Lomuti (M5s): “Meloni, furia francese e ritirata spagnola, sul superbonus penalizzati migliaia di imprenditori”. Di seguito la nota integrale.
A cosa è servito fare opposizione al Governo Draghi se poi non si diventa altro che una brutta copia?
Sul superbonus, Meloni come Draghi, Giorgetti come Franco, mentono agli italiani. Eppure durante la scorsa legislatura, gli esponenti di Fratelli d’Italia partecipavano alle manifestazioni delle categorie pro-superbonus.
Eppure, l’ultima balla sul superbonus e viene proprio dalla loro leader Giorgia Meloni. Infatti, secondo l’attuale premier, la misura avrebbe creato un buco di 38 miliardi di euro alle casse dello Stato. A questa, si aggiunge l’altra supercazzola del Ministro Giorgetti, il quale afferma che “non si era mai vista una misura così costosa per così poche persone” Strano che queste parole provengano da un ministro leghista, quando a fine XVIII legislatura i suoi esponenti, in evidente stato confusionale, facevano a gara a chi doveva spararla più grossa sul salvataggio della misura che sarebbe avvenuto grazie alla Lega. Tutti ricordiamo le gigantografie sui muri delle città di manifesti 6×3 con il faccione del leader Salvini che inneggiava a tal vittoria.
Oggi tutto il centrodestra rinnega quel se stesso di pochissimi mesi fa.
Sul superbonus, Meloni poteva distinguersi da Draghi e sbloccare il meccanismo della cessione dei crediti d’imposta ripristinando la procedura di cessione plurima una volta accertati i crediti medesimi dopo la loro generazione.
Meloni, inoltre, poteva proporre un cambiamento all’ultimo Governo dei migliori imponendo il rispetto delle scadenze.
E invece, su una delle misure più importanti per l’economia del Paese e per la transizione ecologica ed energetica, oggi, con il decreto aiuti quater, l’Italia fa passi indietro da scolaretti inadeguati ai tempi che viviamo.
Il tetto di 15000 euro di reddito (1200 euro al mese) esclude chi ne guadagna anche 100 euro in più perchè non avrà a disposizione quei soldi che servono per migliorare energeticamente la propria casa e ottenere il vero taglio alla propria bolletta. Questi cittadini discriminati saranno condannati a continuare a sopravvivere e a pagare bollette per arricchire le compagnie energetiche, vedendosi così sfumare la possibilità di diventare indipendenti energeticamente.
La destra di Meloni si è trasformata da destra sociale che aspirava ad essere punto di riferimento per le tutele dei più deboli, a destra di potere, paladina di coloro che passano come Katerpillar sui ceti medi e poveri, accumulando enormi e ingiuste ricchezze grazie agli extra profitti derivanti da accertate speculazioni nel mercato energetico.
Gli italiani devono sapere che questo Governo di centrodestra non farà nulla per restituire agli italiani una ricchezza immorale pari a 50 miliardi di euro presi dalle tasche dei pensionati, dei lavoratori che ogni mattina vanno a lavorare e che si sono visti recapitare a casa le bollette del gas e della elettricità che restano esorbitanti con il rischio di una nuova impennata durante i mesi invernali.
In pratica, chi si elevava a tutrice del popolo, nulla ha fatto contro la rapina sociale delle grandi compagnie fornitrici di energia.
Il fallimento amministrativo del Governo regionale di Bardi in Basilicata (ormai acclarato al netto delle inchieste giudiziarie) e l’inizio di quello nazionale a guida Giorgia Meloni, totalmente marcato dal già constatato fallito neoliberismo, ci consegna un chiaro messaggio: il centrodestra è fuori tempo, fuori luogo, bigotto, goffo, dannoso, pericoloso.
Purtroppo i cittadini lo capiranno presto.
Abbiamo creato il superbonus 110%, lo abbiamo difeso e sappiamo benissimo quale può essere il futuro di questa misura.
Il MoVimento 5 Stelle ha pronto un piano di agevolazioni edilizie per il post superbonus 110% (dopo la sua scadenza nel 2023), stabile nel tempo e con meccanismo di premialità crescenti anche al 90-100% per chi esegue i lavori antisismici, per chi più efficienta, per i meno abbienti e per chi utilizza materie prime all’avanguardia e alternative alle fossili (come materiali da riciclo o vegetali come la canapa), oltre a chi esegue lavori di impianti energetici rinnovabili, di colonnine di ricarica di auto elettriche e di abbattimento delle barriere architettoniche.
Il decreto aiuti quater, invece, altro non è che un decreto Draghi qualunque, in piena continuazione di ciò che fino a poco fa si avversava con una finta opposizione.
La norma sul superbonus ne è la prova concreta. Con essa, si imposta l’annullamento della transizione ecologica, ammesso che questi ne abbiano capito il senso.