A cento anni dalla nascita di Pasolini 23 intellettuali, artisti lucani, ma soprattutto appassionati di cultura, hanno scritto un saggio presentato a Sasso di Castalda. E ad esprimere la voglia di indagare sul rapporto “magico” di Pasolini con la Basilicata la dedica del libro: “A Pasolini che in Basilicata plasmò uno dei suoi capolavori. Creò un legame tenace nel nome della terra arcaica di sentimenti fitti dello smarrimento che si chiama morte della spiritualità delle madri e del viaggio dei figli”. Dice Gianfranco Blasi che con Novella Capoluongo Pinto ha curato il volume: “C’è una pedagogia del suo pensiero divergente e c’è un nuovo modello educativo e poetico che la Basilicata può cogliere come frutto fecondo del suo essere terra e madre, Barile e Matera, culla e croce. Un frutto spirituale, un’eucarestia laica, una dimensione politica ribelle, come le tele di Alberto Barra, un algoritmo di forme e colori perfettamente pasoliniani”. I 23 autori del libro “Scritti su Pasolini. Il cammino è cominciato e il viaggio è già finito” (Uni Verso Sud Edizioni) – Angrisani, Arpino, Barra, Blasi, Cangi, Capoluongo, D’Andrea, Di Tolla, Fabiani, Galgano, Garramone, Loscalzo, Macchia, Marano, Marchand, Molinari, Pito, Pisani, Satta, Stella, Tancredi, Zangheri – sono soci dell’Associazione Universum Basilicata che si occupa di arte e cultura. Un autentico laboratorio di idee con un’intesa attività su tutto il territorio regionale. “Una “squadra”, la nostra – dice Yvette Marie Marchand – , ormai consolidata. Che bello lavorare insieme! Poi, quando l’oggetto del nostro lavoro è del calibro di Pier Paolo Pasolini il lavoro diventa passione. Credo che questo nostro lavoro abbia aggiunto qualche nuova inquadratura all’ormai vasto panorama di studio su una delle figure più eclettiche e geniali del secolo scorso”. Per Novella Capoluongo Pinto “la grande attualità di Pasolini è l’aver compreso ante litteram che certi presunti valori in cui la società moderna ha creduto non sono sempre tali e vanno comunque ridimensionati. Bisogna operare una mediazione con le influenze del potere economico e politico. E’ quanto sembra emergere dai suoi scritti”. L’artista Alberto Barra che ha dipinto ispirandosi ed interpretando il “genio di Pasolini” che interpreta come “rinnovamento” scrive che “lui era riuscito a comprendere il dramma della tragedia umana che ha radici lontane. Lo scrittore sognava un futuro fatto di nuove strutture caleidoscopiche dove la ragione, le parole, le immagini potevano forse essere in grado di descrivere e svelare la realtà umana al di là dei luoghi comuni”. Rocco Stella che fa una riflessione critica sul mediometraggio “La Ricotta” evidenzia che “il breve film è costruito da Pasolini su volute e ricercate contrapposizioni. I testi che raccontano la storia della Passione di Cristo sono intrisi di un umanesimo che si ciba di spiritualità e di conoscenza. In qualche modo – scrive Stella – sono i più sublimi mai stati scritti”.