anche presente l’on. Vincenzo Scotti, già ministro del lavoro.
Dopo dieci anni dalla sua morte, sono maturati i tempi per onorare Guanti con la dedica di una strada. Considerando i suoi anni di battaglia per la Riforma Agraria, ritengo che, nel programma di ristrutturazione e globale recupero del borgo “La Martella”, gli si potrebbe dedicare la piazza, attualmente intitolata “Piazza Montegrappa”, intitolazione abbastanza incongrua. In un progetto generale, si potrebbe o dovrebbe dedicare a Emilio Colombo (1920-2012) il viale di accesso da Matera. Si potrebbe così superare l’episodio“Targa Colombo”, con affaccio dallo slargo di Sant’Agostino, rimuovendo lastessa, anche perché poco consona al ruolo di Emilio Colombo, che, anche per noi avversari di ieri, tra bene emale, è l’unico vero statista lucano, dopo Francesco Saverio Nitti.Il viale, naturalmente, dovrebbe essere doverosamente e dignitosamente attrezzato con illuminazione.e alberatura bilaterale.
Poiché alla realizzazione del borgo “La Martella” contribuirono l’Ente Riforma e l’Unrra Casas, l’altro viale, quello di accesso da Timmari, dovrebbe essere analogamente attrezzato come l’altro, a ricordo del ruolo dell’Unrra Casas. L’intitolazione, questa volta,è un po’ difficile. Il nome più giusto sarebbe Adriano Olivetti, che, però, è già intestatario di altra strada. Non saprei indicare se non Frederick Friedmann, anche se il nome straniero suscita qualche dubbio. Friedmann, tedesco, nato ad Augusta nel 1912, ebreo rifugiatosi negli USA, sociologo, filosofo, fu il vero animatore culturale, insieme con Carlo Levi, del progetto “La Martella”.Si metterebbero insieme Unrra Casas (che costruì le case), l’Ente Riforma (che assegnò e gesti le terre) e i due combattenti per la Riforma, interpreti l’uno della ideologia marxista-socialista, l’altro anima del solidarismo cattolico. Vi sarebbe racchiusa la storia del borgo.
Nella speranza che siffatti suggerimenti, così discretamente e rispettosamente suggeriti, siano presi in seria considerazione, invio cordialità, auspicando, un sereno e civile confronto, che, al di là delle intitolazioni, ma anche in virtù delle intitolazioni, può ridare dignità al “più bel borgo contadino” di settant’anni fa.
Una piazza e due strade del borgo La Martella di Matera da intitolare a Michele Guanti, Emilio Colombo e Frederick Friedmann, Associazione culturale Adriano Olivetti di Matera condivide proposta Caserta
L’Associazione culturale Adriano Olivetti di Matera condivide la proposta avanzata dal prof. Giovanni Caserta di titolare alcune strade del borgo La Martella a personaggi che si sono distinti nelle battaglie politiche e culturali a fianco dei contadini che negli anni ’50 del Novecento hanno lottato per la conquista delle terre e per migliorare le proprie condizioni di vita, economiche e abitative. È giusto che La Martella ricordi con una toponomastica più adeguata e identitaria, rispetto a quella attuale impropria ed estranea, gli uomini che hanno contribuito alla sua realizzazione e l’hanno resa importante. Alcuni di questi nomi già sono presenti nella toponomastica locale ma andrebbero riordinati, molti altri mancano: come non ricordare l’economista agrario Nallo Mazzocchi Alemanni che si batte’, prima di altri, per realizzare i borghi accentrati contro la dispersione dei contadini nelle campagne; poi Adriano Olivetti e Friedrich Friedmann, già ricordati da Caserta, ma anche Giambattista Martoglio, uomo di fiducia di Olivetti che, con Ettore Stella, individuo’ l’area su cui edificare il borgo e poi il gruppo dei progettisti del borgo, Ludovico Quaroni, Federico Gorio, Agati, Valori e Lugli fino a Bruno Zevi e Marcello Fabbri che fornirono la loro continua collaborazione, i fratelli Leonardo e Albino Sacco, che sostennero l’iniziativa olivettiana attraverso l’assistenza sociale e la presenza costante sul territorio e uomini come il ricordato Guanti e De Gasperi e Colombo. Tutti personaggi che, pur da fronti opposti, hanno scritto la storia del “borgo più bello d’Italia”. Per questo motivo l’associazione Olivetti proporrà al sindaco di Matera l’istituzione di una Commissione comunale, aperta ad esponenti della cultura, a cominciare dal prof. Caserta, e dell’associazionismo locale, che ridisegni una mappa della nuova toponomastica del borgo da approvare in occasione dei 70 anni dalla sua realizzazione.