“Lo strumento della certificazione della parità di genere si pone all’interno del più ampio tema della parità di genere, individuato come obiettivo prioritario non solo a livello comunitario (Strategia dell’UE per la Parità di Genere 2020-2025) ed internazionale (Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile – Obiettivo 5), ma anche nell’ambito del PNRR in virtù della Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025 elaborata dal Ministero delle Pari Opportunità e della legge n. 162/2021. Confartigianato condivide, pertanto, la necessità di favorire una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e di colmare i relativi gap ma ritiene tuttavia che la tematica richieda una strategia globale che affronti le cause profonde che portano a tali divari”. Lo ha sostenuto Rosa Gentile Donne Impresa Confartigianato intervenendo all’incontro promosso a Potenza dalla Consigliera Provinciale di Parità Simona Bonito.
“La certificazione di genere – ha aggiunto – rischia di non essere la soluzione per garantire una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre il gender gap, risolvendosi in un ulteriore onere soprattutto a carico delle MPMI, anche alla luce della necessità di avere a disposizione competenze specialistiche in grado di accompagnare l’impresa verso l’ottenimento della certificazione. La tematica dell’empowerment femminile richiede, al contrario, una strategia più ampia che affronti le cause profonde del gender gap. Proprio nella consapevolezza che le disuguaglianze di genere hanno radici profonde, che riguardano il contesto familiare e della formazione, prima ancora che quello lavorativo, sono necessarie misure di potenziamento del welfare, per non mettere in condizione le donne di dover scegliere tra maternità e carriera e per consentire anche una più equa distribuzione degli impegni, non solo economici, legati alla genitorialità. All’obiettivo dell’aumento dell’occupazione femminile devono concorrere, inoltre, specifiche misure nel campo dell’istruzione, favorendo in particolare l’accesso da parte delle donne all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali, nonché interventi mirati a favore dell’imprenditoria femminile.
Confartigianato – ha detto ancora Gentile – ritiene necessario contemperare le esigenze di una maggiore inclusione e dell’aumento dell’occupazione femminile, anche con la realtà e le dimensioni delle imprese al fine di evitare l’introduzione di misure a “taglia unica” che potrebbero, ad esempio, precludere alle imprese di minori dimensioni la possibilità di partecipazione agli appalti, che con il PNRR rappresentano una leva di politica industriale straordinaria. In tal senso è necessario che le specifiche clausole che indicano i requisiti necessari e premiali dell’offerta, siano declinate per non escludere quelle tipologie di imprese che possono avere difficoltà oggettive ad attuare le misure tecniche ed organizzative richieste dal sistema di certificazione e sulle quali impatta in maniera particolare il problema della carenza di manodopera (si pensi, ad esempio, al settore delle costruzioni purtroppo poco appetibile a donne e giovani)”.