Nei primi nove mesi dell’anno (gennaio-settembre 2022) le ore di CIG e di Fondi Solidarietà erogate in Basilicata sono state circa 14,5 milioni di cui 13,7 milioni di CIG. Il raffronto al 2019 (pre-Covid) segna un incremento vicino al 40% (gennaio-settembre 2019 erano complessivamente 8,9 milioni). Secondo la ripartizione per province, Potenza è tra le 15 province italiane con più alto ricorso alla CIG nei primi nove mesi dell’anno con 13,1 milioni di ore e più 62,2% rispetto allo stesso periodo 2019. Il confronto con lo scorso anno invece segna in Basilicata un significativo decremento delle ore di CIG che tra gennaio e settembre 2021 hanno raggiunto quota 22,7 milioni di ore contro le 26,2 milioni di ore del 2020.
Sono dati del Rapporto a cura dell’Ufficio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil con il quale si prende in esame il pre, durante e post pandemia, per comprendere quanto utilizzo si è fatto e si sta facendo della cassa integrazione e dei Fondi di Solidarietà (FIS e Fondi Bilaterali, a gestione Inps) fino a settembre 2022. Ciò – sottolinea la Uil – ci permette di confrontare l’importante richiesta di ammortizzatori sociali durante le due crisi (quella economico-finanziaria e quella pandemica), in un arco temporale di oltre un decennio caratterizzato dal susseguirsi di Governi e di Riforme del lavoro in cui ancora oggi, come ieri, mancano soluzioni reali per chi vive una condizione di precarietà o chi il lavoro non lo ha.
“Sarà importante verificare e analizzare nel prosieguo dei mesi – è il commento del segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli – l’applicazione della nuova Riforma degli ammortizzatori sociali, entrata in vigore a gennaio 2022 con la Legge di Bilancio 234/2021, che indica tra le tante novità, l’estensione della disciplina del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) ai datori di lavoro che occupano almeno 1 dipendente. L’ampliamento della platea delle lavoratrici e lavoratori che nel passato non erano “coperti” da alcun ammortizzatore sociale, si estende anche alle lavoratrici e lavoratori a domicilio, nonché agli apprendisti (qualunque sia la tipologia di apprendistato applicata). C’è inoltre un cambio di nome per il vecchio assegno ordinario del FIS, che oggi prende il nome di Assegno di Integrazione Salariale (Ais). Altra novità è la modifica delle aliquote contributive di finanziamento delle prestazioni erogate dal FIS e, più in generale, una profonda modifica di questo specifico strumento. Le perplessità della Uil sulla riforma sono ben note a partire della poca attenzione del legislatore alle poco aderenti causali di accesso al FIS per le piccole e piccolissime imprese, poiché riteniamo non corretto e poco aderente alla diversità produttive, rendere omogeneo ciò che non è, oltre ad un aumento esagerato delle aliquote. Crediamo che sia giunto il momento di aiutare tutte/i, a partire dalle nostre richieste alla neo Ministra del Lavoro che saranno incentrate sulla creazione di un mercato del lavoro inclusivo per donne e giovani, dove un ruolo fondamentale deve rivestire un efficientamento delle politiche attive, e sulla qualità e stabilità dell’occupazione, elementi questi che garantiscono strutturati sistemi di protezione sociale e adeguati sistemi pensionistici”.