Stanziati 8 milioni per le attività culturali e 9 milioni per lo spettacolo che si aggiungono al milione già stanziato per i Piani Integrati. Di seguito la nota integrale.
“Con l’approvazione del programma triennale della cultura 2022 – 2024 e del programma per lo spettacolo 2022 – 2024 si è concluso un lavoro intenso, portato avanti insieme agli operatori culturali, che segna l’avvio di un processo di riforma del sistema culturale lucano”.
Lo dichiara la consigliera regionale Dina Sileo che continua: “La regione Basilicata stanzia per il triennio un totale di 18 milioni di euro, una testimonianza tangibile dell’attenzione verso un comparto fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del territorio e della sua comunità. Un altro tassello importante è il soddisfacimento delle richieste degli operatori dello spettacolo in riferimento alle annualità 2020 e 2021 che hanno visto il comparto in grave sofferenza. Affinché la cultura possa assolvere alle funzioni sociali ed economiche che le vengono riconosciute, occorre aumentare la qualità dell’offerta culturale e creativa. Di qui una vera e sostanziale modificazione del ruolo della Regione che si presenta ai promotori e agli attuatori delle politiche culturali come partner e facilitatore. Un piano ambizioso che si muove su più direttrici per raccogliere la sfida imposta dal nuovo scenario globale. Dall’attenzione all’arte contemporanea e agli strumenti digitali, non solo per la fruizione dell’arte ma anche per la produzione, al welfare culturale e al fundraising con l’implementazione del Lucanum Art Bonus, sono tante le novità introdotte. La nuova programmazione, dunque, si propone di superare gli approcci standard alla valorizzazione e promozione dei beni e delle attività culturali per disegnare un nuovo paradigma che mira alla valorizzazione integrata delle eccellenze della Basilicata sia a livello nazionale che internazionale”.
“Tuttavia – conclude – insiste la consapevolezza della necessità di rinforzare l’investimento economico nel prossimo bilancio e portare a compimento la riforma del settore che vede nel Testo unico uno strumento imprescindibile per aggiornare la normativa regionale alle nuove esigenze del comparto. La crisi pandemica, infatti, ha palesato le fragilità di un settore frammentato che necessita di una visione sistemica anche in termini di norme e provvedimenti”.