Con meno di 1.200.000,00 euro potrebbero essere stabilizzati in Basilicata 1.153 docenti precari e 367 precari Ata. Lo riferisce la Uil Scuola che ha realizzato uno studio che parte dall’analisi dei livelli stipendiali tra personale precario e personale a tempo determinato: un confronto tabellare basato su dati Ministero Istruzione, Ministero Finanze, INPS e Contratto Scuola 2018. Una differenza tra stipendi, non genericamente determinata, ma basata sull’esame di tutte le componenti di spesa per determinare il costo complessivo dell’immissione in ruolo di tutti i precari della scuola. La trasformazione dei posti dall’organico di fatto in posti in organico di diritto, e degli attuali contratti precari del personale della scuola in immissioni in ruolo, avrebbe – dall’analisi dei dati – un’incidenza ‘minima’ per la spesa dello Stato e riflessi esponenziali sulla qualità della vita scolastica, intesa come comunità educante.
In dettaglio. In provincia di Potenza i docenti precari da stabilizzare sono 825 di cui 148 per l’Infanzia, 137 per la Primaria, 104 per la Secondaria Primo Grado, 331 per la Secondaria Secondo Grado, la spesa: circa 800 mila euro; gli Ata 245 (143 collaboratori scolastici e 102 assistenti), la spesa circa 43mila euro.
In provincia di Matera i docenti precari da stabilizzare sono 328 di cui 18 per l’Infanzia, 29 per la Primaria, 77 per la Secondaria Primo Grado, 204 per la Secondaria Secondo Grado, la spesa: circa 335mila euro; gli Ata 122 (68 collaboratori scolastici e 54 assistenti).
Contratti stabili – commenta Luigi Veltri, segretario regionale Uil Scuola Rua – offrono possibilità concrete alle persone: dall’acquistare una casa al progettare stabilmente. Consentono di pensare al futuro. La stabilità economica porta indubbi benefici anche come stabilità contributiva, che si ripercuote anche sulla gestione previdenziale attuale e futura. La stabilizzazione, come d’altronde il rinnovo del contratto scuola, possono diventare volano di crescita per l’intera economia del Paese, per cui stabilizzare comporta un doppio vantaggio: il primo certezza di una scuola con il personale in servizio già dal primo di settembre e, poi, un’economia che trova un nuovo slancio dai circa 1.500 precari della scuola che iniziano a vedere un possibile futuro ‘certo’.
Sono 30 i miliardi di euro del PNRR per la missione 4.0 destinata a istruzione e Ricerca; 33 i miliardi di euro dell’ultima manovra Finanziaria: i numeri della finanza pubblica – sottolinea Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua – mostrano impegni di spesa indirizzati a dare sicurezza al sistema scuola e a sostenere il sistema Paese.