Si è tenuto domenica scorsa a Palazzo San Gervasio il convegno dal titolo “ Criminalità economica e corruzione”, organizzato dai club Lions Genzano di Lucania e Melfi.
La splendida cornice della Biblioteca Comunale, la prima digitalizzata in tutta la Basilicata, intitolata ad una coppia di benefattori di origini palazzesi, i coniugi Joseph e Mary Agostine, ha fatto da cornice alla manifestazione.
Dopo gli inni ufficiali della Lions International, i saluti di rito ed i ringraziamenti all’amm. comunale locale rappresentata dall’Assessore alle politiche sociali, la d.ssa Maurizia Buonvino, il pres.te del club Lions di Genzano di Luc., Franco D’Acunti, ha richiamato l’attenzione sulle dimensioni stratosferiche dell’Ass.ne Lions International, che conta più di un milione mezzo di soci in tutto il mondo. Ha precisato che dovunque agiscono,fungono da supporto e mai da ostacolo agli organi governativi a qualsiasi livello esplichino la loro azione amministrativa. Lo fanno nella massima riservatezza, a 360°, senza spettacolarizzazione o propaganda .
Il pres.te del Club Lions di Melfi, Michele Cristiani, entrando nel tema dell’evento, si è concentrato sul fenomeno sempre più drammatico del deterioramento dei valori morali nella nostra società, dove i massmedia propinano modelli negativi che vengono proposti senza alcun filtro quanto meno verso il pubblico giovanile, richiamando così un pensiero che già Pasolini negli anni ’70 aveva espresso e che puntava il dito sulla responsabilità di stampa e televisione nello scadimento morale della nostra società. Il modello educativo delle giovani generazioni rispetto alle regole ed il disvalore dell’azione criminosa è insufficiente. I Lions, ha concluso, devono intanto presentare modelli positivi eppoi proporli alle nuove generazioni.
L’Assessore Murizia Buonvino, ha rivolto un ringraziamento sentito al presidente del Club Lions di Genzano di Luc. per aver portato alla cittadinanza palazzese un tema interessante sotto l’aspetto sociale ed economico, ma che considera forte nella sua posizione di pubblico ufficiale, perché nella quotidianità realizza da vicino come con i cittadini disagiati e richiedenti aiuto da parte dell’amministrazione pubblica, il margine tra legalità e quegli aspetti del suo contrario come la corruzione è talmente ridotto che addirittura indurrebbe a non fare nulla od a seguire iter sempre più lunghi ed estenuanti, che come risultato hanno quello di allontanare il cittadino anziché avvicinarlo all’ente, che risulta quindi inefficace ed inefficiente. L’amministratrice ha concluso che se da un lato è importante il ruolo degli educatori in una società sempre più corrotta, è altresì vero che dove c’è povertà educativa, sociale ed economica, la possibilità dell’affermazione di un modello di società basato sulla corruzione è abbastanza alto.
Il Colonnello dei Carabinieri, Mario Tusa, socio del club Lions di Melfi , ha fatto un escursus storico-giuridico del fenomeno della criminalità, riferendosi ai vari ambiti in cui si realizza, quello sociale e quello economico, e presentando vari casi degli anni passati in cui essa è salita alla ribalta della storia d’Italia in maniera anche fragorosa (vedi scandalo Banco di Roma e governo Giolitti, concausa dell’inizio del Fascismo, Tagentopoli, Maxiprocesso alla mafia fine anni ’80-’90). Ha indicato anche le modalità con cui si esplicita un atto corruttivo vero e proprio, quando corruttore e corrotto traggono vantaggi reciproci, per distinguerlo dalla concussione in cui una delle due parti, solitamente un pubblico ufficiale, prevarica sulla volontà dell’altro che accetta passivamente, perché costretto, le condizioni impostegli. Direttamente collegati a questi fenomeni sono poi quelli del peculato d’uso, quando si utilizza il bene pubblico a proprio vantaggio, della frode ed evasione fiscale, della truffa e del riciclaggio di denaro, tutti esempi di corruzione economica. In questi ultimi anni la finanza, soprattutto quella dei grandi gruppi di potere, multinazionali, banche in primis ma poi le grandi organizzazioni malavitose con enormi risorse economiche, ha avuto il sopravvento sull’economia, per cui la corruzione è assurta a metodo ormai usato quasi di default nella esercitazione del potere, quindi è a questo punto da considerarsi una patologia cronica incurabile. Allo stato attuale ciò che si osserva in Italia è una certa difficoltà a denunciare l’atto di corruzione, per cui l’azione di contrapposizione a questo fenomeno criminoso da parte delle forze dell’ordine non è tempestiva e quindi è inefficace. Bisogna, secondo lui, invogliare la gente a svelare e denunciare fatti corruttivi. Lo Stato ha gli strumenti ed i mezzi per dimostrare ai cittadini la sua ferma volontà di abbattere questo male sociale pluriennale, basta volerlo per davvero.
Altra testimonianza è stata quella proposta agli intervenuti dal Colonnello Pasquale Ricciardella, Comandante della Polizia Provinciale di Potenza, che ha focalizzato il suo intervento su un fenomeno che negli ultimi ventanni è diventato dilagante e drammaticamente severo : la corruzione ambientale. Prima però, per dare una misura di quanto sia subdolo e sottodimensionato il fenomeno corruttivo, ha presentato il caso classico in cui il cittadino della strada omaggia un prestatore d’opera pubblico o privato con un oggetto, peraltro legalmente consentito se il suo valore non è superiore alla somma di centocinquanta euro, vero gesto di deferenza od educazione. In quel momento chi riceve un gesto così spontaneo, sta mettendo in atto un fatto corruttivo, essendo già retribuito dall’ amministrazione per cui lavora oppure perché già pagato per la sua parcella professionale. Fatta questa premessa, Ricciardella nella sua articolata e documentata relazione ha alla fine individuato quattro grandi cause alla base della messa in atto di azioni criminose soprattutto verso l’ambiente: la prima riguarda i cittadini che mostrano ancora poca cultura verso la questione dei rifiuti (dovunque meno vicino casa mia!!), quindi neanche più indignazione difronte alle varie dimostrazioni di cinismo e spregiudicatezza da parte delle organizzazioni malavitose; la seconda è la carenza del personale che si incrocia con il peggioramento della burocrazia che impegna quei pochi agenti in servizio in attività di scrivania che distolgono da quelle sul campo volte a contrastare l’offesa all’ambiente da parte di organizzazioni criminali; la terza , più provocatoria, è la mancanza di impianti di smaltimento dei rifiuti, intesi come inceneritori, tant’è che paradossalmente la stessa raccolta differenziata, attualmente fatta male un po’ dovunque, crea le “derive” rappresentate dal conferimento selvaggio nel terreno o nell’acqua di ogni tipo di rifiuto, inclusi anche quelli speciali oltremodo tossici ed inquinanti le falde acquifere; la quarta è che conviene delinquere in materia ambientale, perché i criminali non vengono più perseguiti penalmente ma soltanto economicamente, vista la durata dell’iter processuale.
L’ultima considerazione da parte del Colonnello Ricciardella ha creato forte imbarazzo nell’uditorio, perché ha fatto presente, parlando di inquinamento da amianto, che la legge italiana assurdamente non vieta di inquinare ma di superare dei limiti, non tenendo conto dell’effetto sommatorio in funzione del tempo di esposizione ambientale all’agente inquinante anche se presente in quantità legalmente consentita.
Ha chiuso il convegno il prof. Giustino Setteducati, PHd Science Investigation, già socio del Club Lions di Melfi, che ha offerto alla platea un esempio storico di corruzione, risalendo addirittura al periodo dello Sbarco dei Mille in Sicilia capeggiati dal generale Giuseppe Garibaldi, quando l’allora cancelliere del governo sabaudo, Camillo Benson Conte di Cavour, consapevole dei debiti maturati e non onorabili dai Savoia nei confronti dell’Inghilterra, per mancanza di denari nelle proprie casse, incaricò l’allora amica dell’impero sabaudo, l’avvenente Contessa di Castiglione di cercare fondi, per corrompere i generali borbonici, presso il regno di Francia ed i notabili ad esso collegati, in modo da non trovare resistenze durante l’azione farsa dei Mille ccapeggiati da Garibaldi. Questo per dire come in Italia esista probabilmente una predisposizione atavica verso la corruzione, che, contrariamente a quello che si pensa, ribadendo quindi quanto espresso dal Colonnello Ricciardella, non ha una diversa declinazione passando dal Nord al Sud del nostro Paese.
Mi complimento per l’iniziativa da estendere su tutto il territorio regionale,il altre future occasioni di incontro.Tematiche sempre più attuali e di necessaria soluzione per un Paese che guarda ad un futuro sostenibile e scevro da fattori perturbanti purtroppo duri da eradicare.Un elogio a tutti i relatori e un saluto particolare al Prof.G.Setteducati per il suo lodevole contributo.